MDN

BLIND FAITH

Articolo di Emilio Aurilia

Cosa può avvenire quando due musicisti di enorme spessore s’incontrano? L’idea di un supergruppo per la realizzazione di un prodotto comune dominato dal gusto di costruire qualcosa di valido che possa durare nel tempo.

È quanto devono aver pensato Eric Clapton e Steve Winwood, fuoriusciti entrambi dalla loro band (rispettivamente Cream e Spencer Davis Group). Reclutati il batterista Ginger Baker ex collega di Clapton nei Cream e il bassista Rick Grech fuoriuscito a sua volta dai Family, iniziano la loro avventura che si esprimerà in un solo album omonimo, la cui copertina generò un piccolo scandalo perché raffigurava una bambina di undici anni a torso nudo, tanto che fu cambiata per l’edizione statunitense.

L’apertura del disco spetta alla lunga “Had To Cry Today” di Winwood percorsa da un efficace riff chitarristico che ne fa, oltre che un bellissimo pezzo, anche un energico apripista. Winwood si ripete con l’acustica ipnotica “Can’t Find My Way Home” e con la meno convincente “Sea Of Joy”, benché arricchita da un interessante solo di violino da parte di Grech.

Il chitarrista scrive invece “Presence Of The Lord”, un lento pastoso dagli accenti blues affidato in studio alla voce di Winwood e dal vivo a quella dell’autore e che rimarrà uno dei brani eseguiti negli anni durante i suoi concerti.

Termina il disco la chilometrica composizione di Baker “Do What You Like” molto adatta dal vivo perché pone in sequenza gli a solo dei quattro ciascuno col proprio strumento, regalandoci poi un finale cacofonico di stampo avanguardia free.

Il contrasto fra i due ideatori genera la fine del gruppo: Winwood accusa Clapton di non aver più interesse alla band, privilegiando altre attività come quella di dedicarsi alla produzione del suo Derek and the Dominoes.

 

Leave a Reply

Area Riservata