Si può tornare a vivere dopo la perdita di un figlio? Questo è il tema predominante del libro. Dopo un anno dalla morte del figlio, Mario si trova a vivere in una bolla di tristezza e apatia in cui si sono chiusi lui e la moglie Amelia. Ancora non sanno la causa della morte. Mentre si svuota la camera del figlio saltano fuori una pistola e dei taccuini con annotati strani numeri; Questi ritrovamenti sollevano dei dubbi e, dopo l’incontro causale con un ex compagno di scuola, si incomincia ad indagare. Il libro ha un bel ritmo, i sentimenti di questo padre creano empatia e ti trovi invischiato nella sua storia provando le sue stesse emozioni. Lo scrittore mette in evidenza su quanto la pet therapy possa influire sul recupero, dopo un grave lutto. Alla fine si trova la verità correndo anche dei rischi. Ci sono tutti i presupposti perché la strana coppia di detective che indaga ci tenga compagnia anche in futuro.
Un giallo intimista che piano piano si trasforma e offre una nuova possibilità di vita per chi ha subito la peggiore delle perdite
Mario Pedersoli è un pensionato a cui, quasi un anno prima, hanno assassinato il figlio trentenne. La sua vita è tormentata dal dolore per la perdita, dall’esaurimento nervoso di sua moglie Amelia e dal rammarico per le insufficienti indagini svolte dalla polizia di Torino che ha liquidato il caso come un furto finito male.
Un giorno però, mentre si occupa di svuotare la vecchia cameretta, sporadicamente utilizzata dal ragazzo scomparso, Mario trova un oggetto che non avrebbe mai immaginato suo figlio potesse possedere. Questa scoperta, insieme al fortuito incontro con una vecchia conoscenza dei tempi delle scuole medie, riaprirà in lui la speranza di scoprire qualcosa in più sulla morte del figlio spingendolo non solo a indagare ma anche a dare una svolta diversa alla propria esistenza.