Rockology

CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL

 

 

ARTICOLO DI EMILIO AURILIA

 

 

Nati come Blue Velvets a cavallo fra la fine degli anni cinquanta e l’inizio dei sessanta, la formazione comprendeva John Cameron Fogerty (chitarra e armonica), Stuart Cook (chitarra basso e piano) e Douglas Ray Clifford (batteria). Con l’aggiunta successiva di Tom Fogerty (fratello maggiore di John) alla voce solista e alla chitarra ritmica divennero prima Tommy Fogerty and The Blue Velvets e poi Golliwogs proponendo un sound in linea con il periodo: lenti terzinati sulla falsariga di quelli eseguiti dai Platters pur se con efficacia maggiore ma meno pathos, perfettamente adatti alla voce chiara e modulata del leader, si alternavano ad episodi più mossi ricchi di riferimenti blues in cui primeggiava invece l’impronta vocale roca e pastosa dell’altro Fogerty, il minore che, prese le redini in mano e annunciata la nuova e definitiva immaginifica denominazione del gruppo, impose alla band una decisa sterzata verso un rock and roll aspro ed essenziale condito con pennellate di rhythm and blues e blues rurale à la Leadbelly (di cui interpreteranno alcuni pezzi), ma soprattutto carico di grinta e feeling grazie anche alla sua grande competenza e versatilità chitarristica. Da quel momento (1967) si è aperto per i CCR un periodo di costante ascesa costellata da premi e riconoscimenti fra album e singoli pubblicati a velocità vorticosa. I genuini e freschi rock and roll “Fortunate son“, “Green River“, “Travelin’ Band” e su tutte l’immortale “Proud Mary“, insieme a morbide ballate dal sapore country “Wrote A Song For Everyone“, “Lodi“, “Who’ll Stop The Rain” e “Have You Ever Seen The Rain“, possono costituire ancora parte di una ideale playlist d’imperdibili!

Green River” (1969) e “Cosmo’s Factory” (1970), considerati a posteriori, si pongono come gli album più riusciti e tecnicamente perfetti, mentre “Pendulum” (1971) il penultimo, salutato come un capolavoro, si orienta invece (tranne poche eccezioni) verso il r&b con uso massiccio di sax e Hammond (tutto ad opera di John Fogerty), addirittura spiazzando con il sorprendente strumentale “Rude Awakenin’ n°2” una sorta di pavana per chitarra acustica che sfocia improvvisamente in un tentativo d’avanguardia, seguendo l’ispirazione rumoristica di LaMonte Young fra nastri rallentati, sintetizzatori e varie altre diavolerie elettroniche. All’indomani di questa pubblicazione Tom Fogerty esce dal gruppo e il fratello, scosso da tale defezione, concede per la prima volta spazio compositivo ai suoi per la registrazione del mediocre “Mardi Gras” (1972) che non fa che dimostrare amaramente quanto l’avocato ruolo di leader indiscusso del minore dei Fogerty non fosse poi del tutto casuale.

Dopo lo scioglimento Clifford registrerà un album solista “Doug ‘Cosmo’ Clifford” simpatico e nulla più, prima di riunirsi a Cook per dar vita alla base ritmica della Don Harrison Band e, recentemente, ad una discutibile riedizione dei Creedence senza John. Tom Fogerty proseguirà la sua incerta attività solista fino in pratica al suo prematuro decesso avvenuto ne 1990. John Cameron Fogerty infine continua tuttora la sua produzione solista di qualità anche se non molto prolifica.

E’ curioso però notare come la defezione dell’elemento meno dotato della band, ne abbia indirettamente causato la crisi che avrebbe condotto in breve al suo scioglimento.

 

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