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GUERRA Intervista ai Flease

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

Come spesso accade, girando per il web, riesco sempre a scovare cose interessanti e capaci di colpirmi per diversi motivi. In questo caso l’attenzione è ricaduta sui veronesi Flease, rock band alternativa e aggressiva al punto giusto. Un primo ascolto, un secondo ascolto e gruppo contattato per l’intervista. Istinto soltanto, mi viene allora da dire, senza ornamenti vari, senza chissà quale raffinata poetica, ma convincente proprio per estrema sfrontatezza. Semplicemente rock: provate il loro ultimo Guerra per comprendere meglio le mie parole. Beccati tuttavia in un momento a dir poco particolare, il chitarrista/vocalist Didi e il bassista Nic, hanno deciso di spiegarmi un po’ tutto, dalla recente uscita del cantante Marcus alla scrittura dei pezzi, dalle esperienze negative alla voglia di continuare in ogni caso. Intelligenza, genuino sarcasmo e, come detto, attitudine rock. Ascoltate, signori, ascoltate e supportate. E, se avete a cuore la musica, non smettete mai di cercare suoni…

Benvenuti sulle nostre pagine, per me è un piacere ospitarvi. Prima di tutto però, chi sono i Flease?

DIDI: Ciao, Ricky. Permettici di ringraziarti per l’interesse e la disponibilità dimostrata. Non siamo avvezzi a queste attenzione e saremo molto imbarazzati nel risponderti. Quindi eccoci, Noccio, Didi, Frenky e Nic.

NIC: Ciao, e grazie ancora per averci voluto qui!

State mettendo a posto la formazione, dopo l’uscita di un componente. Non è mai facile dover affrontare situazioni di questo tipo e mi auguro che tutto possa andare per il verso giusto. Avete voglia di parlarne? Credo che non sia possibile sorvolare…

DIDI: Ti confermo che non è facile, ma dobbiamo pensare a rimanere saldi e mantenere l’equilibrio. È veramente brutto, ma “non si può imbottigliare il vento”. Per il nostro amico Marcus è arrivato il momento di tornare nell’aria, da dove come un tifone era arrivato. Dal punto di vista pratico la stiamo gestendo alla buona e in “casa”; e per me, che sono rimasto comodamente nascosto troppo a lungo, è arrivato il momento di metterci la faccia e la voce.

NIC: Forse è lo sconvolgimento che ci serviva, il motivo scatenante per costringerci a rimboccarci le maniche con quel che abbiamo e con la voglia che ci ritroviamo.

Musica ora. Vi ho scoperti, dopo aver ascoltato il vostro ultimo Guerra. Il disco mi è piaciuto molto: è onesto, diretto, aggressivo ed energico. Possiamo dire che la rabbia abbia il ruolo principale?

DIDI: La rabbia (o il controllo della rabbia) ha un ruolo fondamentale in tante situazioni della nostra vita, che pur parlando da un piedistallo di relativo benessere, potrebbe essere sempre migliorata. Sfortunatamente la stessa rabbia che mettiamo nel suonare, non la mettiamo nel quotidiano, e ci accontentiamo di una modesta mediocrità. Aggiungi un pizzico di insoddisfazione, condisci con melanconica delusione e alla fine c’è comunque un bel tramonto.

NIC: Sì, esatto, quella che ti sembra rabbia è praticamente un foruncolo della nostra vita.

Anche questo disco, come molti altri, ha preso vita durante il periodo di pandemia. Quanto ha influito quell’orribile e controversa situazione?

NIC: Sì, qua probabilmente ho detto qualcosa di inesatto io quando ho parlato con te qualche giorno fa: il disco era già scritto prima della pandemia. Durante quel periodo abbiamo però deciso che bisognava metterlo in piedi e registrarlo, ecco. Io in quel periodo ho fatto praticamente indigestione di vecchi anime.

DIDI: Allora, pensando alla finestra temporale in cui abbiamo composto il disco è abbastanza naturale pensare sia un disco della pandemia, ma in realtà non è cosi. O quantomeno non credo che abbia minimamente influenzato la composizione dei brani, che è avvenuta come sempre in modo casuale, materiale e immateriale, disordinato e senza una visione di insieme. Certo è che, la disgrazia pandemica, ha portato molti di noi ad avere una quantità enorme di tempo libero da dedicare alla musica, ma di fatto quasi nulla si è tradotto nei pezzi del disco (a meno che tu non senta nei nostri pezzi qualche riferimento ai SickTamburo, che ascoltavo durante la pandemia).

Rock genuino, con chiari riferimenti al grunge e al post grunge, ma anche al punk e all’alternative. Insomma, espressioni sonore che amiamo in molti e che non hanno mai smesso di pulsare e di trovare spazio. A livello internazionale, per esempio, possiamo sempre contare sull’opera dei Foo Fighters. Queste le mie impressioni, ma dove possiamo collocare realmente la vostra musica?

DIDI: Ok, sì, giusto, hai detto bene proprio i FF… Anzi, grazie finalmente di averci trovato un collocamento nel panorama musicale perchè di fatto noi non ci siamo mai riusciti. Ma bada bene, non abbiamo minimamente la pretesa di sentirci dire quanto siamo creativi e alternativi.

Probabilmente abbiamo assemblato nelle canzoni tutte le influenze musicali che facevano parte del nostro background musicale, e complice l’assenza di un (saggio) produttore artistico e la necessità di accontentarci di quel che c’era, è venuta fuori sta roba qua; che non è indie, non è rock, è un po’ cosi come ci pare.

NIC: Boh, io fai conto che odio i Foo Fighters. Loro e tutto il rock da supermercato che più o meno rappresentano. Però sì, per carità, loro un mutuo non ce l’hanno quindi mi sa che è 3-0 per i Foo.

Guerra. Il titolo dice tantissimo se non tutto, così come l’omonimo pezzo. Ne parliamo?

DIDI: Ne vogliamo veramente parlare? Sicuro? Abbiamo condiviso tanti momenti di gioia insieme al nostro caro amico Marcus che è stato l’autore della maggior parte dei testi, certamente legati a esperienze vissute, ma tuttavia mai compresi davvero a pieno. Tanto meno lo possiamo fare ora, dato che Marcus non è più qui. Ci piace giocar la parte dei critici d’arte e trovare un significato all’interno di parole e frasi apparentemente slegate, probabilmente messe a caso, ma che di fatto spesso possono suscitare in ognuno di noi il significato che uno si sente in quel momento. Credo che Guerra, come la maggior parte dei nostri pezzi, funzioni più o meno cosi.

NIC: Allora, anche per me non ha nessun senso. Tutto quello che mi ricordo è che in quel periodo si Marcus si leggeva il libro I 36 Stratagemmi.

I brani sono tutti belli, potenti e ispirati, ma per presentare il lavoro, avete scelto la seconda traccia, Dillo A Tutti Quanti. Sapete cosa vi dico? Cazzo, è la canzone che mi ha subito colpito. Intro fighissimo, grande impatto e poi ritornello da pogo feroce. Vorrei sapere la vostra…

DIDI: Ecco, questa canzone è dal 2019 che ce la tiriamo avanti e la sua composizione è stata un macilento parto che ha rischiato più volte di annientare sia il nascituro che la madre. Ha rischiato fino all’ultimo di perdere il ritornello, di perdere quel grido generalista che sta bene cantato in tante situazioni; va bene per quando si inizia una battaglia, va bene per quando si finisce una guerra, per quando si esce dal buio.

Come nascono le vostre canzoni?

DIDI: Credo che ormai tu abbia inteso che è più per caso e per fortuna che accordi riff e parole si trovino nello stesso spazio a condividere paure ed emozioni. Sembra brutto da dire, ma non c’è molta poesia; grossomodo si parte da qualcosa di strumentale a cui poi si aggiunge un pizzico di parole che, con una mescolata digitale, si uniscono a formare un pezzo più o meno coerente.

E per quanto riguarda la produzione, come vi siete comportati durante le registrazioni varie?

DIDI: Ah, guarda, parlare di produzione è un po’iperbolico. Il disco è casalingo e le sue registrazioni sono state lunghissime, in quanto l’autoproduzione porta con se una eterna insoddisfazione riguardo il lavoro svolto e un continuo tentativo (spesso vano) di migliorarlo, ri-registrarlo ecc… Ora che ti sto scrivendo infatti sto pensando di rimixare il disco. Ecco, ora che mi ci hai fatto pensare, ti dico anche “maledetti i FooFighters”, dato che ho usato un loro brano come reference per tutto il mix, senza apprezzabili risultati..

Siete attivi dal 2018. Raccontatemi i vostri primi cinque anni…

DIDI: Un’ombra scura su di noi. Ma ci siamo divertiti a stare insieme; abbiamo passato tanti momenti di divertimento, risate e un po’di sconforto. Purtroppo sia per sfiga, che soprattutto per colpa, non abbiamo avuto l’ardire di uscire dalla mentalità DIY, che, se dal lato produzione può essere anche OK, dal lato promozionale e di relazione con il settore musicale/concerti è decisamente un scelta terribile, per una realtà di provincia come la nostra. Nic, pia e paziente persona, si è sempre sbattuto in maniere incredibile, sobbarcandosi tutta la nostra pigrizia e incapacità relazionale sul mondo social per interagire con il mondo musicale fuori dalla nostra cerchia di “conoscenze”, tuttavia con tristi esiti. Purtroppo la parte “bassa” del settore underground, complice una continua decimazione di locali e club per effetto di una naturale trasformazione di usi e costumi, è sostanzialmente morta (quantomeno nel nostro genere). Il passaggio dal livello locale ad almeno regionale, necessita inevitabilmente di un contatto “professionale” che sia un’etichetta un management o una booking. La maggior parte delle nostre interazioni con locali, webzine e operatori di settore si è sempre risolta con una non risposta o al meglio un “no, grazie, (sottinteso non vi conosco, non scriveteci, trovateti qualcuno che conosco che scriva per voi)”. Abbiamo comunque fatto la nostra modesta attività live, per lo più locale, anche grazie a qualche amico che si è sempre prodigato per noi.

Attività live, appunto?

DIDI: Per forza si deve andare avanti; abbiamo da poco perso il nostro cantante Marcus. Abbiamo un paio di situazioni che a breve verranno pubblicate, in cui suoneremo, portando avanti con decoro e modestia la formazione in quattro. Anzi (momento elemosina) se qualcuno avesse la pietà di chiamarci nell’autunno sarebbe veramente una bella cosa.

NIC: No comment

Cosa non vi ho chiesto?

DIDI: Cosa vuol dire Flease? Fondamentalmente niente.

NIC: Se è la vita che volevamo. Oddio, no! Preferivo essere i Foo Fighters.

Salutate i nostri lettori, allegando tutti i link principali

DIDI: Ciao Lettori. Scusate per le risposte cosi lunghe e la mediocrità delle stesse.

NIC: Ciao ascoltatori, fate la musica che paga tanti soldi, non come noi poveri disgraziati.

Qui sotto trovate link con esempi di cosa non dovete assolutamente fare per avere successo nella musica.

Bandcamp: https://flease.bandcamp.com/album/guerra

Instagram: @fleaseband

Facebook: https://www.facebook.com/Fleaseband

Youtube: www.youtube.com/@fleaseband

Spotify: cercate “FLEASE”

Mail: fleaseband@gmail.com

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