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10 Domande a … Tavo

1 – Ciao Tavo e benvenuto su megliodiniente.com abbiamo ascoltato il tuo ultimo pezzo
”ANNABELLE” è siamo qui per conoscerti meglio. Parlaci di te di chi sei da dove vieni da quando fai musica e soprattutto perchè?

. Ciao, è raro trovare persone già così informate su di me in un’intervista e questo mi fa molto piacere.
Dunque, la mia, come molte, è chiaramente una storia lunga, MA AVVINCENTE, fatta di sfratti, scelte importanti, e ultimo, ma non ultimo rischi di rimanere carbonizzati nel sonno. Poi a questo ci arriviamo!*** [Ride ndr].
Intanto mi presento, mi chiamo Francesco Taverna e sono un ventisettenne che vive in un paese di 3000 anime nella grigia provincia di Alessandria.
Molti pensano che TAVO sia un nome d’arte, in realtà deriva dal mio cognome. Fin dalla prima elementare tutti mi chiamano così.
Sono cresciuto con i nonni e questa è stata una scelta di natura puramente logistica. Con i miei genitori ho un’ottimo rapporto.
In casa c’è sempre stata una chitarra. Apparteneva al fratello di mia madre che faceva l’animatore turistico alle Seychelles.
Aveva 23 anni quando è scomparso nell’oceano, per salvare un turista che stava annegando.
Non lo hanno mai più trovato, ma la sua chitarra è stata per me l’inizio di tutto.
Fui sfrattato con i nonni dalla vecchia e storica casa in cui vivevamo di proprietà della curia, con falsi pretesti di ristrutturazione. Qui mi sono avvicinato alla scrittura, per sfogo.
Ho iniziato suonare quindici anni fa, prima solo come chitarrista in vari gruppi. Con uno in particolare in sei anni ho fatto quasi quattrocento concerti. Una bella gavetta…
Anni dopo nel 2016 ho avviato questo progetto.
Ed ora eccomi qua!

2 – Raccontaci ora di questo brano ”ANNABELLE”?

. Annabelle nasce da un ritrovamento particolare.
Duranti lavori di ristrutturazione nella casa in cui vivo, nell’intercapedine del muro ho trovato una scatoletta di metallo contenente delle monete e una lettera risalente al 1850.
Nella lettera un certo Ennio scrive a Maddalena (divenuta poi Annabelle per ragioni di metrica).
Leggendo si scopre che in realtà Maddalena è sposata, quindi sono due amanti.
Ennio parla di amore, di paura e di desiderio. Sentimenti attuali, benché risalgono a più di 200 anni fa.
Sono stati proprio questi sentimenti che viaggiano immutati ed immutabili nel tempo ad ispirarmi.
È una cosa romantica poter dar voce ancora una volta a due persone che si sono amate tanto tempo fa. Altrettanto romantico non è più il termine “amanti”.
Nell’ottocento infatti ci si sposava ancora per convenienza in matrimoni combinati, finendo poi per trovare l’AMORE VERO altrove.
Oggi l’amante è semplicemente una trasgressione fine a se stessa.

3 – Gli artisti a cui ti ispiri e perchè?

. “Sicuramente i vecchi e storici cantautori italiani. Anche se ho molti ascolti anche del panorama internazionale.”
Questa sarebbe la risposta più ovvia! Ma a conti fatti, i veri artisti ai quali mi ispiro sono le persone che conosco, che ho conosciuto e che sono diventate, insieme alla loro storia, protagoniste di una mia canzone.

4 – Ho curiosato nelle tue canzoni su youtube , ”il tempo di ballare” , ”sistema solare”, ”l’astronauta e l’indiano”, a parte chiaramente la bella voce di cui sei dotato posso dire che come artista sei abbastanza curioso?

. Credo che questo sia il complimento più bello che mi abbiano mai fatto.
La curiosità è il fulcro attorno al quale si sviluppa l’ascolto. Sono felice nel mio piccolo di riuscire a destarla.
Aldilà delle canzoni nel mio progetto è presente una forte singolare impronta grafica. Curata dalle sapienti mani di Lorenzo Chiesa, designer che lavora anche con note multinazionali.

5 – Mi sono piaciuti i testi delle tue canzoni c’è un linguaggio ricercato ma non forzato, come nascono le tue canzoni sei tu che scrivi i testi e le musiche o hai dei collaboratori?

. Ti ringrazio!
Il modo in cui scrivo non è poi così lontano dal modo in cui parlo. Sono una persona che usa molto le immagini per descrivere le cose.
Sapevi che il nostro cervello funziona solo ed esclusivamente per immagini?!
Le canzoni nascono tra le quattro mura di casa mia con la chitarra un foglio ed una penna.
Quando mi presento in studio alla Noize Hills Records, dal mio produttore Roberto Rude Bobo Lazzarin, ho già un testo è una linea melodica.
Lui si occupa dell’arrangiamento ed è davvero bravo non solo dal punto di vista tecnico, ma anche quello umano ed artistico.
C’è fiducia! E questo è fondamentale quando si affida a qualcuno una cosa intima come è dopotutto una canzone.

6 – Tornando ad ANNABELLE che mi sembra un ottimo singolo che può funzionare pensi che questa sia più rappresentativa del genere che vuoi fare oppure è la canzone che rappresenta quel momento e hai in mente anche altro?

. Come hai ben detto prima, Annabelle è il terzo singolo dopo “l’astronauta e l’indiano” e “il tempo di ballare”, che ho pubblicato dopo l’album di esordio “Funambolo”.
Dietro questi brani c’è un filo conduttore, c’è una ragione ed un tema ben preciso. Quest’ultimo sarà più chiaro dopo la pubblicazione del nuovo album, ma non posso ancora anticipare nulla.
Per me la novità è parlare d’amore. Ho sempre temuto di farlo, è un tema molto inflazionato e ben trattato da artisti più noti e abili di me.
Spero di esserci riuscito senza risultare banale.

7 – Esibizioni live?

. Nel tour precedente ho girato le principali città d’Italia, sicuramente sarà così anche per questo tour.
Quest’anno ho la fortuna di avere alle spalle una grossa produzione per gli spettacoli live. Ci sono tecnici audio e luci che lavorano anche con artisti noti come Ermal Meta, Cristicchi, ecc.
In più sul palco accanto a me ci sono “i miei compagni di merende” Lorenzo Chiesa e Daniele Porcu al basso e alla batteria.
Sono musicisti davvero in gamba.
Questo tour sarà uno show a 360° che credo meriti di esser visto.

8 – Progetti per il futuro?

. Sicuramente suonare tanto perché è la cosa che più mi piace di questo mestiere.
Cercherò di lavorare duro.
Per quanto piccola possa essere la mia fanbase è comunque ben più numerosa degli abitanti del paese in cui vivo, pertanto cerco di essere il più possibile attento ed autocritico prima di ogni pubblicazione.

9 – Come definiresti la tua musica?

. Fare musica è una grande responsabilità perché, per quanto mi riguarda, attraverso i testi che scrivo veicolo anche la persona che sta dietro all’artista.
Scrivo racconti autobiografici e cerco di essere sempre sincero. Quando non lo sei, la gente se ne accorge perché perdi credibilità.
Quando sei sul palco le canzoni sono i panni con i quali ti vesti. Avere abiti scomodi o sbagliati mette a disagio.

10 – Convincici ad ascoltare e a comprare il tuo lavoro?

. Nel limite delle mie capacità, in ogni canzone, cerco sempre di lasciare una “sedia libera” all’ascoltatore.
Sulla quale possa sedersi e trovare nelle parole, nei dettagli, qualcosa che gli appartenga.
Il mio lavoro è dare la possibilità a qualcuno di immaginare una storia con i protagonisti ed i paesaggi che preferisce.

***Ah quasi dimenticavo: la volta in cui ho rischiato di rimanere carbonizzato nel letto è stata quando durante un concerto a Roma ci siamo ritrovati il 21 dicembre in una camera senza riscaldamento.
Senza nulla togliere ai siberiani, faceva un freddo cane!
La brillante idea di Lorenzo (il bassista), con il quale dividevo il matrimoniale, fu quella di mettere il phon sotto le coperte per scaldarci.
Verso le quattro del mattino il phon si era fuso, il letto quasi e ci siamo svegliati solo per l’odore di pollo… erano le nostre gambe.

Grazie allora Tavo.

Grazie a voi per l’interesse, lo spazio dedicatomi, per la curiosità e per la bellissima intervista.
Un grandissimo abbraccio,TAVO.

 

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  1. megliodiniente 20 Maggio 2020

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