MDN

FRANK ZAPPA

 

Articolo di Emilio Aurilia

 

La sterminata produzione discografica rende difficile focalizzare codesto chitarrista, incatalogabile in un ben preciso contesto musicale, nato a Baltimora da famiglia italiana e greca nel 1940 che rappresenta un personaggio unico nella storia del rock (riduttiva la definizione), praticamente instancabile a proporre i suoi deliri. A metà degli anni sessanta forma il primo nucleo della sua fidata band The Mothers Of Invention, nome mutuato nientedimeno dalla definizione di Platone secondo cui “la necessità è la madre di tutte le invenzioni” con cui inciderà “Freak Out” l’album di esordio che già nel titolo parla al suo pubblico e la natura di album doppio la dice lunga sul suo intento di comunicazione. È un disco dissacrante, al pari di molti altri suoi prodotti in cui l’interesse della proposizione musicale va a interagire con testi molto azzardati e talora osceni.
L’attività con il gruppo è frenetica (quattro album in due anni), ma il titolare lo scioglierà alla fine del 1969, producendo poi “Hot Rats” considerato il suo capolavoro a cui parteciperà Don Van Vliet, alias Captain Beefheart, un bizzarro personaggio quasi una sorta di suo alter ego, uno specchio su cui Zappa per molti anni ha amato riflettersi, fino ad arrivare a detestarsi vicendevolmente per poi riavvicinarsi negli ultimi anni di vita del chitarrista, deceduto nel 1993.
È soprattutto dopo lo scioglimento dei Mothers che Zappa si lancia nella sua idea di musica, non limitando il suo orizzonte al rock di stampo tradizionale, andando bensì alla ricerca della musica totale con arrangiamenti misti anche per strumenti meno usati in àmbito rock, spingendosi poi ad abbracciare volentieri il ruolo di direttore d’orchestra cogliendo più di uno spunto dalla musica contemporanea occhieggiando massimamente al suo idolo Edgar Varése e persino nella rivisitazione di un suo omonimo musicista nostrano del seicento, rielaborandone i contenuti.
Rinnovata quindi la formazione dei Mothers pubblica “Overnite Sensation” e “Apostrophe” rispettivamente nel 1973 e 1974 e soprattutto “Sheik Yerbouty” (1979), nome di fantasia dal gioco della frase Shake your booty, singolo di successo di disco music della KC Sunshine Band (1976), l’album più venduto, segno di un indiscutibile avvicinamento ad atmosfere più popolari di pop rock e funky per un successo di vasto pubblico.
I testi come sempre sono irriverenti, spregiudicati e osceni, confermando la natura di un personaggio, oltreché eccellente chitarrista, unico nel mondo del rock assolutamente da conoscere e apprezzare.

 

Leave a Reply

Area Riservata