Articolo di Emilio Aurilia
I fratelli inglesi Ray e Dave Davies entrambi chitarristi, sono il fulcro attorno al quale ruota il gruppo dei Kinks formatosi nel 1963, imponendosi all’attenzione del pubblico locale con “You Really Got Me” da molti in séguito considerato l’embrione del genere musicale successivamente definito hard rock.
Ma nonostante tali prerogative la longeva band (operativa fino al 1996) si è fatta conoscere nel biennio 1966-67 grazie a singoli che con il rock duro avevano realmente poco a che fare: troviamo la dolce melodia pop di “Waterloo Sunset” (1967), il walking blues di “Dead End Street” culminante in un sinuoso assolo di trombone, il vaudeville “Mister Pleasant” (1967) con il saltellante piano honky tonk del leggendario Nicky Hopkins che, insieme ad “A Well Respected Man” dell’anno prima fornisce un testo carico d’ironia verso una certa borghesia inglese del tempo e “Autumn Almanac” (1967) con un incedere old fashioned quasi da music hall catturano il grande pubblico anche da noi in Italia, ponendo il gruppo in una inattesa condizione primaria anche rispetto a personaggi di maggiore spessore.
Accanto a questa produzione alla band spetta anche la creazione di rock opere composte prima di altre, proposte da gruppi noti (v. “Tommy” dei Who): “The Kinks Are The Village Green Preservation Society” (1968) e “Arthur (Or the Decline and Fall of the British Empire”) (1969) che riscuotono un certo successo che si protrae per diversi anni prima di un periodo oscuro dovuto a problemi familiari ed in seguito depressivi del leader Ray Davies, autore di quasi l’intero materiale proposto e vari avvicendamenti di formazione.
Tornati in un discreto spolvero con gli album “Misfits” (1978), “Low Budget” (1979) e “Give People What They Want” (1981) dal titolo emblematico con cui tengono a battesimo la nuova decade, spariscono poi gradualmente quasi nell’indifferenza generale, benché proprio in questi ultimi anni i fratelli Davies stiano pensando seriamente ad una reunion.