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Masturbati prima e dopo, il nuovo album di Andrea Tich.

Nel 1978 la Cramps di Gianni Sassi pubblicava il disco d’esordio di questo musicista eclettico e non convenzionale. Un album di culto, allora prodotto da Claudio Rocchi, che torna in una versione nuova con provini, live e remix

Masturbati prima e dopo: Andrea Tich e la sua musica non allineata

ANDREA TICH

Masturbati Prima e Dopo

Labellascheggia, 2025

(13 brani | 44.23 min.)

«L’idea di pubblicare i provini originali, versioni inedite, live e remix del mio primo album Masturbati, che uscì nel 1978 con la Cramps fondata dal geniale Gianni Sassi, scaturisce dal fatto che negli anni questo disco è stato motivo di ispirazione per tanti musicisti che lo ritengono un caposaldo della cultura alternativa e un raro esempio di musica non allineata che ancora oggi conta estimatori e collezionisti. Masturbati Prima e dopo contiene il prima, cioè alcuni provini delle canzoni che sono state accuratamente restaurate, mantenendo però l’essenza di quello che a quei tempi volevano rappresentare, e il dopo, quindi tutto quello che è scaturito ed ha ispirato quella musica: remix, versioni live, edizioni alternative e rielaborazioni».

Una presentazione chiara, nitida e precisa di un disco con una storia importante, densa sia per il momento storico in cui uscì – il 1978 di Aldo Moro, Sandro Pertini, Giovanni Paolo II, Peppino Impastato – sia per il lascito, che rende ancora oggi Masturbati, l’album d’esordio di Andrea Tich, un riferimento per la musica italiana alternativa, non convenzionale, non allineata. Ed è ancora non allineato il suo artefice Andrea Tich, figura anomala di cantautore/non cantautore che torna a quel debutto con una nuova uscita per la cult-label Labellascheggia, ossia Masturbati Prima e dopo. Il nuovo album contiene ciò che portò all’uscita di Masturbati oltre quarant’anni fa e ciò che lo ha reso un disco di culto oggi: provini originali (Odore d’erba, Atmosferofobia, Luce, Lettera, La primavera nel bosco) versioni inedite, versioni dal vivo (al Mudima e al teatro Lirico di Milano) e remix come Masturbati RMX, curata da Francesco Martini nel suo studio a Bruxelles.

Scoperto da Gianni Sassi, Andrea Tich debuttò nel 1978 insieme al suo fedele batterista Claudio Panarello con la Cramps e il disco Masturbati, prodotto da Claudio Rocchi. A partire dal titolo dell’album, Tich non si presentava affatto come un artista allineato. Il disco stupì per il carattere anticipatorio della struttura musicale e per l’originalità dei testi, provocatori e favolistici al tempo stesso. Lavoro di nicchia per il periodo, oggi rarità per raffinati collezionisti. Negli anni Tich non ha mai tradito il suo stile, il suo mondo di riferimento fatto di piccole storie, ricordi di infanzia, narrazione di gesti del quotidiano, tematiche che ha sviluppato nei lavori successivi, quelli degli ultimi quindici anni Siamo nati vegetali (2010), Una cometa di sangue (2014), Parlerò dentro te (2018) e Storia di Tich (2021). Il termine cantautore è limitativo per un compositore poliedrico che negli anni è stato anche impegnato nella realizzazione di colonne sonore, background e pubblicità. I suoi testi, inoltre, irrompono tra le note come un’incursione poetica che guida l’ascoltatore alla comprensione della traccia musicale.

Grande amante di Frank Zappa, maestro non solo di musiche ma anche di approccio alla vita e all’arte, Andrea Tich prosegue imperterrito nel suo studio in Milano proclamando ufficialmente di appartenere alla resistenza della musica non allineata. Masturbati Prima e dopo è un nuovo tassello che arricchisce la sua eterogenea discografia ed esce in cd digipack ma anche in LP in vinile nero autografato con poster a tiratura limitata, con una copertina “simile” all’originale, che contiene materiale audio e fotografico inedito.

TRACK LIST:

1a parte:

01 Paese RMX

02 Porta i fiori 2018

03 Odore d’erba (provino originale)

04 Atmosferofobia (provino originale)

05 Preambolo “masturbati” al Mudima, Milano

06 Masturbati RMX

07 Luce (provino originale)

2a parte:

08 Porta i fiori RMX

09 Uccello 2018

10 Medley: uccello/il candidato/ odore d’erba (live)

11 Lettera (provino originale)

12 La primavera nel bosco (provino originale)

13 Masturbati live al Teatro Lirico Milano

Voci/chitarre/basso/tastiere: Andrea Tich

Batteria/percussioni: Claudio Panarello

Synth e programming nei brani 04/11/13: Francesco Martini

Voci di supporto nel medley 08: Giuseppe Di Mare e Carmelo Giummo

Meccanico del suono: Andrea Tich

Restauro audio e mastering: Christian Alati

Testi e musiche: Andrea Tich

Art director: Fabio Berrettini

Fotografie: Renzo Chiesa/Pino Sirna/Tony Quaranta/Seba Tomarchio

Andrea Tich:

www.tich.it

Labellascheggia:

https://www.labellascheggia.com/

ANDREA TICH BIO

Sono nato ad Augusta in Sicilia da una famiglia “composita”.

Mia madre era di Francoforte in Germania, mio padre di Fiume, mia nonna ungherese e i miei zii inglesi. La voglia di fare musica mi è letteralmente scoppiata a 15 anni e con una chitarra che aveva soltanto 2 corde ho scoperto che quando mettevo le dita in una certa posizione, venivano fuori gli accordi. Così cominciai a scrivere canzoni, cantandole in un inglese inventato e musicandole con armonie Rollingstoniane, e mi divertivo un sacco.

Più tardi, iniziai ad avvicinarmi all’ambiente musicale di Augusta conoscendo altri ragazzi che suonavano, e da lì alla formazione del mio primo gruppo musicale The Empty Hats il passo fu breve. Ne facevano parte Giovanni Fazio detto “Johnny Jack” (uno strano batterista che girava con una “Fiat 500” che su una fiancata aveva scritto “not you, I am myself” e sull’altra una formula chimica: H2SO4, acido solforico). La chitarra solista era affidata a Carmelo Bordonaro mentre il basso lo suonava Gigi Frisenna. Suonavamo in piazza durante le feste del Santo Patrono di Augusta, S. Domenico e anche in alcuni locali. Eravamo “originali” perché suonavamo e cantavamo canzoni di nostra composizione.

Ascoltavo tantissima musica e mi piacevano gruppi come: King Crimson, Led Zeppelin, Rolling Stones, Beatles e tanti altri; ma la folgorazione arrivò quando per caso acquistai Mothermania, un LP di Frank Zappa.

Capii subito che quella musica era stimolante, assolutamente inventiva, nuova e mi piaceva tantissimo. Da quel giorno a tutt’oggi sono diventato un irriducibile “Zappiano”. Anche il modo di comporre e arrangiare le mie canzoni subì l’influenza della musica di Zappa, per questo inserivo, e lo faccio tutt’ora, strumenti poco convenzionali tipo, xilofoni, kazoo, tastiere giocattolo e campanellini vari. In seguito con una maturazione dettata dalla consapevolezza che la musica sarebbe stata la mia scelta di vita, formai un gruppo con più elementi che potessero rendere possibili gli arrangiamenti sempre più complicati. Il gruppo si chiamava BAZAAR ed era formato da Claudio ed Elio Panarello, Giampiero Mellea, Enzo Bianca, Edmondo Di Giorgi, più un numero non definito di collaboratori musicisti e non (Pino Sirna era il fotografo ufficiale del gruppo). Abbiamo partecipato ad alcune manifestazioni e festival pop in quel periodo: Il concerto ad Aprilia per nuovi gruppi, Il festival pop di nuove tendenze e d’avanguardia a Nettuno, Pop festival di Caracalla (Roma), Zerbo Pop (Milano) organizzato da Re Nudo, Palermo pop, era il 1975. Con il tempo però sentii l’esigenza di scrivere testi in italiano ed elaborare di più la parte musicale con arrangiamenti più complessi. Poi la grande decisione; ad Augusta non c’era sbocco per la musica, quindi si doveva cambiare aria.

Nel settembre del 1977 io e Claudio Panarello ci siamo trasferiti a Milano affrontando insieme mille difficoltà e peripezie ma saldamente convinti della musica che facevamo, infatti grazie ad una cassetta che spedii a Michelangelo Romano conduttore DJ della trasmissione radiofonica Popoff ebbi l’occasione di fare ascoltare le mie canzoni a Gianni Sassi direttore dell’etichetta alternativa Cramps, il quale entusiasta, ci fece subito un contratto e il 20 gennaio del 1978 entrammo in sala di registrazione (J.S.Bach Recording Studio in via Carbonera a Milano) e iniziammo a registrare il nostro album Masturbati con la produzione di Claudio Rocchi e con Hugh Bullen al Basso, naturalmente Claudio Panarello alla batteria e percussioni, Lucio Fabbri alle tastiere e al violino, Daniele Cavallanti al sax, Pino Patti alla chitarra ed io che suonavo un po’ di tutto e cantavo le mie “strane” canzoni. L’album ebbe buone critiche ma non vendette tanto, ma noi eravamo felici comunque, perché le canzoni che amavamo tanto adesso potevano ascoltarle tutti.

Passarono alcuni anni e dopo cambiamenti vari, decisi di pensare bene a quello che volevo fare. Un giorno mi telefonò un musicista che chiedeva la mia collaborazione vocale per un jingle, accettai incuriosito e da quel giorno, per parecchi anni lavorai nel mondo musicale della pubblicità, quel musicista si chiamava Maurizio Marsico con cui legai subito perché musicalmente eravamo molto vicini, collaborammo a tanti progetti musicali alcuni dei quali riconosciuti e apprezzati, (ero la voce nella colonna sonora del primo film elettronico interamente realizzato in Italia: “MEFISTOFUNK”, con MONOFONIC ORCHESTRA, mi occupavo del background con musica dal vivo suonata sul film di Alfred Hitchcock “The Farmesr’s Wife”, “STEREO” un film di David Cronemberg spettacolo multimediale per “Suoni&Visioni” con musica dal vivo, insieme a musicisti del calibro di Rhys Chatham, Giulio Capiozzo (Area), Robert Brown, Steve Piccolo (The Lounge Lizards), Tommaso Leddi, e naturalmente Maurizio Marsico. In quest’ultimo contesto io ero una delle tre voci narranti insieme a Guido Ruberto e Raffaella Riva (Gruppo Italiano).

Abbiamo suonato durante manifestazioni musicali importanti, abbiamo prodotto dischi, abbiamo partecipato con nostre musiche a compilation di vario tipo, con progetti sempre innovativi che rispettano e rispecchiano la nostra idea di musica, quella cosa invisibile e bella che ci riempie di vita. Oggi continuo il mio discorso musicale producendo la mia musica con “le Strane Canzoni” nel mio studio in Milano proclamando ufficialmente di appartenere alla resistenza della musica non allineata.

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