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UFO SU NEW YORK L’avvistamento di John Lennon

Di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)

La storia tra John Lennon e la sua assistente personale May Pang, relazione che diede vita al famoso “lost weekend”, durò circa diciotto mesi, tra il 1973 e il 1974. L’artista, che stava attraversando un momento di pausa con l’amata ed enigmatica Yoko Ono, si trasferì per qualche tempo con May in un piccolo attico in stile Art Decò di New York, precisamente al 434 East 52nd Street, nel complesso di Southgate e appena prima dell’East River.
Bene, il curioso fatto che mi appresto a raccontare risale esattamente alla calda e torrida serata del 23 agosto 1974. Per combattere in qualche modo l’afa pesante, John uscì sulla terrazza per beneficiare della brezza. Ciò che però vide apparire in cielo lo lasciò esterrefatto. Egli richiamò urlando l’attenzione della compagna. Difficile da credere, ma su New York stava fluttuando uno strano oggetto circolare e luminoso. Sì, li chiamiamo UFO, e quella sera oltre quattrocento persone riferirono l’avvistamento alle autorità.
Chissà, signori…
Non abbiamo prove certe, ma solo un buon numero di testimonianze e, soprattutto, di chiacchiere. Tuttavia l’incontro colpì il mitico ex Beatle, tanto da spingerlo a inserire l’episodio addirittura nella sua musica.
Nella parte interna della copertina del disco solista Walls and Bridges del 1974, opera interamente concepita nei diciotto mesi lontani da Yoko, è infatti possibile leggere una nota molto più che esplicita: «On the 23rdAugust 1974 at 9 o’clock i saw a U.F.O. – JL.»
E anche il testo di Nobody Told Me, singolo estratto dal postumo Milk and Honey del 1984, presenta un verso particolare: «There’s UFO’s over New York and I ain’t too surprised.» Esatto, tradotto per noi: «Ci sono UFO su New York e io non sono troppo sorpreso.»
Le storie che circolano ancora oggi affermano anche che Lennon avesse disegnato a modo suo l’evento. L’ufologo Russ Kellett, celebre per aver a lungo lavorato sul presunto UFO crash di Berwyn Mountain, Galles del Nord, acquistò il disegno da un collezionista per inserirlo, oltre che nelle sua raccolta di pezzi pregiati dei Beatles, anche tra le prove degli avvistamenti. Ovviamente discutibile, ma interessante a livello cronistico. Di fatto, lo schizzo mostrerebbe semplicemente John e la compagna dell’epoca intenti a osservare il disco volante. Nella parte alta, a sinistra, annotati data e ora. Bah, a mio modesto parere, nulla di eclatante. In ogni caso, ulteriori dettagli sono stati riportati dalla Pang nel suo libro di memorie del 1983, Loving John.
Chissà, signori, chissà…
Forse, come al solito, sarebbe meglio concentrarsi solo sugli aspetti musicali e provare a comprendere le emozioni acciuffate da John Lennon nel corso del suo lungo weekend perso, ben relazionate in Walls and Bridges. Sì, sarebbe meglio, alieni e incontri ravvicinati del terzo tipo a parte.

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