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Intervista ad Aurora di Giuseppe e Vincenzo Mazza

 

Di Barbara Gabriella Renzi

Ho conosciuto Aurora attraverso internet. Le ho mandato una email visto che cercavo di pubblicare il mio libro “Scaglie di Sapone”, un romanzo-poesia. Sono stata colpita subito dai suoi modi: sempre chiara, sempre gentile e sempre dolce. Aurora non è soltanto la direttrice di una casa editrice ma anche una scrittrice di romanzi gialli.

Siamo proprio contenti di averla con noi oggi come autrice e…. ora al sodo! Chi è Aurora di Giuseppe, la scrittrice? Quando hai iniziato a scrivere? Per quale ragione?

Beh chi è la scrittrice? Ognuno di noi ha molte sfaccettature e così anche io. Ho iniziato a 15 anni, quindi tanti anni fa, ma erano diari nascosti, la ragione? Sicuramente perché come molti noi, abbiamo bisogno di interagire con gli altri.

Barbara: Quando scrivi? Perché i gialli?

Negli ultimi anni scrivo di rado, molto di rado. I gialli mi sono sempre piaciuti, mi piace il mistero, mi piace pensare che la mia protagonista riesca a catturare i malviventi e dare un aiuto all’istituzione.

Barbara: Raccontami dei protagonisti dei tuoi romanzi. Un commissario donna? Perché?

Donna perché io sono donna, donna perché anche se siamo nel 2020 abbiamo ancora difficoltà a essere ritenute valide per certi lavori.

Barbara: Descrivici Debora Giovagnoli? Il nome per quale motivo?

Debora è una donna semplice, chiara e determinata a volte dolce, proprio come mi hai definito tu. La scelta del nome è perché, da piccola odiavo il nome Aurora ed ero innamorata del nome di Debora, Giovagnoli perché, quando mi sono sposata, abitavo in Via Fabio Giovagnoli. Insomma nulla di particolare ma solo ricordi.

Barbara: ll mondo degli scacchi è protagonista del giallo di Aurora Di Giuseppe. Ti piace giocare a scacchi?

Sì mi piace, molto, quando ho scritto il giallo degli scacchi, conoscevo dei maestri che facevano corsi online, e mi hanno ispirato.

Barbara: Hai scritto una trilogia. Come hai progettato il tutto? Un romanzo dopo l’altro? O tutto insieme?

La trilogia è stata creata con la raccolta dei tre gialli scritti negli anni.

Barbara: So che hai collaborato anche con Vincenzo Mazza. Raccontaci di questo lavoro di collaborazione.

Questa è la più bella esperienza che ho fatto, scrivere un romanzo a quattro mani, un romanzo che riporta una storia vera, non un giallo, ma racconti reali e vissuti da altri. Enero Amargo rimarrà sempre il mio miglior lavoro, e invito tutti a leggerlo..

Barbara: Vincenzo parlami di questo libro? Come è nato?

Vincenzo: Enero Amargo nasce da una storia vera, ovviamente romanzata. In quel periodo, erano i primi tempi che mi ero trasferito a Roma dalla provincia di Napoli, mi incontravo spesso con Aurora, l’avevo conosciuta un anno prima della stesura del libro, me la presentò mia cugina poiché avevo scritto un fantasy e cercavo un editore, ed ecco che come per magia Aurora mi presentò il suo, per di più, mi invitò anche alla presentazione del suo giallo, facendomi partecipare come artista (in quel tempo disegnavo e scolpivo cammei su conchiglia).

Enero Amargo è un libro a tinte forti che nasce contro l’omofobia e quindi coinvolsi Aurora nello scriverlo a quattro mani. Fu un’esperienza indimenticabile, ogni momento era buono per scrivere parte del romanzo, fino a quando congiungemmo tutti i puzzle e ottenemmo un libro che ancora oggi vende copie.

Barbara: un poco di sinossi con suspense per i tuoi lettori?

Geronimo Grace, Johnny per tutti, dopo aver vinto una gara per il conseguimento del brevetto di “salvagentes”, nel gennaio del 1989 vola col suo mister in Venezuela per uno stage sulla splendida Isla Margarita situata nel mar dei Caraibi. Lì un giorno, dopo aver salvato una bella ragazza di nome Alba, fa amicizia con suo fratello Andrés Rodríguez. La loro, in pochi giorni, diviene un’amicizia particolare: “l’amore che non osa dire il suo nome”.

Dapprima Geronimo frequenta Alba, ma nel tempo scopre che l’attrazione sessuale è rivolta più verso Andrés il fratello di lei.

Colpi di scena e scontri omofobici sono il fulcro di tutta la storia tratta da una vicenda realmente accaduta, ma romanzata nei minimi particolari.

Barbara: Cosa vuol dire essere uno scrittore?

Vuol dire vivere tante vite, sai? Un po’ come camminare su un prato e poi ritrovarsi in luoghi fantastici, surreali, creati dalla mente e dalla stiva della memoria che è nel nostro cervello e perché no, nel nostro cuore.

Barbara: quale messaggio vuoi dare ai nostri lettori?

Io ho iniziato la mia carriera di autore con un fantasy ambientato tra realtà e mondi fantastici, tra i quali: il Paradiso.

Ho sempre cercato di condividere idee più spirituali.

Nel fantasy sono presenti disegni e personaggi creati dalla mia matita, ma in tutte le storie che racconto cerco di sottolineare il fatto che navighiamo tutti sulla stessa barca; viviamo di sogni, siamo uguali ma diversi, ognuno ha un suo credo, anche chi non crede ha un suo ideale mistico…

Vi siete mai chiesti che vita sarebbe senza pensare che qualcosa o qualcuno da lassù ci sta osservando?

 

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