MDN

3 PUNTI A PARTITA – terza puntata

 

 

DI CARLO AMEDEO COLETTA

 

 

Ci mancava solo questa. Già è stata una settimana di sport italiano tipo Hunger Games, davvero non potevamo arrivare almeno a lunedì sera senza un problema? Sì, Hunger Games, avete presente il film, anzi, la saga? Per farvela breve, una serie di prove di sopravvivenza dove vince chi sopravvive. Ecco, qui da noi è stata una settimana di questo genere, tra chi ha rischiato di brutto, chi è stato messo a tacere stile Il Padrino, chi continua in tutti i modi a sabotarsi da solo per eliminarsi e chi, nel dubbio, deve aver pensato che, se non vince lui, bè, allora non vince nessuno. E poi l’ultimo colpo di scena: fingo di tornare per sparire per sempre. Andiamo con ordine, è meglio, sennò rischiamo di perderci in questo vortice di eventi. Come mi manca l’inerzia degli anni ’90….

Partiamo dagli assenti resi ancora più assenti in stile Il Padrino. Ma sì, che ci importa, gli assenti hanno sempre torto quindi, in effetti, possiamo dire quello che vogliamo. Voliamo in Inghilterra, allo stadio St James Park di Newcastle. È andata in scena la prima amichevole della nazionale dell’Arabia Saudita targata Mancini. Un incontro amichevole, nulla di che, ma tanto è bastato per alzare un polverone. Certo, che il livello calcistico sceicco non fosse proprio stellare si sapeva, ma insomma, 3 pere dalla Costa Rica non se le aspettava nessuno. Non è tanto il risultato quanto il modo: Costa Rica che passeggia in campo e che segna due reti identiche con l’attaccante tutto solo soletto in area. Bravi. Già a metà primo tempo la partita poteva considerarsi conclusa. Il resto è stato puro allenamento. E Mancini? Bè, a parte la dozzina di espressioni perplesse, poco altro. In effetti, nessuno o quasi capisce cosa dica. Il Mancio deve dare indicazioni a un’interprete che, poi, le urla in arabo ai giocatori. Chissà cosa dice loro, in effetti. Chissà se almeno l’interprete capisce Mancini. Comunque, proprio quando avrebbe potuto parlare, il nostro ex CT è stato messo a tacere. Niente conferenza stampa. Mettiamo subito in chiaro come funziona qui. Silenzio. Se mai un giorno si riuscirà a vincere una partita, allora ci sarà anche il carosello ma per il momento no, solo mutismo e rassegnazione, ben pagata, ovvio.

Passiamo allora ai presenti, anche se per enorme fortuna. Uno che ha rischiato di brutto, ecco. Che volo ha fatto Bagnaia in pista? Erano anni che non si vedeva una moto disarcionare il proprio pilota in quel modo. All’epoca del motomondiale delle 500, se non ricordo male, accadeva che in accelerazione, usciti da una curva, qualcuno si trovasse in un rodeo e volasse via. Bagnaia, però, è da record! Neanche al palio di Siena ho visto fantini schizzare così in alto e ricadere così pesantemente a terra. E se tutto ciò non fosse stato sufficiente, track, anche una moto che gli passa sulle gambe. Ma sì, abbondiamo! Tutti terrorizzati, tutti in apprensione, tutti con ancora negli occhi un nostro beniamino ben più sfortunato, come il caro Sic Simoncelli. E invece, per fortuna, incredibilmente, niente, neppure un graffio, neppure una fratturina di quelle piccole, fastidiose e dolorose ma di semplice risoluzione. Nulla. Un livido, ecco, quello sì. Il minimo sindacale. E domenica, già di nuovo in pista, sul podio, con una nuova tuta completamente gialla, come la stella che lo ha guardato in quel momento potenzialmente tragico. Bene così per Bagnaia, bene così per tutti.

Sì, lo so, siete tutti lì, appollaiati come avvoltoi, ad attendere che parli di quelli lì, proprio loro. Quel ristretto e ben selezionato gruppo di sportivi a cui piace tanto aiutare il mondo a eliminarli. A volte viene davvero da pensar male. Parliamo della nuova, vecchia, nazionale di calcio italiana. C’è un nuovo CT in panchina, un uomo dedito al bel calcio, convinto che sia l’unica strada da percorrere per vincere e convincere. In effetti, tre mesi fa, erano tutti dalla sua parte: giocatori, tifosi, giornalisti, giornalai. Di sicuro, si diceva, non potrebbe esserci miglior Ct per la nazionale, al momento. Potrebbe anche essere vero ma in campo, sul rettangolo verde, non ci va lui, Luciano Spalletti. Su quell’affascinante manto erboso ci vanno i giocatori. E loro, rispetto a qualche mese fa, sono sempre i soliti. C’è davvero della cattiveria nel farli giocare di nuovo contro il mostro finale del videogioco “Qualificazioni”. Davvero, chi ha avuto l’idea di far iniziare l’avventura di Spalletti con un incontro così difficile, subito al via, addirittura giocato su un campo da calcio molto simile a un orto? Quanta malignità. E dire che lo sanno tutti che avversario temibile sia la Macedonia del Nord! Ragazzi, non scherziamo! Un conto è se parliamo della Macedonia del Sud, ma quella del Nord è imbattibile. Con la Macedonia dell’Est o dell’Ovest puoi anche spuntarla, ma con questi è difficile! Giusto per darvi un’idea della forza di questa corazzata calcistica, ricordate come andò a finire il 24 Marzo 2022? Vinse la Macedonia, a Palermo, 1 a 0. Il bomber di quella serata, l’immarcabile Trajkovski, dopo un anno giocato in Arabia Saudita, adesso è a casa senza contratto! Giusto così, un giocatore di tale rendimento potrebbe spostare irrimediabilmente gli equilibri calcistici di qualsiasi nazione. Lasciamolo a casa, rendiamo tutto più equilibrato! Ma davvero siamo riusciti, di nuovo, a non vincere contro la Macedonia del Nord? Incredibile. Un primo tempo decente, qualche occasione da rete, un palo, una traversa, Ciro Immobile che, restando se stesso e quindi immobile di fronte alla porta, segna di faccia la rete dell’1 a 0. Bravi. Possiamo fischiare la fine, per favore? No. Secondo tempo. Altra cattiveria gratuita, ecco. E niente, non prendiamo più un pallone, neppure quello tirato verso la porta, su punizione, da quel cecchino infallibile di Bardhi! Un tiro eccezionale, fortissimo, su cui il nostro portierone Donnarumma nulla può, nonostante sia indirizzato sul suo palo. Bah. Non capisco. Certo, la Germania sta facendo peggio di noi, ne ha perse 4 su 5 e ha preso 4 pere dal Giappone, però…. Vi dico la mia su Donnarumma, vediamo come la pensate voi: secondo me, è esattamente lo stesso portiere di quando aveva 16/18 anni. Alterna parate allucinanti a grossolani errori, sia nel posizionamento che nella sostanza. Ed è zero con i piedi. È comunque il portiere che ci ha fatto vincere l’Europeo, non va dimenticato, però non credo sia così forte come ci si aspettava diventasse. È ancora giovane, ha tempo per migliorare. Se si desse una mossa, però, ci darebbe una mano, ecco.

Chi manca? Ah sì, il tizio che, se non vince lui, allora non vince nessuno. Sto parlando di Charles Leclerc, attuale pilota Ferrari. A parte che…sapete come si chiama Leclerc? Il nome completo, dico. Charles Marc Hervè Perceval Leclerc. Vabbè, chiunque perderebbe la testa alla prima firma. Torniamo allo sport. L’altra domenica c’è stato il Gp di Monza. Sempre bello. Un circuito alla vecchia maniera, dice qualcuno. Il fascino della storia, ecco. In effetti, 6 rettilinei e 5 curve. Certo, bisogna avere il piede pesante e saper curvare a 300 Km/h ma insomma, non è la pista più complicata del mondiale. Comunque, pista di casa per la Ferrari. Qualificazioni alla grande con entrambi i piloti, Sainz addirittura in pole position. La gara è un’altra cosa, però. La Red Bull è superiore in tutto, ovunque, e il caro Verstappen, al decimo giro, passa tutti, saluta e se ne va. Verrà inquadrato nuovamente solo al pit stop e sul traguardo di arrivo. Altro discorso per il suo compagno di squadra, Perez. Lui lotta tutta la gara con Sainz per il secondo posto. Dietro Perez, tranquillo e guardingo, c’è Leclerc. Mai un attacco, mai un tentativo. Boh, si vorranno bene, viene da pensare. Perez sorpassa Sainz e conquista la seconda posizione. Ecco, mancano 3 giri. Leclerc si sveglia. Davvero, a Monza, deve salire Sainz sul podio? No no no! Deve salire Leclerc…oppure nessuno! E così il buon Charles inizia un duello all’ultima gomma con il compagno di squadra. Dal box chiedono di non correre rischi. Sì, caro box, vi hanno proprio ascoltato. Ultimo giro, prima variante. Leclerc arriva così lungo che le ruote fumano per 100 metri. Non tampona l’ignaro Sainz solo per caso! Sarebbero andati fuori entrambi. Per molti tifosi è stato un giusto, corretto e spettacolare duello. Per me, con ancora negli occhi la F1 anni 80 e 90, una follia tra compagnia di squadra. Vi dico un’altra cosa. Se Sainz fosse stato superato, mi sarebbe dispiaciuto. Povero Sainz, tanta fatica e poi? Solo quarto? No, no, giusto così, lui è un ragazzo a posto, ci tiene, se lo merita! …. Ecco, poi passa qualche ora e sento, alla radio, la notizia riguardante Sainz che è stato scippato. Gli hanno portato via l’orologio. Manigoldi! Come potrà adesso godersi la giornata? Come potrà guardare l’ora? Poi, sempre dalla radio, il giornalista aggiunge che l’orologio vale tipo 500.000 euro. Aspetta, magari non siete ferrati in matematica. L’orologio vale cinquecentomila euro. Ho pagato casa mia 120 mila euro con mutuo trentennale. Sainz controlla l’ora in un congegno che vale 5 volte casa mia. Vabbè, sai che c’è? Pure se arrivi ultimo non me ne frega niente.

Bene, manca solo la ciliegina sulla torta! Il colpo di scena! L’uomo che non ti aspetti! O meglio, l’uomo che aspetti da quasi un anno, almeno per i tifosi juventini. Paul Pogba, nome in codice: Polpo. Tra le spire dei suoi tentacoli deve essersi annidato qualcosa che non doveva stare lì. Lo scorso anno ha giocato 98 minuti o giù di lì. Un anno, 98 minuti. Stipendio da Re Mida. Sono i 98 minuti più preziosi del genere umano. Finalmente, nella scorsa giornata di campionato, torna in campo. C’è una partita di cartello come Juventus Udinese, mica te la puoi perdere, caro Polpo. E infatti se la perde. Nemmeno un minuto. Però ormai è caldo ci sono altri  big match roba di cartello. E che la Juve , questa Juve ti pare che ce la possa fare senza Pogba contro Bologna ed Empoli? Allora il nostro eroe entra in campo, mancano una ventina di minuti alla fine degli incontri. Certo, per arrivare a 98 minuti è ancora lunga ma da qualcosa bisogna pur iniziare. Tocca qualche pallone, tira, corre. Insomma, sembra un calciatore. Finiscono gli incontri , la Juve ha fatto un pari e una vittoria ma, soprattutto, sente di aver ritrovato il suo Polpo di fiducia. Sì, aspetta, però. Finisce la partita e qualche doloretto si fa sentire, così, da patto sindacale, ecco. Non è nulla di grave, alla fine della pausa nazionali, Pogba potrà scendere di nuovo in campo. Felici? Preoccupati? Increduli? Date retta a me, state tranquilli e sereni. Per non rischiare di turbare i tifosi, proprio oggi 11 Settembre, Pogba è risultato positivo al test antidoping a cui si è sottoposto proprio alla fine della partita contro l’Udinese. Dove manco ha giocato. Mancano le controanalisi ancora, diamo il beneficio del dubbio. Pensare che non sarebbe arrivato a 98 minuti in un anno senza aiuti, ecco, mi pare troppo. Voler recuperare prima dai tanti infortuni, forse, potrebbe essere stata una tentazione. Staremo a vedere. Personalmente mi spiace e non dico per la Juventus o per Pogba, dico in generale. Il doping è una macchia che non va più via, per lo sport tutto.

Insomma, una settimana in cui non è mancato nulla, e oggi è lunedì. Solo lunedì….

Buono sport a tutti!

 

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