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SKA PUNK PER RESISTERE Intervista a Sandro, punk rocker molto impegnato…

 

Intervista di Riccardo Gramazio

Siamo in quarantena, siamo tristi, incazzati, preoccupati e sicuramente abbiamo bisogno di energia, di carica. Cambierà poco , certo, il momento è davvero tosto, ma una buona grintosa mezz’ora non può farci male. Breve intro, la mia, per presentare il nostro nuovo ospite, un tizio con tanta grinta da offrire a colpi di punk e di ska, un tizio che non ha alcun tipo di filtro. E la cosa ci piace… Sandro, sì, chiamiamolo semplicemente così, voce e chitarra degli Analfapeti e degli Oggetto Sconosciuto sputa fuori qualcosa per MDN. Una premessa: contenuti accessi, con tanto di imprecazioni. Se non siete pronti, beh, c’è sempre Radio Maria…
Partiamo subito con il concetto di punk. Stile di vita, certo, genere musicale e cento altri aspetti, ma cosa significa per te?

Punk per me significa potersi esprimere liberamente, senza paura delle conseguenze che ci saranno, iniziare a bere alle 9 di mattina e schimicare col pranzo. Il punk per me è quasi come una religione, mi ha salvato più volte dal baratro e continua ad essere il motivo della mia esistenza. Credo che senza punk sarei in manicomio.

Sei un personaggio piuttosto impegnato. Dai tuoi progetti musicali alla Glycerine Records. Bene, racconta tutto…

Glycerine è una piccola realtà indipendente nata del 2013 (mi sembra) e di cui faccio parte dall’autunno del 2019. All’interno del nostro roster abbiamo tre gruppi: Incenere, in cui suona Michele, il vero e proprio gestore dell’etichetta, Angry Drivers e Analfapeti, uno dei miei gruppi. A livello artistico canto e suono la chitarra in due gruppi, appunto gli Analfapeti, ska punk, e gli Oggetto Sconosciuto, più punk rock. Gli analfapeti nascono venti giorni dopo lo scioglimento del mio gruppo precedente, con voglia di spaccare tutto e molta rabbia da buttare fuori, mentre gli Oggetto hanno una storia più recente e tranquilla, nata dall’amicizia.

Come vanno le cose a Treviso o, in maniera più larga, in Veneto?

A Treviso e in Veneto le cose vanno fin troppo bene, ma come sempre chi ha il pane, non ha i denti. Gli artisti, o presunti tali, della zona preferiscono lamentarsi che i locali non li chiamano piuttosto che farsi il culo e girare locali per trovare date. Siamo al limite del ridicolo. Non capisco come sia possibile, io faccio venti date all’anno facendo un genere che non si caga nessuno e questi si lamentano che suonano massimo una volta ogni sei mesi. Ridicoli.

Il vostro è uno ska-punk ispirato dai grandi nomi della tradizione italiana, ma anche da alcune importanti realtà internazionali. Tratteggiamo il tutto, Sandro. Cosa hai ascoltato negli anni e cosa hai voluto inserire nei tuoi discorsi artistici?

Sicuramente le ispirazioni Rancid, Nofx e Lagwagon credo si sentano nei miei lavori, però sono state le Cattive Abitudini a cambiarmi la vita. Suonavano al CSO Django di Treviso a inizio 2016 e io, ancora minorenne, fui trascinato a questo concerto da una mia amica. È stato amore a prima vista. Tutt’ora sono uno dei miei gruppi preferiti insieme ai Derozer e ai già citati Lagwagon.

Tutti abbiamo un disco guida, un album dal quale non possiamo proprio separarci, nemmeno sotto tortura. Il tuo?

Credo di averne almeno cinque: Mondo Perfetto dei Derozer, Cosa sei disposto a perdere? Delle Cattive Abitudini, …And out come the Wolves dei Rancid, El vals del obrero degli Ska-p e Railer dei Lagwagon.

Estrai un brano dal tuo repertorio. Sbatticelo sui denti e facci male!

Per la gioia degli altri Analfapeti, ti parlo del brano che odiano di più, L’Amica. Io credo sia uno dei testi usciti meglio, più ironici e più spinti che abbia mai scritto. Pensa che una mia ex, che non ha un cazzo da fare a questo punto, mi ha scritto incazzata. Il brano non era rivolto a lei, ma il fatto che si sia arrabbiata mi ha fatto divertire come non mai.

Okay, di punk abbiamo parlato. Spostiamoci altrove. So che non disdegni altri generi musicali, anzi, spesso e volentieri ascolti materiale lontano dalle tue radici. Cosa puoi dirmi?

Tra i miei artisti di riferimento ci sono sicuramente Guccini, secondo me uno dei pochi cantautori validi, e i Pitura Freska, che ascolto da quando avevo tre anni, da quando ero in passeggino con mia nonna che mi spingeva. Guccini e Skardy, il cantante dei Pitura, secondo me, sono gli autori dei più bei testi della musica italiana.

Un concerto che ricordi con particolare piacere? Tra i vostri ovviamente. Dai, voglio aneddoti tosti!

Il problema è ricordarseli il giorno dopo, viste le birre che consumo. Potrei citarti le due macchine della polizia, tre dei carabinieri e la finanza con i cani in cerca di droga a Gorizia o l’ammasso di figa del Krach Club. Mai vista così tanta sotto al palco in vita mia. Ma credo che la sala concerti del Django strapiena per noi, Angry Drivers, Incenere e Dani delle Pornoriviste, sia il ricordo più bello di un mio concerto.

Musica in Italia. Senza censure, nudo e crudo.

La musica in Italia non è solo merda come dicono in molti, ma è studiata per un certo tipo di pubblico. Se prima si faceva musica commerciale per attirare la gente, ora fanno la musica perché sanno cosa vuole la gente. In ogni caso credo che il tumore più grande non sia la trap, ma l’indie, quella è spazzatura, porc***o. Tutti depressi da un giorno all’altro, tutti a tagliarsi le vene per lungo… oh, ma dove cazzo siamo finiti? Un po’ di grinta e di voglia di vivere, d***ane!

E dell’Italia in generale. Gli aspetti davvero negativi del nostro paese? Sintetizza, questa volta, non abbiamo 500 pagine a disposizione!

L’aspetto peggiore non credo sia Salvini, ma le conseguenze indirette della sua campagna elettorale. Io non credo che il suo obiettivo sia risvegliare il fascismo, ma certi cretini sì, e si sentono tutelati nel fare i fasci. Allo stesso livello ci metto i preti bigotti del cazzo che devono sempre dire la loro e rompere i coglioni, ma attenzione, siamo uno stato laico, mannaggia al clero! La più grande pecca dell’Italia è ascoltare il Vaticano far legge delle stronzate che dicono.

Sei abbastanza contrario alle cover band. Hai voglia di ribadire le tue idee?

Sostanzialmente non definisco “artista” chi replica l’arte altrui, per quanto possa essere bravo. Ma questo non è un pretesto per lamentarsi perché non si suona…

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi dagli Analfapeti?

Il secondo imperdibile disco che non sappiamo ancora dove registrare, quando registrare e come registrare, ma lo stiamo scrivendo. Per i fonici che leggono: non scriveteci ora che sapete questa cosa, vi prego.

Ora, per chiudere, voglio far luce su una questione di vitale importanza. Ne abbiamo parlato privatamente, ma ancora non ho le idee chiare. Cioè, non riesco proprio a darmi pace. Sei pronto?

Quanto cazzo dovrebbe costare uno spritz fatto a regola d’arte?

Sopra i 3 euro sei autorizzato a rispondergli: «Cagati su una mano e tirati una sberla.»

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