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Alberto Barina – L’urto della sensibilità

 

Ho letto: L’urto della sensibilità
Autore: Alberto Barina

Recensione di Carlo Amedeo Coletta

– Sapete che c’è? Stasera mi spiaggio sul divano e mi leggo un libro di poesie, così mi rilasso e la mente va dove preferisce!
Sì, mi pare di aver detto proprio questo agli amici che mi proponevano una sorta di attività fisica da svolgere all’aperto, in mutandoni, rincorrendo una sfera di cuoio in mezzo a un campo verde. A luglio. Dopo quattro mesi quattro di inattività totale all’insegna di pizza e patatine. Roba da matti, vero?
Fedele al mio intento e certo che un lunedì qualsiasi riprenderò a mangiar sano, correre e smettere di fumare, mi sono preso il mio bel libro intitolato “L’urto della sensibilità” e mi sono spalmato sul divano in ecopelle. Lunedì, almeno, potrò dire che uno dei tanti propositi l’ho effettivamente raggiunto.
Subito è nato il primo problema. Leggendo il primo verso mi sono accorto che la posizione non era quella corretta. Ci sono libri, infatti, che dopo due parole sai già come finirà la frase. Se usi un po’ di arguzia, sai anche come si concluderà la pagina. Se parliamo di poesie, poi, è ancora più facile. E’ come nel calcio. Capisci lo schema, in questo caso delle rime, e sai già che a cuore corrisponderà amore. Buia notte accompagnerà le anime rotte. Rotte da che? Ma dal pianto! E quanto? Tanto! E così via. Per cui, se si ha una mente fantasiosa, si legge un verso e, in posizione scogliosi, sul divano, la mente può gironzolare dove le pare, ispirata dal poeta di turno.
Alberto Barina non è così.
Alberto Barina te lo fa capire subito che non è aria da divano. Mettiti composto. Risparmierai sull’osteopata e potrai leggere con la dovuta attenzione.
E non farlo arrabbiare, Alberto Barina. E’ un ribelle. Uno che dismette gli occhiali, dagli occhi, dal cuore, dalla mente. E lo fa subito, appena può, già da piccolo.
Alberto Barina non ha bisogno di vedere il mondo come gli viene imposto dalla società. Astigmatico nel cuore, astigmatico negli occhi. E va bene così. Se al mondo non va bene, che sia il mondo a mettersi gli occhiali.
Alberto Barina sa il fatto suo. E combatte affinchè gli sia permesso di dirlo. Combatte con chi non lo vuole con una penna in mano, combatte con chi non lo vuole con un cuore nel petto. Che sia qualcuno di amato a non volerlo o una società di sconosciuti, poco importa. Lui combatte, osserva, descrive senza giudicare, riflette. Urla.
Alberto Barina è Rocky e il mondo è Ivan Drago, sicuro di spezzarlo in due. E proprio come Rocky, Alberto combatte, certo, ma sa amare intensamente. Rimbocca, ogni giorno, i giorni che rimangono a qualcuno a cui vuole tanto bene. Rimane lì a rifare il letto e il giorno, come se potesse così fermare il tempo. Come se lottasse anche con lui.
Non è leggera l’esistenza di Rocky ma un film e un buon regista aiutano, soprattutto con una colonna sonora e una scalinata da percorrere in tuta ginnica davanti alle telecamere.
Alberto Barina non vive in maniera leggera. Si sa. Gli urti alla sensibilità rendono ruvidi e lasciano cattivi pensieri. Pensieri di inadeguatezza, pensieri che ci fanno sentire come una baia inospitale dove l’onda si ostina a venire senza invito o riguardo.

L’Urto della sensibilità non è un libro per tutti. Di sicuro, non lo è per chi cerca leggerezza e svago.
Per leggere e gradire appieno il libro di Albero Barina si deve essere disposti a mettere in moto cervello, cuore e anima. Si deve avere il tempo. Sapete quella roba strana che corre tanto in fretta? Ecco, a volte lo dimentichiamo ma è prezioso e dovrebbe essere speso bene. Questo libro dovrebbe essere nel preventivo di spesa, ve lo assicuro
Se vi va, a presto e buona lettura!

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