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Sotto a chi tocca

Venerdì scorso è arrivata la prima sconfitta stagionale per la Salernitana. Al Vigorito di Benevento i padroni di casa si sono imposti con un perentorio 4-0. Sconfitta che brucia parecchio considerando la rivalità e l’esodo dei tifosi granata. Tuttavia partiamo facendo i complimenti all’avversario. Il Benevento è a detta di molti la miglior squadra della Serie B, almeno sulla carta. Giocatori d’esperienza con numerose presenze sia nel campionato cadetto che nella massima serie (vedi Maggio e Nocerino). La rosa a disposizione del tecnico, Christian Bucchi, è di assoluto livello: esperienza e qualità in ogni reparto.

Venendo alla partita possiamo affermare che la Salernitana se l’è giocata fin quando ha potuto, ovvero fino al 2-0. La scelta di schierare la squadra con il 3-5-2 è stata probabilmente dettata dalla necessità di rimanere compatti. Tuttavia, ciò è riuscito in parte. Spesso i centrocampisti non si sono proposti a dovere mentre gli attaccanti hanno perso palla con una certa facilità, proprio quando sarebbe stato necessario trattenerla così da far salire tutti gli effettivi. Gli errori individuali hanno fatto poi il resto: vedere Maggio segnare indisturbato in quel modo fa capire che la strada da percorrere è ancora tanta.

Un’altra cosa che non ha funzionato a dovere è stata l’uscita palla al piede dall’area. La scarsa forma dei centrocampisti centrali, poco disponibili al continuo proporsi sulle fasce, ha costretto gli esterni a liberarsi del pallone quanto prima, per evitare pericolose ripartenze. Da Djavan Anderson ci si aspetta di più, su questo non ci piove. Il giocatore visto a Bari lo scorso anno è solo un lontano parente di quello sceso in campo venerdì. Altro discorso per Thiago Casasola. Il suo utilizzo è riconducibile esclusivamente alla pretesa di equilibrio, per altro assolutamente condivisibile, del mister. Quando scende Anderson l’argentino deve accorciare ed esser pronto a tamponare. Se invece gioca Pucino, dall’altra parte può esserci un esterno più offensivo come Orlando. Colantuono avrebbe potuto proporre una formazione più offensiva? Sarebbe stato un suicidio esporsi ai contropiedi di una squadra in grado di annoverare tra le proprie fila velocisti del calibro di Tello, Ricci, Improta e Roberto Insigne. Per cui capiamo, almeno nelle intenzioni, le scelte del mister.

Tornando a noi, siamo tutti d’accordo nel definire insufficienti le prove di Castiglia e Di Tacchio. I due sono stati poco dinamici, qualità che non è invece mancata ad Akpa Akpro, autentico motorino instancabile e ormai insostituibile del centrocampo granata. Passando ai due attaccanti, una prova sicuramente non all’altezza. Da Djuric e Jallow ci si aspetta di più. E’ una coppia molto forte per la Serie B. Il bosniaco ha le qualità giuste per essere il punto di riferimento in avanti mentre Jallow garantisce quegli strappi necessari nelle partite più bloccate. Dunque, calma e sangue freddo, non c’è nulla da temere. E’ già capitato che squadre da promozione come ad esempio il Frosinone e l’Hellas negli scorsi anni incappassero in batoste del genere. La Serie B è anche questo. La Salernitana ha qualità e alla lunga emergerà. Probabilmente gli errori compiuti venerdì fanno parte di un percorso di identità, necessariamente non immediato considerato il numero di nuovi acquisti. Comunque niente relax. Per fortuna, il calendario impone subito una risposta. Domani sera all’Arechi arriva l’Ascoli, un avversario decisamente più abbordabile. La squadra è chiamata a reagire prontamente. Una vittoria sarebbe importantissima in vista dell’impegno successivo: sabato 29 a Salerno arriverà infatti l’Hellas Verona di Fabio Grosso.

 

(Sabino)

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