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Liberi prigionieri – Intervista a Giovanni Caldone e S.H. Bingazoli de I Prigionieri.



Samuele Hanck Biganzoli, nuovo cantante dei Prigionieri, band bustocca che seguo con particolare simpatia, afferma con convinzione che nel nostro paese non manca affatto la buona musica, anzi, è piuttosto una questione di tendenze, talvolta pessime, a condizionare inesorabilmente il mercato. In ogni caso, basta saper cercare. Difficile non trovarsi d’accordo, e i Prigionieri sanno sicuramente comporre buona musica. Per MDN, una bella dose di domande al carismatico vocalist e al bassista Giovanni Caldone.

Non credo quasi per niente al destino, sono un artista e non un giornalista o qualcosa di simile. Tuttavia, questa è la seconda mia intervista ai Prigionieri. Ecco, cosa è cambiato dal nostro primo incontro?

S.H.B Io, noi, voi, loro. E anche tu, suppongo.
G.C. Fondamentalmente da allora non è cambiato nulla, lo spirito, l’anima del gruppo è sempre quella, ricca, variegata, controvento, ma con qualcosa in più: il nuovo cantante..

Raccontatemi come è nato il progetto.

G.C. Il progetto è nato nel 2014 e forse prima da una manciata di idee che mi sono venute in mente. Giravo col basso a suonare i campanelli ai musicisti. Un po’ vecchio stile. Avevo voglia di rompere i coglioni per trovare artisti, persone che si rispecchiavano nelle mie idee. Non è stato per nulla facile trovare gli elementi giusti anzi. Dopo vari cambi di formazione e situazioni assurde ho trovato l’assetto con la band attuale, e la cosa bella è che siamo anche molto amici e affiatati.

Cosa proponete al pubblico?

S.H.B Proponiamo un punto di incontro tra diverse tendenze, diversi fronti musicali, diverse generazioni, tutte unite per dare un grande spettacolo, con strilli e strumenti che fanno impeto, senza dimenticare i testi, molti dei quali volti a far riflettere l’ascoltatore.
G.C Il nostro è un rock italiano pieno di varie sfumature, carico di poesia e di ideali, anche molto di protesta per certi pezzi. Le varie influenze dei componenti fanno sì che ascoltando i nostri brani non ci si annoia di certo, poi ognuno ha la sua formazione…

Quali sono state le vostre fonti di ispirazione?

G.C. Le nostre fonti di ispirazione sono molte. Io ad esempio vengo dal punk rock italiano anni 80 e non solo. Amo l’hard rock più puro. Tromb, il batterista, viene dal punk italiano, Stefano il chitarrista ama il blues e il rock blues, il tastierista Cristian ama il folk, l’hard rock e anche il pop, Sam il metal, ma ascoltiamo un po’ di tutto e questo è un bene per il risultato finale dei brani.
S.H.B Personalmente, le mie fonti di ispirazioni, i miei idoli cantanti, sono Bruce Dickinson, in cima alla lista, seguito da Robert Plant, Mat Bellamy, Ian Gillian, Rob Halford, fino ad arrivare ad un più spinto Johan Hegg per il growl, Merilyn Manson e Dani Filth per lo scream, passando per Hansi Kursch. Insomma, chi, a modo suo, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di chi sogna il canto più estremo.

Ho avuto modo di ascoltare più volte Perdizione, il vostro primo album. Oltre alle sonorità toste, è percepibile la grande cura per i testi. Chi scrive tra voi e perché amate affrontare determinate tematiche?

G.C. I testi per quel disco sono stati scritti da me, e da due grandi poeti italiani, Claudio Mecenero e Carmelo Caldone (che è mio padre). In questo modo il disco ha un sapore molto poetico, sognante, ma anche spettrale e violento per certi punti, che sono poi i miei gusti personali. Amo i film dell’horror e la letteratura tipo Edgar Allan Poe e il realismo sporco tipo Bukowski. Infatti c’è una canzone dedicata a lui e ad altri artisti del 900. Io e la band siamo molto soddisfatti di questo disco proprio perché viene esaltata la poesia, la protesta sociale, la follia pura e chi più ne ha ne metta, ma abbiamo cercato di non essere mai banali e scontanti.
S.H.B Ho apprezzato molti dei testi dei Prigionieri, al mio arrivo nella band, di altri non ne ho colto la bellezza. Ma una cosa è certa, ora si è aggiunto qualcuno che ogni tanto butta giù un paio di versi per i testi: io.

Quale canzone, tra le vostre, vi rappresenta maggiormente?

S.H.B Non saprei rispondere, per il momento non trovo me stesso in nessuno dei brani, ma conto di trovare un brano che possa incorniciare il mio personaggio nel secondo album. Forse in Novecento, riconosco la mia tendenza a guardare al passato… Ma non perdo d’occhio il futuro!
G.C. A me personalmente Perdizione e Bukowski, le adoro, hanno un fascino decadente ma fiero, esplosivo. Poi un po’ tutte, in realtà.

L’arrivo del nuovo cantante cosa ha portato alla band? Oltre allo stile, ovviamente.

S.H.B Spero qualcosa di buono! Un po’ di metal non fa mai male, chiedete a Thor!
G.C. Sam ha portato un entusiasmo nuovo. Abbiamo trovato sin da subito una bella sinergia e dal vivo rendiamo molto di più. Abbiamo un bell’impatto col pubblico, sentiamo di divertire, e sopratutto ci divertiamo molto sul palco, lo percepisco fin da subito, appena si attacca a suonare. E’ sul palco che esprimiamo la nostra potenza.

E cosa ha trovato il nuovo cantante?

S.H.B Una band affiatata, ambiziosa, gradevolmente vecchio stile, sotto certi versi. Ma soprattutto un gruppo di amici con tanta voglia di fare casino. E poi, come direbbe il nostro batterista, c’è un grande “amalgama”.

Cosa pensate della musica di oggi? Italia compresa…

S.H.B Basta sapere dove cercare, e ti accorgi che non è poi così male. Ho visto i Muse suonare nel live del 13 luglio, ed era uno spettacolo incredibile, che ha ben poco da invidiare ai pirotecnici Rammstein o ai folli Motley Crue! Poi se uno è, come me, in cerca di buon metal, scoprirà che c’è l’imbarazzo della scelta. È uscito da poco il nuovo album degli Amon Amarth, per esempio. Il genere che forse sta un po’ soffrendo è il rock, ma noi siamo qui anche per questo, giusto? In Italia sono pessime le tendenze, non la musiche.
G.C. La situazione musicale odierna in Italia è pessima, deprimente, stagnante.

Esiste una cura, secondo voi?

G.C La cura c’è. Prima di tutto non arrendersi mai, continuare a fare quello che ti piace senza mai scoraggiarti, anche se il il sistema odierno ti porta a quello. Tra artisti emergenti che fanno inediti ci vuole collaborazione, e forse piano piano la situazione può migliorare. Tu sei un grande esempio di artista collaboratore, complimenti.
S.H.B Non serve alcuna cura, solo che i guerrieri della musica, quella vera, combattano uniti sotto un’unica bandiera, senza fare gli schizzinosi o discriminare dei fratelli di Rock n Roll. Se valgono più di chi senza aver conosciuto la musica nella sua vasta magnificenza un giorno si mette al pc e crede di essere un musicista, possono combattere. Anche chi usa i pc ma in maniera creativa, sufficientemente ponderata. Basta che non sia roba campata per aria. In breve, “brothers everywhere, raise your hands into the air, we are warriors, warriors of the world!” (Cit. Manowar)

Cosa bolle in pentola?

S.H.B Abbiamo appena registrato la mia prima parte vocale per i Prigionieri. Di cosa si tratta? Potresti decapitarmi e non parlerei! Spetta a qualcun altro introdurre il progetto.
G.C. Tanta carne al fuoco. Siamo veramente contenti. A breve uscirà una chicca, un brano cover ma rifatto in italiano col nostro stile. E’ una bella ballata. Poi ci butteremo a capofitto con il prossimo disco e non vediamo l’ora. Con i live penso ci fermeremo fino a fine anno, appunto perché dobbiamo incidere e creare il nuovo disco.

Perdizione farà comunque parte del vostro catalogo. Cosa ne farete? Era un bel lavoro…

G.C. Perdizione fa parte a pieno titolo della nostra storia, lo stiamo portando in giro per la Lombardia dal vivo, con la voce di Sam, e continueremo a suonare i suoi brani insieme ai futuri pezzi del prossimo disco. E infine, se riusciamo, perché il tempo è una brutta bestia, reincideremo due brani. Ad ogni modo, su tutti i digital store trovate il disco, con la voce del vecchio cantante.
S.H.B Personalmente ho cercato di rivisitare la parte vocale dell’album, qualche verso dei testi, per sentirli più miei. Non possiamo certo mollare la presa ora che mi sono affezionato a cantare Perdizione in growl…

Spammate, ora. E date ai lettori di MDN un motivo per ascoltarvi.

G.C. Ringraziamo i lettori di MDN per l’attenzione, e se amate il rock italiano, il dark, il punk, il metal, la poesia e se siete dei fottuti ribelli, delle anime libere e stravaganti, e non frega un cazzo della trap e dei generi preconfezionati dovete provare a sentire i Prigionieri, sono certo che non vi annoierete.

 

I Prigionieri sono :

Samuele Hanck Biganzoli voce

Giovanni Caldone  basso

Stefano Frontini  chitarre

Christian Comaschi tastiere

Gianluca Trombella batteria

 




Per acquistare l'album su itunes:
https://music.apple.com/it/album/perdizione/1375556470?fbclid=IwAR1-rjszL02nSv6GFvLBoyJLoFOYNcyIbjK0px3-1Gt1hjlQJRwxkOWysNI

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