A cura di Emilio Aurilia
Fra le mille genialità affacciatesi nella decade 1965-1975, indubbiamente la più fertile e fantasiosa per il mondo del rock e della pop music in generale, si è distinta questa che porta il titolo al presente intervento. Non si è mai capito come mai in quella città inglese si siano sviluppati una serie di gruppi accomunati da un sound particolare. Non è dato di sapere chi una tale etichetta abbia confezionato; se i musicisti stessi dopo essersi accorti di una tale condivisione, ovvero un qualche brillante giornalista per metterli opportunamente a fuoco. Henry Cow, Gong, Matching Mole, Hatfield and The North, ma anche Caravan e Camel dato che le formazioni sono state talvolta generate dai fuoriusciti da uno o altri gruppi, sono stati i maggiori rappresentanti della peculiare definizione. Vi troviamo gli ex Soft Machine Hugh Hopper e l’onnipresente Robert Wyatt, i cugini Richard e Dave Sinclair, il chitarrista Phil Miller, a prestarsi a varie combinazioni di costituzioni di band future. Il sound è impostato prevalentemente su lunghe ed eleganti fasi strumentali a base di tastiere elettroniche, per un melange dal sapore misto, occhieggiando ora decisamente al prog rinunciando però a certi barocchismi classicheggianti, ora al jazz, alla fusion e alla musica d’avanguardia, con risultati di grande qualità. Dalle varie travagliate vicende che testimonieranno la fine attività per molti gruppi, si formeranno per breve durata dalle ceneri degli Hatfield i National Health (1975-1982) per la volontà di Miller, nel tentativo di far rivivere il prezioso sound.
Una curiosità riguarda i Matching Mole, per cui qualche buontempone della stampa ha dichiarato che la talpa (mole) non c’entrerebbe nulla, benché la copertina dell’album di esordio ne raffiguri due; il nome della band sarebbe invece polemicamente la pronuncia inglese del francese Machine Mole, ossia Soft Machine.
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