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BOLESKINE HOUSE E SIMBOLISMO Le oscure passioni di Jimmy Page

 

 

 

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

In Scozia, non distante da Inverness e sulle rive del Loch Ness c’è una grande villa. La zona è a dir poco sonnolenta, scenario perfetto per un film horror o comunque zeppo di mistero. I turisti affascinati dalle teorie riguardanti il celebre mostro del lago frequentano le altre sponde, percorrendo diversi itinerari. La villa, questa grande villa, è la Boleskine House e non ha una buona fama. La leggenda narra di un cimitero a pochi passi dall’abitazione, ma anche di una chiesa andata in fiamme con un buon numero di cristiani all’interno. Storiacce, probabilmente, ma che in maniera quasi perversa riescono sempre ad attrarre. Una cosa però è certa: sul finire dell’800 e nei primi anni del ‘900 la villa fu abitata da Aleister Crowley, il famoso maestro dell’occultismo moderno. Sì, proprio quel tizio, il mago, l’esperto di simboli e di esoterismo che tanto ha fatto discutere. Nel 1918 Crowley abbandonò tuttavia la Boleskine House, che divenne per qualche tempo sito di culto per i suoi adepti o per chissà chi altro. Sacrifici, strani rituali, nuove leggende e via dicendo. Insomma, sto scrivendo di una casetta tranquilla e confortevole…

Ma cosa c’entrano Loch Ness, l’esoterista e la villa con il rock and roll che amiamo? Semplice, nel 1970 l’immensa e tetra dimora venne acquistata da Jimmy Page, il fenomenale chitarrista dei Led Zeppelin. La passione del guitar hero per le arti occulte era cosa nota, così come il suo interesse per le teorie magiche, le opere e gli oggetti di Crowley (ancora oggi egli è uno dei più grandi collezionisti di strani cimeli).

Tra i solchi del lato A della matrice di Led Zeppelin III, per esempio, Page incise uno dei motti più celebri del suo controverso mentore: Do What Thou Wilt So Mete It Be (Fa’ ciò che vuoi così potrai essere). I presunti messaggi occulti impregnarono anche la cover di Led Zeppelin IV. Chiaro, la voglia smisurata di storie oscure incrementa da sempre la dose. L’idea che il contadino ritratto nel quadro appeso sulla vecchia parete non sia proprio uno sconosciuto a caso continua a intrigare e non poco. La storia ufficiale racconta di un dipinto a olio acquistato dal cantante Robert Plant in un negozio di antiquariato e successivamente, solo per gusto, utilizzato per la parte frontale della copertina. Qualcuno sostiene invece che il vecchio abbia un nome, George Pickingill, conoscente di Crowley e anch’egli praticante di magia nera. E i simboli piazzati qua e là? Uno per ogni membro della band e, ovviamente, una cascata di possibili e criptiche interpretazioni. Jimmy Page disegnò il proprio, il più famoso, il cosiddetto Zoso, ma non diede mai una reale spiegazione a riguardo. E così, via alle teorie sataniche o a quelle astrologiche…

In ogni caso il chitarrista nel 1980 vendette la villa, che dopo essere adibita a Bed and Breakfast prima e a dimora privata poi, nel 2015 venne divorata quasi completamente dalle fiamme. Le cause dell’incendio, giusto per non farci mancare nulla, restano un mistero.

 

 

 

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