
Articolo di Carla Murialdo
Non ho un buon rapporto con i classici, questo dovuto all’obbligo di lettura imposto quando si andava a scuola. Mi sono trovata a leggere un po’ per caso questo romanzo il primo di Italo Calvino pubblicato nel 1947 ed è stato una vera sorpresa. Pin è un ragazzino dei carruggi cresciuto senza genitori e con una sorella che fa la puttana, siamo nel periodo della guerra e Pin frequenta più gli adulti che i suoi coetanei, per farsi accettare diventa il jolly dell’osteria, ascoltando i discorsi degli adulti e spiando cosa fa la sorella si ritrova adulto senza però esserlo. Un giorno gli viene chiesto di rubare la pistola al tedesco che frequenta la sorella e incominciano i guai. Un libro che tratta la vita di quel periodo con lo sguardo del bambino che vede cose più grandi di lui e non riesce a capire fino in fondo, cresciuto senza una guida c’è anche una forma di cattiveria nei modi nelle parole che non si fa amare dal lettore. Di Calvino avevo letto il “barone r rampante” e ne ho un buon ricordo, scritto bene senza la prosa che era di moda in quegli anni.
