Istantanee Rock

AIUTO! Il 1965 di John Lennon

 

 

 

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

Per i Beatles il 1965 è l’anno di Help! Il quinto capitolo della discografia propone quattordici storici pezzi, sette dei quali, quelli della prima facciata dell’LP, concepiti per la colonna sonora dell’omonimo film diretto da Richard Lester e interpretato dalla band stessa. L’apertura del disco (e anche quella della pellicola) spetta proprio al brano eponimo, scritto essenzialmente da John Lennon, ma come sempre accreditato anche al compagno di merende e di successi Paul McCartney.
I Beatles stanno spopolando ovunque, la loro fama è cresciuta a dismisura, ma ovviamente non possono ancora sapere cosa diventeranno per il mondo della musica o cosa sapranno comporre in futuro. Suonano, incidono, girano e non si fermano mai. Bello ed esaltante, ma molto difficile da gestire, sia psicologicamente che fisicamente. Il più conciato del quartetto è proprio John, caduto in una sorta di depressione, schiacciato dal malessere e dallo stress. Ha messo su chili per via della cattiva alimentazione, si dà dell’Elvis grasso, e in più, per non farsi mancare nulla, anche il suo matrimonio con Cynthia Powell sta inesorabilmente andando a farsi benedire. Il cantante sente a questo punto di aver bisogno di aiuto, di un aiuto vero, e ha voglia di cantarlo e di suonarlo. Ha voglia di confessare e di buttar fuori le problematiche che lo stanno tormentando.
Un giorno sale nella soffitta della sua abitazione a Kenwood con l’amico Paul e, chitarra in mano inizia a darsi da fare con la musica e con le cattive sensazioni provate. In pochissimo tempo, giusto qualche ora, Help! prende vita. I primi ad ascoltare l’inedito sono Maureen Cleave, la giornalista dell’Evening Standard tanto apprezzata da John e che con i Beatles ha un rapporto buonissimo, e la Powell, rimaste a rilassarsi nel salotto al piano di sotto. Le due donne non possono nascondere l’entusiasmo, la nuova creatura è oggettivamente deliziosa. Lo stesso John si accorge di avere in mano qualcosa di forte, di accattivante e di onesto. Il testo racconta le sue insicurezze, parla della mancanza di indipendenza, torna a ricordare un’adolescenza leggera e priva di grosse preoccupazioni.

When I was younger, so much younger than today,
i never needed anybody’s help in any way.
But now these days are gone, I’m not so self assured.
Now I find I’ve changed my mind and opened up the doors.

Pensata dal suo autore come una ballad lenta e malinconica, la canzone viene presto ascoltata ed esaminata dai produttori dei Beatles che, piuttosto sicuri del potenziale, convincono i Fab Four (un po’ meno proprio Lennon) ad aumentare il tiro, ad accellerare il tempo e a rendere il tutto ancor più appetibile. Ciò che esce dallo studio nel 1965 e dopo una dozzina di takes è in effetti una perfetta opera pop, vivace nel ritmo ed eccellente a livello melodico. Se tutti continuano a cantare il brano dopo quasi sessant’anni, un motivo c’è, un motivo che somiglia a una ricetta da custodire in una teca. No, non credo di esagerare perchè Help! appartiene sicuramente alla lista non così lunga dei brani (e i Beatles ne possono vantare diversi) che ogni aspirante cantautore dovrebbe prendere in considerazione e studiare attentamente. Concetti semplici e allo stesso tempo efficaci, estrema orecchiabilità e impatto immediato, tutti insieme, costituiscono la solida base della ricetta. Quello che completa il piatto, la parte molto meno emulabile, dimora in un solo sfavillante marchio: The Beatles.

megliodiniente

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