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Little by Little – Rolling Stones

 

 

Da una discussione con Ricchiuti

 

Ricordo di aver ascoltato little by little una domenica a 17 anni credo.
Mio padre aveva comprato con l’entusiasmo della domenica il giornale e questo disco prima uscita collana de agostini sul rock.
Una antologia degli Stones. Mai sentiti. Mi interessavano solo il calcio e la polemica sul carcere preventivo.
Mio padre mette il disco. Parte ”Satisfaction”. Mio padre posa il disco. Troppo rumore. Gli frega un cazzo. Aspetta il Napoli con la radiocronaca di Carletto Iuliano.
Io riprendo il disco e dopo un paio di giorni sto a imitare Mick Jagger di ”Little by little”.
Se si ascolta bene quel pezzo si capisce come la canta. Non è la passione del blues man. È la provocazione sensuale di un ragazzino che la canta come la canterebbe Malcom Mc Dowell di arancia meccanica.
Immaginate i puristi del blues inglese quando videro Jagger cantare nei locali.
Quella che doveva essere una sofferta ma composta e dotta riproduzione della musica di un popolo sofferente diventa una interpretazione autentica di ciò per cui era nata quella musica. Sesso, fanculo, foresta.
I veri bluesmen in quegli stones erano Jagger e Jones. Richards e Wyman venivano dal rock and roll e Watts dal jazz.
Ascoltate tutte le parti di armonica. Non le dimenticherete.

 

 

 

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