A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
Una storia praticamente finita, quella dei Mordana, ma che destino e magia della musica hanno voluto riprendere in mano e riaccendere. Il ritorno della band, dopo tanti anni e dopo le esperienze musicali parallele intraprese dai componenti, appare genuino e addirittura romantico, se vogliamo. Giusto, mi vien da dire. Già, un ritorno giusto, perché il messaggio dei nostri è forte e chiaro: la storia non ci insegna niente, continuiamo a sbagliare, il mondo fa schifo, e per questo siamo obbligati a lottare per cambiare le cose. E la lotta ha i mille colori del rock. Una band sana e potente, un racconto artistico affascinante e profondo, che noi vogliamo con piacere raccontare. Ecco, l’intervista che i ragazzi ci hanno gentilmente concesso. Quattro musicisti, una sola voce…
Benvenuti su MDN, ragazzi, la vostra è una storia particolare e con un lieto finale, a quanto pare. Ne parleremo tra poco, subito dopo la presentazione. Chi siete, in termini pratici?
Ciao e grazie per l’ospitalità su Meglio di Niente Network. I Mordana sono Andrea Campagna, voce e chitarra, Matteo Centi, chitarra, Luca Cappuccio, basso, e Corrado Di Rodi batteria. Siamo nati e cresciuti a Carpineto Romano, un paese in provincia di Roma, pieno di fermento culturale, poi la vita ha portato due di noi a trasferirsi, Corrado a Oslo (ma non può fare a meno di tornare ogni due mesi) e Matteo a Taranto.
Dunque, ho detto storia particolare; il progetto Mordana nasce nel 2002, cresce, si fa sentire parecchio per nove intensi anni, poi termina così, senza nemmeno preavvisi. Nel 2021 il ritorno, una fenice dalle ceneri. Lo so, non è possibile raccontare tutto, ma qualcosa bisognerebbe pur dire…
Era il primo decennio del nuovo millennio, caratterizzato dalla fine degli investimenti delle major sulle etichette indipendenti, e a cascata la cosa è ricaduta sugli artisti che hanno visto ristringere le possibilità di fare il grande salto. Inoltre, in quel momento storico, anche i social non erano così “potenti”, c’era solo MySpace, ma era un social entry level, quindi acerbo e abbastanza “innocuo” per poter generare un fenomeno virale. In queste condizioni le band come la nostra sono implose; eravamo sempre a un passo dal grande salto, ma ciò non avveniva mai e quindi la frustrazione ha finito per veicolare le energie nella ricerca del capro espiatorio all’interno della band al quale dare la colpa piuttosto che a tenere la randa dritta e continuare a macinare musica, anche perché il tempo trascorreva e la vita ci portava ad affrontare esigenze diverse, famiglia, un lavoro sicuro… Il nostro è stato un auto avvelenamento consapevole, lento e sofferente. Nel 2021 Luca mi propone (Andrea) di partecipare a un Festival con un altro progetto che avevo messo su, L’altra metà delle cose, e io gli risposi che non era un progetto ancora pronto per affrontare un live e guardandoci ci dicemmo: «Cazzo, però sarebbe una gran figata tornare sul palco con i Mordana!» E così è stato; nonostante la lontananza, non solo geografica, di tutti quegli anni sono bastate tre prove in tre e una la sera prima con Matteo. Sul palco sembrava non avessimo mai smesso di suonare, i brani giravano meglio dei bei tempi.
Quale esigenza ha spinto per… ma sì, chiamiamola giustamente reunion?
La reunion nasce dall’esigenza di riprendere un “progetto incompiuto”, diciamo lasciato in sospeso. A volte capita che i progetti incompiuti abbiano bisogno di sedimentare, maturare e poi essere ripresi. Negli anni abbiamo dovuto sperimentare la distanza, che non aiuta, ma che ha comunque tirato fuori qualcosa di creativo da ognuno di noi.
Nella mia casella di posta quattro brani potenti sotto tutti i punti di vista, Contagiosa, Piramidale, L’Inferno Dietro Ad Un Velo, Gioiello D’Ambra. Di che canzoni stiamo parlando?
Sono quattro brani che hanno anime diverse, ma che di fondo raccontano alcuni dei temi che ci sono cari e che ruotano attorno alla figura umana: la delicatezza dell’uomo, l’egoismo e la ferocia dell’uomo e l’amore nelle sue forme.
Tutte canzoni riesumate e rimesse in piedi?
Sì, tutte canzoni che insieme ad altre avrebbero dovuto fare parte del quarto album, eccetto Piramidale che era già nel primo, che non ha visto mai la luce.
Ecco, appunto. La descrizione, sotto al video di Piramidale, grida abbastanza: abbiamo bisogno di un cambiamento perché tutto sta davvero andando a farsi fottere. L’aspetto tosto della questione, restando sul tema, è che il brano risale a diverso tempo fa. Tuttavia non è cambiato un cazzo da allora, anzi, la situazione è peggiorata! Ditemi voi…
Esattamente! Il brano è del 2002 e non assolutamente cambiato un cazzo, anzi la situazione è in piena caduta libera! La storia non serve a un cazzo, visto che da essa non impariamo niente, questa è stata l’inaspettata affermazione del mio professore di Storia Contemporanea rispetto a una domanda che gli feci sulla ciclicità degli eventi (Andrea). L’immobilismo e l’indifferenza dei più l’ha fatta precipitare, aumentando in noi la rabbia nei confronti di chi ha la possibilità e soprattutto il dovere di porre fine a questo delirio generale. Questa condizione ci ha portato all’esigenza di registrarlo nuovamente e, per gridare ancora più forte, abbiamo deciso di farlo uscire insieme a un videoclip che ne amplificasse i contenuti.
Piramidale, piramide… Sembra piuttosto chiaro il vostro punto di vista, ma cosa c’è dietro questa parola, secondo voi?
Una società gerarchica esclusiva e a più livelli, dove più ci si avvicina alla punta e più si è influenti e in grado di controllare i livelli inferiori. Lo schema a piramide è immediatamente evidente ed evocativo: i livelli più in alto con spazi più piccoli ed esclusivi che controllano e condizionano i livelli più bassi più ampi, ma meno liberi e più condizionati, un modello che chi si trova ai vertici cerca di tutelare a qualsiasi prezzo, fino a sacrificare vite umane.
La vostra musica è collocabile, termine che non mi piace, ma che risulta in qualche modo efficace, nella sfera di quella impegnata. Quanto abbiamo bisogno di contenuti forti e, soprattutto, perché è così difficile raggiungere una massa piuttosto assopita o quanto meno rincoglionita?
Di contenuti e di qualità degli stessi c’è sempre bisogno e se i contenuti sono veicolati da forme d’arte come la musica sono ancora più potenti perché vanno a stuzzicare le emozioni che a nostro avviso sono il motore del mondo.
Possiamo farcela o è una guerra contro i mulini a vento?
Certo che possiamo farcela. La maggior parte delle persone ha già dentro di sé le strutture e i meccanismi cognitivi per farlo, servono solo le occasioni per risvegliare l’interesse per quello che è fuori da noi, fuori dalla concezione di sé.
Chi scrive i pezzi?
La maggior parte li ha scritti Andrea, alcuni Matteo e un paio Luca, ma l’arrangiamento viene messo su insieme. È una cosa voluta da tutti, proprio per fare uscire il sound caratterizzante (almeno crediamo) della band
I vostri miti musicali?
I nostri ascolti musicali sono di diversa natura. Siamo quattro persone diverse e ci è sempre piaciuto metterci a confronto, per esempio quando si viaggiava per andare a suonare si faceva una playlist con un brano scelto da ciascuno di noi a giro.
Progetti futuri per i Mordana?
Sicuamente registrare gli altri brani rimasti in sospeso insieme ad altri scritti di recente, avvalendoci sempre della preziosa collaborazione di Jacopo Stella, che ha registrato, mixato e masterizzato i brani nel suo Escape Recording Studio. E perché no, tornare a fare, con le difficoltà del caso, qualche live e partecipare a qualche bel festival.
Un saluto ai lettori di MDN e una bella lista di collegamenti utili per seguirvi…
Un saluto a tutti i lettori di MDN, vi aspettiamo sui nostri canali social attraverso i quali possiamo interagire e tenerci in contatto. Vi ricordiamo che venerdì 14 novembre sarà disponibile su tutti i Digital Store Caustica. Un ringraziamento speciale va a tutta la redazione di MDN e in particolare modo a te, Ricky. Grazie per lo spazio che ci avete dedicato, continuate così perché c’è enormemente bisogno di persone come voi che, alla stregua dei musicisti, diffondono bellezza!
Stay Rock…
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