Giacomo Leopardi, il Poeta.

 

 

 

Articolo di Mirna Poli

 

Ho sempre amato girare nei mercatini di libri e così fu ad agosto scorso, una sera come tante ma dopo la lunga quarantena e questo fa la differenza, voglia di libertà, di libri.

I libri hanno sempre significato la libertà per me e così sempre sarà. Voglia di libertà, sapere, conoscenza, infinita da scoprire.

Lì trovai nuovamente Giacomo, spuntò davanti ai miei occhi come un miraggio, dopo mesi di chiusura rividi finalmente qualcuno.

Egli segnò per me, da fanciulla, l’amore verso la poesia e così è tuttora, ogni mia poesia parte sempre da un pensiero rivolto alla sua grandezza, nell’animo.

Perchè Giacomo?

Mi ricordo da bambina le sue poesie, lette e non capite nelle parole ma vissute dentro, emozioni che sgorgavano con lacrime e in pochi capivano. Da lì cominciai a scrivere poesia come acqua che esplode da una cascata e non smisi più.

Andando a studiare a Pisa mi ritrovai ad abitare per un periodo in Via della Faggiola, vicino alla casa dove egli dimorò; un mazzo di fiori ogni sera veniva lasciato sulla porta e lì io pensavo a Silvia ogni volta che passavo. Una Silvia leggiadra che lasciò troppo presto la vita terrena, una Silvia che egli amò di un amore sospeso, mai maturato, in boccio per sempre, reso eterno da rime immense. Da qui fantasticavo: l’Infinito, un inno alla vita, pensavo a qual colle mai visto davvero dal vivo, a chi scrive e non vede ma immagina, poi Passero Solitario, la nostalgia e Il sabato del villaggio, sempre una malinconia che mi fa stranamente stare bene.

Non so come descrivere tutto ciò che mi regala e mi ha sempre regalato Giacomo, ogni volta che lo incontro vedo gioia immensa in quel dolore e sorrido tra le lacrime. Solo allora scrivo con vera ispirazione. Penso sia lui a suggerirmi, a prendermi ogni volta per mano.

Così fu quella sera al mercatino dei libri e trovare una sua poesia a ispirarmi fu di nuovo festa dopo tanto buio.

Grazie Giacomo, sei un dolce sentire e resti per sempre.