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Uno di Quelli – Massimo Pescara

 

Ho letto per primo: Uno di Quelli
Autore: Massimo Pescara
Genere: narrativa

Era il lontano 2006, Aprile se non ricordo male. Dopo aver navigato qualche anno e aver lasciato la Marina Militare inseguendo il sogno di un lavoro altamente remunerativo nelle aziende private, mi apprestavo a iniziare la mia avventura in un’azienda di logistica e agenzia marittima. Un mondo sommerso, un ambiente di cui pochi sono realmente a conoscenza, confuso spesso con i corrieri che consegnano a casa i pacchi ordinati su internet. C’è invece tutto un universo popolato da persone che seguono pratiche doganali, istruiscono istanze, permettono alle più disparate merci di arrivare fin qui da oltreoceano, oppure di partire dai nostri porti e giungere all’altro capo del mondo. Descritto così sembra più affascinante di quel che è, ve lo assicuro. E se non vi hanno affascinato le mie parole, niente paura, siete ancora lontani dal capire che le più disparate merci rendono disperate le persone che lavorano attorno ad esse. Per dirla tutta, import ed export hanno poco a che vedere con Ying e Yang, ve lo assicuro. Ho sempre pensato che i candidati al premio Nobel per la pace dovrebbero contendersi tale riconoscimento con un mese di questo lavoro. Quello che non dà inizio a una guerra termonucleare, vince. Sappiate comunque che in mezzo alle navi, agli aerei e ai treni che trasportano merci e container, esiste un fulcro di uomini senza i quali non esisterebbe proprio nulla. Questi uomini si chiamano camionisti e Massimo Pescara, nel suo libro “Uno di Quelli”, edizioni PlaceBook, ce lo racconta molto bene, ricordandoci che seduto di fronte a quel grande volante c’è un uomo, uno come tutti noi, con i propri drammi e la propria storia.
Per darvi un’idea di ciò che potreste leggere sfogliando le pagine di quest’opera, vi racconto che Alberto è un giovane speranzoso che sogna di diventare giornalista. Nella sua quotidiana ricerca di lavoro, seduto in un bar a leggere il giornale, incappa in un articolo di cronaca. Un incidente stradale, probabilmente causato da un camion. Un brutto
incidente. Non sarebbe male un’inchiesta giornalistica sul mondo dei camionisti, sempre additati come “Uno di Quelli” che sorpassa senza guardare, tanto è grosso. Uno di quelli che forma le file in autostrada. Uno di quelli che ammazza le persone perché distratto. Non è così. Se ci pensiamo, seduti su quei cabinati, ci sono persone lontane da casa, per giorni e giorni, costretti a dormire intere notti in una cuccetta posta dietro al proprio sedile.
E in trattoria, in quelle dove tutti si fermano perché i camionisti sono un marchio di qualità del buon cibo, ci si va molto meno di quanto si possa pensare. Non sempre e non tutti se lo possono permettere. E chi sta a casa ad attendere il ritorno di questi particolari cavalieri armati di diesel, passano le giornate con il pensiero di avere un proprio amato sempre per strada. Con tutti i rischi annessi e connessi. La strada ne porta via tanti di cavalieri.
In mezzo, una dolce storia d’amore, intrecciata con un’altra storia, meno bella, meno ​dolce, ma pur sempre colorata di rosa, come i fiocchi delle bimbe appena nate.  Che dirvi ancora? Sono di parte, è evidente. Questo mondo mi appartiene; forse sono ormai io ad appartenere a questo mondo, non lo so. Di certo non posso rimanere indifferente, né a questa storia, né alle riflessioni dei protagonisti. Sedetevi un attimo su una poltrona, prendetevi un gatto che faccia le fusa al ritmo di un motore diesel, immaginate di partire per un luogo lontano, magari in Francia, dalle parti di Metz. Iniziate a leggere e vedrete che vi sembrerà di essere in due sul vostro destriero motorizzato gatto, in giro per le strade del mondo.
Se vi va, quindi, a presto e Buona lettura!

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