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NOW AND THEN

Articolo di Emilio Aurilia

 

Come tutti ormai sanno “Now and Then” è stato annunciato con grande clamore come l’ultimo singolo dei Beatles. Forse che Paul McCartney abbia inteso far concorrenza a “Hackney Diamonds” , nuova fatica appena pubblicata dopo diciotto anni da “Bigger Bang”, ultimo album d’inediti dei Rolling Stones, rivali di sempre?

Non si sa; ma il punto è questo: al di là delle paternità giuridiche, la definizione di “nuovo singolo dei Beatles” spetterebbe ad una registrazione del gruppo (magari incompleta) lasciata languire negli scaffali delle sale d’incisione e ripresa per l’occasione. Invece, come è avvenuto per “Free As A Bird”e “Real Love”, nei tardi anni novanta in occasione della pubblicazione di “Anthology 1,2 e 3”, si è trattato della rielaborazione da parte dei Beatles superstiti, di un’altra demo di John Lennon di metà anni settanta (e cioè dopo che lo scioglimento della immortale band si era già consumato).

A “Now And Then” poi, non avendo potuto partecipare nemmeno Gorge Harrison per le ovvie ragioni, pare siano stati recuperati alcuni suoi passaggi chitarristici.

È dunque una operazione di puro marketing e niente altro, quasi che McCartney, Starr e gli eredi di Lennon e Harrison, ne avessero bisogno!

Dispiace doverci scagliare proprio contro un mito musicale, ma un attento osservatore che altro può fare? Fra l’altro non si tratta nemmeno di un capolavoro tenuto nascosto, bensì di una onesta canzone a cui lo stesso autore non deve aver concesso molto credito.

In conclusione codeste operazioni di monatto music stanno mostrando pericolosamente la corda, diventando stucchevoli anche se i protagonisti sono il gruppo che più di ogni altro abbiamo amato e che più è degno di figurare ai primissimi posti nella storia del rock.

 

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