Chi mi ha mandato questa foto è Irene, qui il suo instagram :

Benissimo , la foto è chiara, un sole tra due alberi, così a occhio
direi che è una mattina con pochi gradi. Tra i rami vedo anche
aberrazione cromatica ( un tipo di rifrazione su lente) da luce fredde
.
Siccome son mancino, amo iniziare dalla parte finale di qualsiasi cosa:
Irene mi ha chiesto se mi piace questa foto. Come ho spiegato più
volte in passato ( quanto pubblicavo più spesso) Il concetto di piace
e non piace esula dalla valutazione profonda di una opera d’arte o di
un messaggio visivo. Mi spiego, quando sviluppi una carta capacità
valutativa di un linguaggio ( fotografico) ridurre il tutto a un
aggettivo è un pò sbrigativo e scorretto, vero che poi è cosa che
facciamo tutti perchè il senso del bello è innato e come diceva (
forse Kant ) appaga se stesso.
Sicuramente la foto ha delle potenzialità e le ha anche Irene perchè
magari pur di fretta o senza fermarsi ha trovato qualcosa di
interessante.
Cominciamo a studiarla un poco :
Due alberi con un gran sole centrale. Anche qui ho più volte scritto
che il sole è un elemento assai difficile da inserire in una foto , in
quanto il grande cerchio bianco che crea si trasforma in un qualcosa
di estremamente attrattivo e invadente. Stampando la foto poi si crea
una voragine di bianco puro. Inoltre il sole è un elemento stra noto
per cui non è quasi mai necessario. Diverso se fosse lattiginoso o
coperto dai tronchi. Pertanto qui possiamo annotare un difetto che
pregiudica quasi tutta la foto. altro elemento è il palo della luce,
in terzo piano, disturba lui , non i cavi. i cavi son passanti per
l’intera foto e creano una bella continuità, il palo è cosa diversa,
sarebbe stato accettabile se fossero stati due a creare una simmetria.
Benissimo abbiamo quasi finito le note “stonate” rimane da dire che la
distribuzione dei volumi vuoti è eccessiva in quanto il cielo è troppo
imponente rispetto alle forme sottostanti e anche un pò il prato
descritto è ecessivo.
Insomma una foto sbagliata ? No una foto priva di tecnicismo, come
spesso accade, ma esser privi di tecnica non è grave, voglio dire la
tecnica la impariamo tutti , chi più velocemente e chi meno, ma è come
andar in auto, la si impara perchè è un freddo meccanismo fatto di
cognizioni e azioni che si ripetono, basti pensare alle impostazioni
basi della macchina stessa.
La foto (sole eccessivo a parte ) ha splendide caratteristiche.
Accanto alla sua foto ho postato anche un mio leggero ritocco, un
ritaglio piuttosto forte e un contrasto sul prato , cercando di render
il verde più luminoso e le ombre più profonde.
Allora gli alberi diventano i soggetti, il sole rimane fastidioso , ma
acquista senso ( anche il palo diventa però disturbante) però emerge
di più l’aspetto gemellare dei due alberi ma si esalta assai di più la
forza delle ombre in terra che son proprio ben disposte e creano un
senso di radici , o meglio di vettori che trascinano verso gli alberi
stessi e ovviamente richiamano le forme stesse degli alberi .
Per concludere, pur essendo una foto tecnicamente lacunosa, è
interessante perchè descrive un qualcosa di piacevole, documenta una
condizione ambientale che non sempre si verifica. La cosa che mi
sento di suggerire a Irene è più che studiare tecnicismi, il pre
visualizzare, cioè quel passaggio vitale che avviene prima dello
scatto: il riuscire a assaporare come verrà la foto prima di farla,
come immaginare una torta finita leggendo gli ingredienti, immaginare
la mescola degli elementi e immaginare dove ci saranno stonature e
punti di forza. e’ un processo che si sviluppa con la pratica ma pesca
nella nostra sensibilità per cui è principalmente un livello
istintivo.

Le mie foto della natura che ci circonda :
Pestarino Roberto.