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Intervista a Michela Zanarella – La Filosofia del Sole.

 

 

Intervista di Barbara Gabriella Renzi

 

Biografia

Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato quindici libri. Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe “Meditations in the Feminine”, edita da Bordighera Press (2018). Giornalista, autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. E’ tra gli otto co-autori del romanzo di Federico Moccia “La ragazza di Roma Nord” edito da SEM.

Sinossi

C’è tanto sole in questi nuovi versi di Michela Zanarella, un sole splendente, che rinnova il rapporto della poetessa con il mondo, che muta l’originario sguardo malinconico e a volte addirittura triste, in un qualcosa di dinamico, in un invito, fatto prima a se stessa e poi agli altri, a scendere a patti con i problemi della vita, affrontarli, viverli con ardore, col fiato caldo, nella dimensione di chi ha scoperto l’infinito e ci può entrare senza avere paura di nulla”. La raccolta, composta da 47 poesie, raccoglie riflessioni in versi sull’esistenza, si nutre di metafore, immagini, simboli, percezioni e il sole è la guida per accedere alla comprensione di sé e degli altri. L’autrice fa compiere al lettore un percorso meditativo di conoscenza ed esplorazione attraverso gli elementi che regolano la vita sulla terra, il silenzio e la filosofia. Un viaggio intenso, profondo e autentico che intreccia il visibile e l’invisibile. 

 

Barbara: Ho letto il libro di Michela, perché amo la poesia. Dopo aver letto il libro, ho contattato la scrittrice per avere un’intervista e capire meglio alcune sue liriche, bellissime liriche. I social media fanno miracoli in questo senso e ci aiutano a connetterci, con chi stimiamo.

Barbara: Grazie di essere qui con noi, nel nostro salotto letterario. Sono molto onorata. Ti vorrei chiedere cosa ti spinge a scrivere.

Michela: Grazie a te, Barbara, per il gradito invito nel tuo salotto. Bella domanda. Ho iniziato a scrivere dopo un fatto particolarmente doloroso che mi ha cambiato la vita. Le prime poesie sono nate nel 2004, le ho poi raccolte in un libro soltanto nel 2006. Da allora non ho più smesso. Cosa mi spinge ancora oggi a scrivere? La poesia mi fa stare bene, mi dà sicurezza, forse quella che non ho mai avuto nel corso degli anni. Scrivo, perché ho l’esigenza di esprimere ciò che sento e vedo senza pretese. Ricevo bellissime testimonianze dalle persone che mi leggono da ogni parte del mondo: messaggi di affetto, pensieri, riflessioni, qualche volta anche delle critiche. Accetto tutto con gratitudine.

Barbara: Quando hai iniziato a scrivere? Cosa porta la scrittura alla tua anima? Cosa senti quanto scrivi?

Michela: In parte ho già risposto nella domanda precedente. Il mio percorso è iniziato dopo essere sopravvissuta ad un tragico incidente stradale. Era una mattina nebbiosa d’autunno, stavo andando a lavoro in bicicletta come ogni giorno. Il conducente di un’auto non mi ha visto, mi ha agganciato il manubrio e nell’impatto mi ha fatto sbalzare in aria. Per fortuna mi ha soccorso. Dopo un’operazione lunga e complessa e un anno di terapie per il recupero delle funzionalità degli arti, sono tornata gradualmente alla normalità. Ho iniziato a scrivere in versi subito dopo il mio rientro a lavoro, negli orari di pausa, tra le mura asettiche di un mattatoio. Non avevo mai scritto prima di allora. L’ho sentita come una sorta di liberazione e rinascita, c’era la voglia di recuperare me stessa partendo dalle parole. La scrittura, o meglio la poesia, mi dà equilibrio, serenità, quando scrivo entro in una dimensione in cui ci sono soltanto io ed il silenzio. E’ quasi come staccarsi dal tempo e dalle cose, sollevarsi in alto e guardare tutto con un’altra ottica, molto più acuta e profonda. E’ una sensazione che mi porta leggerezza, levarsi di dosso tutte le pesantezze del mondo.

Barbara: Mi spieghi il titolo del libro “La filosofia del sole”?

Michela: “La filosofia del sole” è una meditazione in versi sul senso dell’esistenza. Gli elementi della natura sono sempre stati un riferimento importante per la mia scrittura. Il sole è il simbolo del supremo potere cosmico e si trova in tutte le culture nel corso della storia. Nella letteratura europea c’è stato un vero e proprio culto del sole, ne hanno scritto Omero, Aristofane, Dante, Foscolo, Manzoni, solo per citarne alcuni. Da non dimenticare Francesco D’Assisi nel suo “Cantico delle creature”, Dante ne fa il simbolo della grazia divina: il sole è il “pianeta/che mena dritto altrui per ogni calle” (Inferno, I, 17, 18). Siamo energia ed il sole ci nutre, ci alimenta quotidianamente. In questa raccolta c’è tanta luce, perché è ciò che cerco costantemente nel mio ‘transito’ terreno. Anche nel buio più estremo sono convinta ci possa essere luce, è piuttosto difficile accorgersene.

Barbara: Tu scrivi: “Ammettiamo che esista un luogo possibile per amare senza misura una sorta di residenza per scambiarsi l’anima lontano dal tempo un sottinteso combinare destini.” Mi piacerebbe che un luogo del genere esistesse. Raccontami le emozioni che nascondono questa poesia.

Michela: A volte si vorrebbe amare all’infinito, si spera che un sentimento possa durare per sempre. Purtroppo alcune storie si interrompono, i legami finiscono, ma dobbiamo essere consapevoli, che ogni persona che entra nella nostra vita ha un significato ben preciso. L’amore va oltre le persone e le cose e prosegue, non si disperde. Il luogo possibile esiste, è il nostro cuore, che diventa culla e memoria delle nostre emozioni più autentiche. Nessuno può cancellare ciò che abbiamo provato e vissuto.

Barbara:

C’è luce fino a tarda sera

e oltre la notte.

Il cielo assiste alla veglia

dei miei occhi

nel tuo silenzio

e sa che confesso alla terra l’amore

dall’infinità della luna

che tutto il buio assolve.

Niente è più importante

della vita

abbiamo il mondo per capire

che la luce porta il respiro del tempo.”

Mi piacerebbe che mi spiegassi meglio questa poesia. Da cosa nasce? Raccontami di questo infinito e questo buio.

Michela: E’ una sorta di invito a guardare oltre, con gli occhi riusciamo a vedere fino ad un certo punto, con l’anima possiamo scardinare i limiti, toccare l’invisibile. La vita è troppo importante, per non saperla apprezzare, a volte è difficile accettare il buio, gli ostacoli. Non sempre si ha la forza e la volontà per reagire, ma ‘stare’ al mondo significa almeno provarci.

Barbara: Ti ringrazio moltissimo. Ci rincontreremo nel tuo prossimo libro.

Michela: Sono io a ringraziare te per questa opportunità. Sono orgogliosa di far parte della corrente letteraria dei Poeti Emozionali, un gruppo fantastico di poeti che si emozionano nella vita così come nella scrittura, un gruppo di persone meravigliose che mi sta insegnando cosa significa essere uniti nello stesso amore per la poesia.

 

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