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La Juve, Indurain e l’eiaculazione precoce

Durante un’edizione del Giro d’Italia in occasione di una cronoscalata, l’inviato di Studio Sport tale Giacomo Crosa (grande atleta di salto in alto e bell’uomo che non guasta mai), fece un servizio spiegone perché i tifosi di ciclismo non si rassegnavano alla grandezza di Miguel Indurain.

In quella tappa l’atleta cronista, in sella alla motocamera, rimase a ruota del ciclista navarro per tutta la gara e il servizio in sintesi recitò così “oggi ho assistito ad un gesto sportivo perfetto memorabile grandioso, se la gente non apprezza almeno riconosca il merito della vittoria”.

Cosa c’entra la Juve con Indurain? In tutto.

Non essere apprezzata per il modo in cui vince le partite salvo poi vincere il campionato.

Accusata di non uccidere le partite salvo poi uccidere gli avversari.

Non sfruttare il potenziale di alcuni giocatori salvo poi rendere grandi dei gregari.

Insomma, non far godere a sufficienza i propri tifosi e addetti ai lavori per il riconoscimento oggettivo che è la migliore, fatevelo bastare santiddio.

Mentre guardi la Juve pensi alle tappe in cui Bugno Chiappucci e company attaccavano Indurain senza mai dare l’impressione di decidere le sorti di giornata, figuriamoci il Giro, il Tour un’utopia.

Bugno non lo avrebbe battuto nemmeno se ad ogni traguardo gli avessero promesso una superfiga (al brianzolo piacevano di più le donne che le biciclette).

Chiappucci men che meno, sempre in over performance alla ricerca dello scatto decisivo, trovando però quello della pensione.

Come lndurain la Juve è programmata e gestita per vincere, per durare, per non sprecare, per produrre, per stare in equilibrio sopra la follia.

Spettacolo, bel gioco, intensità, calcio moderno, umiliare l’avversario … Ma andate a cagare voi e le vostre bugie, che poi vi ci mando io quando imbraccerete i forconi per protestare per il secondo posto.

Ve lo dice anche Agnelli che vi piace a giorni alterni: mi chiedono ogni anno di vincere contro l’inter, io rispondo che devo alzare trofei.

Rimpiangete la Juve di Lippi quella che “sì che faceva spettacolo, che massacrava l’avversario”, senza ricordarsi che la prevista mattanza di Manchester non è mai stata eseguita e che gli scontri diretti li pareggiava.

Siete come l’arrapato medio che si tromba la Ratacosa ubriaca e sposa la Littizzetto.

La regolarità è bellezza, la costanza è fascino, la gestione è garanzia.

Ricordate che la donna non gradisce l’eiaculazione precoce, figuriamoci alla Vecchia Signora.

 

(Laura Corrente)

 

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