I nostri due poeti giungono, in groppa al sommozzatore volante Gerione, nella prima bolgia dellāottavo cerchio. Qui son puniti i Fraudolenti āsempliciā, coloro che hanno frodato senza tradire. Dante descrive accuratamente questo nuovo luogo, le Malebolge, tutto di pietra e di color grigio ferro, dove si trovano nuovi dannati e nuovi fustigatori. Demoni cornuti frustano le anime dannate senza dar loro tregua. Dalla figura di VenĆØdico Caccianemico, un noto guelfo bolognese, che Dante riconosce subito, possiamo dire che si tratta dei ruffiani: āQuaggiù māhanno sommerso le lusinghe/ ondāio non ebbi mai la lingua stucca.ā La pena inflitta alle anime ruffianiere produce e perpetua la prassi medievale di punire il lenocinio con la fustigazione. Una pena scurrile e umiliante come la colpa che castiga. E qui i diavoli hanno le corna, cosiā come se li dipinge da sempre il popolo cristiano, assimilandoli agli antichi satiri e forse alludono anche ai mariti delle femmine indotte al tradimento dai ruffiani stessi. Poi si vede arrivare lāanima di Giasone, che sedusseĀ e abbandonò, tra le altre, la maga Medea e Ipsipile. Seduttore e mentitore, Giasone conserva anche nellāInferno un grande contegno e una virilitĆ regale. Il canto si chiude con orde di adulatori immersi nello sterco. Tra questi, la puttana Taide. Un canto, il XVIII, di grande sperimentazione sonora con rime molto aspre e dissonanti a rendere perfettamente la āmateria orribile e fetenteā, come dice Dante stesso, di questo basso Inferno. su twitter: Eccoci entrati nelle Malebolge, nel basso Inferno. I fraudolenti. I ruffiani, primi fra tutti, frustati da diavoli cornuti. Poi li vediamo impelagati nella merda del mondo…buon ascolto. Divina Commedia, canto XVIII.