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Tre questioni da sottolineare

Articolo di Alessandro Magno

 

Di questa partita non parlerei più di tanto visto che è un film già visto. D’altronde che cosa potremmo aggiungere che non abbiamo già detto o visto contro la Lokomotiv Mosca o il Lecce? A questo punto mi soffermerei più che altro su tre questioni che mi piace sottolineare e capire che cosa ne pensa chi mi legge.

1 – La differenza di avere o non avere Ronaldo.

Salta subito all’occhio come con Ronaldo in campo per 90 minuti contro i russi e il Genoa si è vinto mentre invece a Lecce senza Ronaldo si è pareggiato. Questo nonostante in questo periodo non sia brillantissimo. Certamente non chiedo che giochi sempre ne convengo con Sarri che bisogna trovare il modo e il tempo di fare rifiatare pure lui, tuttavia è assolutamente evidente come la sola presenza di Ronaldo in campo , se da parte degli avversari incute un certo timore, dalla parte dei nostri obbliga i suoi compagni a dare quel qualcosa in più. Ero allo stadio e ho visto dopo l’ennesimo gol sbagliato di testa CR7 ci ha voltato le spalle restando a testa bassa qualche minuto con le braccia lungo il corpo in un’ aria sconsolatissima mentre tutto lo stadio lo incitava. E questo è l’uomo dei record e dei 700 gol segnati in carriera primatista in champions e nella sua nazionale. E se la prende così tanto per non aver fatto gol al Genoa? Inoltre al 90mo dopo aver segnato il gol vittoria che gli viene annullato ha ancora la cazzimma di andarsi a prendere un rigore e segnarlo al 96mo dopo polemiche perdite di tempo e chi più ne ha più ne metta. Ronaldo davvero patrimonio dell’umanità.

2 – La difesa ballerina

Ieri è entrato Rugani e per usare un eufemismo le cose non sono andate benissimo. Rugani era fermo da tempo e purtroppo ha pagato questa lunga inattività. Salta all’occhio come quest’anno si sia particolarmente vulnerabili in difesa. Ora va detto che nonostante ciò la Juve resta la miglior difesa del campionato e che ha preso quasi gol solo o su rigore o su gollonzi come quello del Genoa nel quale il giocatore segna scalciandosi da solo. Non è certo una giustificazione ma è la cronaca di quello che abbiamo visto fino ad ora. A causa di questa vulnerabilità è stato messo particolarmente sotto accusa il sarrismo, ovvero la mentalità del mister di giocare sempre alto e attaccare sempre anche quando a rigor di logica si potrebbe gestire. La verità , e l’ho già detto in qualche articolo passato, è che l’assenza di Chiellini si sta facendo sentire enormemente più del cambio di mentalità. Allegri quasi sempre ha avuto Chiellini che a detta di tutto si gioca con Ramos il ”titolo” di miglior marcatore del mondo. Spesso in anni addietro ha avuto anche Benatia uno che normalmente sapeva giocare e piuttosto bene ne corpo a corpo. Oggi noi giochiamo senza un marcatore di ruolo perchè l’unico che abbiamo è Demiral che è piuttosto acerbo. La nostra difesa è di fatto composta da due ali che fanno i terzini, Cuadrado e Alex Sandro, e due ex centrocampisti che fanno i centrali, De Ligt (in questo caso Rugani) e Bonucci. Va da se che abbiamo una difesa che spinge e produce ma difetta qualcosa in fase difensiva. Siamo dietro una specie di Brasile tanto per intenderci ed è così che andrebbe vista la difesa della Juventus oggi.

3 – Il concetto di sofferenza

Uscendo dallo stadio ma anche sui social ho riscontrato frasi del tipo ”si ma che sofferenza” o la variante ”così si soffre troppo però” e devo dire sono rimasto abbastanza sorpreso sul concetto di sofferenza. Io ieri ho imprecato, mi sono arrabbiato, ho maledetto la sfortuna e l’imprecisione, ma in nessun momento ho sofferto. Il concetto di sofferenza per me è un concetto relativo alla passività. Se sto attaccando e sto cercando di segnare starò anche sulle spine, al massimo perchè passano i minuti, ma non sto soffrendo. Soffro più quando gli altri mi schiacciano dietro e ad ogni pallone rischio di prender gol. In entrambi i casi è evidente che il risultato finale influisca sulla contentezza finale. Godo sia a vincere al 96mo arrembando che al 90mo arroccando, tuttavia ripeto il concetto di sofferenza per quanto mi riguarda lo vivo solo nella seconda ipotesi, ma capisco anche che potrebbe esser un problema mio, magari qualcuno gode anche in modo particolare difendendosi e ci starebbe non siamo tutti fatti allo stesso modo. Certo mi piacerebbe sapere dai mie lettori quale è il loro concetto di sofferenza e a fronte di una vittoria di un gol di scarto e di un possibile pareggio , se soffrono di più a vincere come ieri 2-1 all’ultimo respiro rischiando di non farcela e restare 1-1 oppure se soffrono di più a difender strenuamente e portare a casa un 1-0 rischiando comunque di prendere fino alla fine il gol del pari?

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