
A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage
C’è tanta nostalgia nella celebre e per me meravigliosa Penny Lane dei Beatles. Scritta quasi interamente da Paul McCartney e accreditata anche a John Lennon, la canzone raccoglie le immagini e le memorie di una strada nella periferia sud est di Liverpool, tra Sefton Park e Caldernstones Park, due tra le più importanti e maestose aree verdi della fascinosa città del Merseyside. La voglia di dedicare un pezzo ai giorni dell’infanzia e all’amatissima città natale, voglia che già aveva solleticato l’ispirazione di Paul e John, trova finalmente sbocco e respiro nel 1966, grazie ai versi di Penny Lane, perfettamente a metà strada tra il reale e il fittizio, tra il biografico e l’immaginario. Proveniente dalle sessioni del leggendario Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, il singolo viene prima pubblicato in coppia con Strawberry Fields Forever, tanto per cambiare altro diamante del repertorio, e poi inserito nella versione americana di Magical Mystery Tour, sempre nel 1967.
Nel brano troviamo i vari personaggi, i negozi, i ricordi e le malinconie della mitica coppia di autori, che tanto ha bisogno di tenere in vita luoghi e momenti cari. Paul canta e ci mostra un po’ tutto: il negozio del barbiere frequentato insieme al padre, la pensilina dell’autobus in mezzo alla rotonda o la St. Barnabas Church. Vengono citate addirittura le porzioni da quattro penny di patatine e pesce fritto, nello slang di Liverpool, per l’appunto: a four of fish. Un semplice riferimento al fish and chips, lo sfizioso piatto inglese tipico dello street food? Non soltanto, perché il verso si conclude con un malizioso finger pies, che in sostanza e in maniera non proprio educata indicherebbe la vagina.
Tanto materiale, quindi, ma anche tanta libertà espressiva da analizzare e da interpretare. Il tutto assume volendo tratti cartooneschi, vivi e irresistibili all’ascolto.
Penny Lane, there is a barber showing photographs
of every head he’s had the pleasure to know
and all the people that come and go
Stop and say, «Hello.»
La proverbiale orecchiabilità delle melodie, le fotografie in pieno stile britannico, la raffinatezza dell’arrangiamento, gli interventi curati dei vari stumenti e il famoso solo di cornetta di David Mason assicurano a Penny Lane un piazzamento altissimo nella storia della musica pop mondiale. E qui devo ribadirlo: più ascoltiamo e più ci rendiamo conto della grandezza, della capacità dei Beatles. Cari detrattori, per quanto vi sforziate i Beatles artisticamente non possono essere attaccati da nessuno. Fatevene una ragione e non rompete le palle!
Penny Lane è anche nelle nostre orecchie, anche nei nostri occhi. Possiamo vederla e sentirla, possiamo imparare a conoscere persone e tornare nella Liverpool di un tempo, la Liverpool di quattro incredibili ragazzi.
Penny Lane is in my ears and in my eyes.
Wet beneath the blue suburban skies.
I sit and meanwhile back in…
Ogni anno la zona diventa tappa obbligata per i turisti, per gli ammiratori e per i collezionisti di ricordini. Grottesco il fatto che, a causa dei continui furti da parte dei fanatici, spazientito e incazzato, il Comune abbia addirittura deciso di riportare il nome della strada direttamente sulle mura e di eliminare definitivamente le varie targhe. Secondo me, qualcuno fregherà pure le mura!
