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UN RAGAZZO CATTOLICO Jim Carroll: basket, eroina e poesia

A cura di Riccardo Gramazio, Ricky Rage

Jim Carroll è un ragazzo del ‘49 di origini irlandesi, cresciuto con la dottrina cattolica nel Lower East Side, distretto multietnico di Manhattan. Frequenta la Trinity School ed è un ottimo giocatore di basket. Proprio per meriti sportivi ha ottenuto la borsa di studio e, chissà, un giorno potrebbe anche giocare nell’NBA. Ha un animo sensibile, il giovanissimo Jim, ma è irrequieto, troppo irrequieto, e quando a solo tredici anni l’eroina, il demone, inizia a sedurlo non riesce in nessun modo a resistere. La dipendenza prende presto il sopravvento e per lui è la fine del sogno sportivo e non soltanto. La madre lo butta fuori di casa e i suoi fidati compari sono conciati più o meno allo stesso modo. Il demone lo sta logorando, lo sta uccidendo, gli sta rubando l’esistenza. Per recuperare le dosi nei sobborghi più aspri di New York è obbligato a compiere furti e persino a prostituirsi. Jim è un tossico, è un delinquente, è un ragazzo già morto. Eppure egli sente il bisogno di immortalare su un diario i propri sbandati pensieri. Ha talento letterario, un mostruoso talento letterario. La passione per il basket, la droga, la continua ricerca dello sballo, la sofferenza e l’attività criminale trovano spazio nei suoi preziosi scritti, nelle sue amare memorie.

Agli inizi dei ‘70 vengono pubblicate le prime opere, apprezzate ed esaltate persino da un mito della Beat Generation come Jack Kerouac. Ma il gioiello arriva precisamente nel 1978. Si intitola The Basketball Diaries (Jim Entra Nel Campo di Basket, nella versione in italiano) ed è costituito proprio dai diari della sua tormentata e tempestosa adolescenza. Un manifesto scioccante, il ritratto di una New York maledetta, insidiosa e feroce, la faccia di un adolescente che sta perdendo tutto, a colpi di iniezioni in vena.

La creatività di Jim, un vero fiume in piena, comincia anche a muoversi nell’ambiente musicale. Tra i suoi amici, d’altronde, ci sono Lou Reed, altra grande icona dell’arte newyorkese, e la sacerdotessa maudite del rock, la grande Patti Smith. Così, sempre nel 1978, il ragazzo fonda la sua Jim Carroll Band, che con il disco Catholic Boy (1980) raggiunge il successo.

L’album è tosto, energico e chiaramente potente. È una raccolta di inni punk crudi e sentiti, ma anche di storie metropolitane e di affreschi irresistibili. Da nominare assolutamente People Who Died, il ricordo dei vecchi amici dell’infanzia morti tragicamente, o la romantica Day And Night. In copertina poi, l’artista accanto a mamma e papà…

Jim Ha Cambiato Strada del 1987 è l’ufficiale testimonianza della disintossicazione. Già, perchè quel ragazzo sbandato ha lasciato le strade e le cattive storie di New York per raggiugere la California per un solo motivo: ripulire una volta per tutte sé stesso. Un percorso duro, difficile, ma che alla fine lo ha condotto fuori dal tunnel.

Scrive e compone, Jim Carroll, poesie, romanzi e canzoni. Continua a farlo fino all’11 settembre del 2009, giorno della sua morte avvenuta in seguito a un attacco di cuore.

Una voce americana profonda, un autore di culto in grado di registrare come pochi altri i più sonvolgenti disagi giovanili dei ‘60.

Il regista Scott Kalvert nel 1995 regala il suo bellissimo omaggio all’artista, quel Ritorno Dal Nulla che tanto ci emoziona. Nei panni di Carroll, un giovane Leonardo Di Caprio offre una prova di altissimo livello. Un film da vedere assolutamente, tratto proprio dai controversi diari del poeta.

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