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NELL’ARIA Nessun affogamento

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

Un uomo sta affogando. Non si sa se mare, lago o fiume, ma sta fottutamente crepando. Phil Collins lo guarda, ma rimane impassibile, non fa niente per provare in qualche modo a salvarlo. Dopo qualche tempo scopriamo però che il poveraccio non è morto, c’è la per assurdo fatta. Probabilmente, qualcuno molto meno imperturbabile del grande musicista britannico, un qualcuno entrato in modalità Mitch Buchannon, lo ha tirato fuori dall’acqua, salvandolo dalla brutta fine. Non sappiamo perché, ma il miracolato decide di partecipare a un concerto di Phil Collins. Le luci puntano su di lui e il cantante inizia a intonare In The Air Tonight. Per tutta la durata del pezzo il tipo se ne sta lì, sotto il palco e con i fottuti fari addosso. Fine della storia. Fine di questa enorme cazzata, sponsorizzata anche dal noto conduttore americano Jimmy Fallon, che nel corso di una puntata del suo show ha voluto ricordare la grottesca fiaba.
Il popolare ex batterista dei Genesis ha sempre smentito, dichiarando però che l’esistenza di questa assurda e stupidissima leggenda, oltre a farlo sorridere parecchio, non sia poi così male. Ma sì, in effetti sapere che in giro per il mondo ci siano persone animate da dubbi di questo tipo può risultare molto divertente…
Parliamo a questo punto della canzone in questione perchè, metaforicamente ed emotivamente parlando, il concetto di annegamento è realmente presente. Dunque, In The Air Tonight del 1981 è il primo singolo di Phil Collins, il suo debutto da solista dopo il ricco ed esaltante percorso con i Genesis, da raffinato batterista prima (dal 1971), da batterista/cantante poi (dal 1975/76, dopo l’addio di Peter Gabriel) e in generale da autore, soprattutto nel terzultimo Invisible Touch del 1986 e nel penultimo We Can’t Dance del 1991.
Il brano nasce dai turbamenti di un artista, di un uomo alle prese con una brusca rottura sentimentale. Collins infatti ha da poco divorziato dalla moglie Andrea Bertorelli ed è arrabbiato, deluso, affranto. La sua storia d’amore è stata bella e intensa, ma è ormai finita ed è finita molto male. Tutto il peso del rammarico si tuffa nella canzone, nel testo, nella musica e, in maniera più ampia, nell’album Face Value. C’è poi un’altro grande fattore all’interno, un fuoco che non può passare inosservato e quindi non ardere: il desiderio di rivincita, dovuto senza dubbio al peso del rancore provato. La straziante fine dell’amore rende a tutti gli effetti ciechi, adirati e persino cinici. Chiudendo il cerchio, ecco allora il verso incriminato, quello dal quale prese vita la stronzata ricordata a inizio articolo:

Well, if you told me you were drowning,
i would not lend a hand.

Traducendo, se l’altra figura presente avesse chiesto aiuto per non morire annegato/a, Collins non avrebbe in nessun modo teso la propria mano. Nell’aria (e nell’anima ferita) sembrano per lui esserci soltanto negatività e voglia di rivalsa. L’altra persona, chiamata in causa con il celebre ed enfatico “oh, lord”, alla fine non può che uscirne con le ossa rotte.
In The Air Tonight fa subito centro anche grazie alle intuizioni del musicista e del produttore Hugh Padgham, che rendono tra le altre cose popolarissima la tecnica del gated reverb sulla batteria, tecnica già testata proprio da Padgham per Intruder di Peter Gabriel. In pratica, senza entrare nel campo dell’ingegneria acustica e senza parlare di noise gate o di termini da fonico, la risonanza del riverbero risulta più potente, più calda e più netta. Come è nato il suono della proverbiale batteria alla Phil Collins? Nel caso qualcuno ancora non la conoscesse, la risposta è in questo splendido e rappresentativo brano degli ‘80.
Face Value finisce subito al primo posto della Official Albums Chart, anche grazie alla svolta pop di Phil Collins, distaccatosi dal rock progressivo o dall’art rock di classe dei Genesis. E pazienza, signori, se i personaggi del mestiere o se moltissimi fans del gruppo originario della piccola Godalming non riescono ancora a oggi a digerire la direzione o il sound radiofonico proposto dal musicista. Ah, e pazienza se a qualcuno sta sulle palle il fatto che In The Air Tonight sia finita pure nel primo episodio di Miami Vice, serie tv tra le più famose di sempre e non proprio una sconosciuta pellicola indipendente…
Phil Collins non è mai rimasto immobile a guardare un uomo affogare, nemmeno ha mai visto un uomo affogare. Lui ha solo messo in musica i momenti bui, quelli nei quali paradossalmente stava annegando lui. E quei momenti sono nell’aria da molti anni.

 

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