La Juventus si presentava alla BayArena di Leverkusen da qualificata come prima nel girone al cospetto di una formazione, quella delle aspirine, che doveva vincere per sperare nel superamento del turno.
Il rischio, oltretutto dopo le ultime due non positive prestazioni in campionato, era quello di affrontare il match di Champions con l’atteggiamento sbagliato o, se preferite, non adeguato.
Il 1° tempo è filato via piuttosto noiosamente con una manovra a dir poco lenta e a ritmi generali bassi. L’unico rischio occorso è arrivato da un missile da fuori area che ha colpito il palo alla destra di Buffon e poco altro.
Nella ripresa si è vista una squadra più tonica e vogliosa di fare possesso palla. I ritmi, anche figli del risultato che maturava al Wanda Metropolitano, non si sono mai discostati troppo da quelli della prima frazione di gioco ma l’ingresso in campo di Dybala ha segnato la svolta e il cambio di passo dei bianconeri.
L’azione del primo gol, il numero 128 di Cristiano Ronaldo in Champions League, nasce da una giocata eccellente, con tanto di tunnel, ad opera di De Sciglio ( più che positivo anche stasera) e proseguita con rapida triangolazione sino all’assist della Joya per il Re.
La seconda rete, quando ormai i giochi erano definiti, è figlia della causalità e della caparbietà di un positivo Higuaìn che chiude il conto e permette alla Juventus di terminare il girone con 5 vittorie, 1 pareggio, altri milioni incassati e un po’ di ritrovata serenità.
Le parole di Buffon, nell’immediato dopo partita, lasciano poco spazio ai dubbi. La Juventus in questo momento delicato si è ricompattata grazie ai suoi senatori e all’intervento (ne ho parlato nel pezzo di questa mattina) del Presidente Agnelli che ha difeso la scelta di Maurizio Sarri.
Altra nota positiva sono le prestazioni del duo Rugani-Demiral che hanno concesso davvero le briciole allo avversari ed hanno interpretato il match con la massima concentrazione ed il piglio giusto.
L’ingresso di Dybala al posto di Bernardeschi testimonia una volta di più di quanto l’italiano non possa fare la differenza nel ruolo di trequartista. Federico è un esterno o eventualmente potrebbe, per fisicità, giocare da interno di centrocampo.
Dybala oggi è un giocatore imprescindibile. Sta bene, si vede e fa stare bene chi lo guarda giocare.
Vincere non era importante ma contava, per ritrovarsi e per le casse del club.
FONTE: IL BLOG DI LUCA GRAMELLINI
https://lgramellini.altervista.org/vincere-non-era-importante-ma-contava/
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