Articolo di Emilio Aurilia
Nato Donovan Leitch a Glasgow il 10.5.1946 si è fatto conoscere al grande pubblico nel 1965 con i brani “Catch The Wind” e “Colours”da cui comincia a trasparire la sua vena melodica di menestrello folk.
Per tale evidente caratteristica viene immediatamente associato a Bob Dylan, anche per il modo di presentarsi one man band con chitarra e harmonica e con abiti semplici quasi trasandati e anche perché quest’ultimo gli consentì l’esecuzione della sua “It’s All Over Now Baby Blue”.
La differenza fra i due inizierà invece a manifestarsi presto quando Donovan si approccerà alla psichedelia grazie alla collaborazione con Mickie Most che riuscirà a imporre il cantautore all’interesse mondiale, anche da noi in Italia grazie a dei singoli indovinati come: “Sunshine Superman”, “Mellow Yellow”, “Jennifer Juniper”, “Hurdy Gurdy Man” e “Barabajagal”, tutti pubblicati fra il 1967 e il 1969.
Nel 1970 pubblica l’ interessante album “Open Road” che, grazie al suo sperimentalismo verso una fusione del folk più tradizionale con gli stilemi rock, porta per la prima volta l’utilizzo dell’espressione celtic rock come dal titolo di uno dei brani contenuti nell’album, uno dei pezzi più interessanti insieme alla simpatica “Riki Tiki Tavi”.
Il successivo “HMS Donovan” (1971) è un prodotto elaborato e per giunta doppio, in cui il protagonista, accanto a brani da lui composti, esegue anche dei traditional e musica alcuni testi di libri per bambini, in particolare “Alice’s Adventures In Wonderland”e “Through The Looking Glass” di Lewis Carroll e la poesia di W. B. Yeats “The Song Of A Wondering Aengus”.
“Cosmic Wheels” (1973), album che vanta per la prima volta la partecipazione di musicisti noti come Chris Spedding, Cozy Powell, Alan White, John “Rabbit” Bundrick, Jim Horn e Bobby Keys è forse l’ultimo prodotto in cui si registra un grande interesse per la sua musica. Gli album successivi, benché anch’essi zeppi di nomi importanti, non causano un gran ritorno al successo del menestrello tuttora in attività.
