MARK-ALMOND

 

 

ARTICOLO DI EMILIO AURILIA

 

 

Il duo formato da Jon Mark (chitarra e voce) e Johnny Almond (fiati) è stato una delle proposte più interessanti ma meno conosciute che ha attraversato gli anni settanta. Più acclamati dalla critica che dal pubblico nasce, dopo svariate esperienze separate dei due (Mark, compagno di scuola del futuro chitarrista di Cat Stevens, Alun Davies, e Almond con i trascorsi con Zoot Money e Alan Price) dalle ceneri dell’esperienza acustica di John Mayall in “Turning Point” ed “Empty Rooms”.

Mark e Almond, anziché rimanere scioccati dallo scioglimento del gruppo voluto da Mayall, trovano l’ispirazione per realizzare un album omonimo, dopo aver reclutato Tommy Eyre alle tastiere e Roger Sutton al basso, interessando per il loro jazz rock molto accattivante nelle due suite “The City” e “Love”. Dopo l’iniziale abbrivio che prosegue negli anni con gli album “Rising” e “Mark-Almond 73” dal vivo che riluce nella splendida “What Am I Living For” con uno stratosferico Danny Richmond alla batteria, il duo deve fermarsi per il grave incidente occorso al chitarrista che, nonostante la tragica perdita di tre dita, riuscirà comunque a ritrovarsi e realizzare “Song For A Friend”nel 1975 prima di riunirsi al vecchio collega per l’album “To the Earth” al solito elegante e raffinato, su cui spicca “New York State Of Mind” di Billy Joel.

Il duo si scioglie e metà degli anni ottanta dopo la realizzazione di due album “Tuesday In NY” (1980) e il live “The Last & Live” dell’anno successivo, tentando una recente reunion poco significativa nel 1996.

Jon Mark ha continuato una discreta attività solista prima orientata verso il folk, grazie al recupero di traditional e poi all’ambient.

Moriranno purtroppo entrambi: Almond nel 2009 e Mark nel 2021.