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McDONALD & GILES

DI EMILIO AURILIA

 

Che un musicista o una band si possa identificare con un solo album capace di esprimerne tutte le caratteristiche è, se non impossibile, certamente molto raro. È quanto invece è successo al duo formato da Ian McDonald e Mike Giles, entrambi ex King Crimson che nel 1970 hanno dato vita ad un album omonimo che, benché poco conosciuto, si configura come un prodotto di altissimo livello di quel genere definito progressive rock.

McDonald fornisce la composizione dell’intero album ad eccezione di “Tomorrow’s people” (di Giles), e dei  testi di “Flight of he ibis” (B.P. Fallon) e della suite “Birdman” destinata a occupare l’intero lato B, affidato allo specialista Pete Sinfield.

A McDonald si deve altresì l’intero disimpegno strumentale (chitarra, tastiere, cetra, flauto, sax e clarinetto) tranne che per la batteria del contitolare e il basso di Pete Giles, fratello di Mike (che avevano già lavorato in precedenza con Robert Fripp, il leggendario leader dei King Crimson) e per gli interventi orchestrali condotti da un amico di McDonald, Mike Gray.

Il disco si apre con la suite “Turnham Green” dall’incipit molto beatlesiano, ma non beat rock e acconciatura mop degli esordi, bensì quelli dell’ultimo periodo, del Paul McCartney più meditativo di “Abbey Road”. Dopo si sviluppa un pezzo free in cui è impegnato al piano e all’organo l’ ineffabile Steve Winwood seguìto da un groove di flauti e sassofoni per terminare in un walking blues condotto dal caratteristico picking di chitarra acustica. Il seguente “Flight of the ibis”, che egualmente rimanda a qualcosa dei Fab Four, era intesa come la melodia iniziale per “Cadence and Cascade” dei King Crimson nell’album “In the wake of Poseidon”. La monumentale suite “Birdman” ha un incedere misto, sempre molto intenso e con cambi di ritmo per una chiusa sinfonica molto solenne e riuscita.

Così il duo ha saturato il messaggio da trasmettere: scioglimento dopo la registrazione dell’album; un episodio irripetibile che non dovrebbe mancare negli scaffali degli appassionati non solo del genere, ma dell’intero periodo più fulgido della pop music internazionale. Fruibile, per fortuna, anche in formato CD.

 

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