BARBED WIRE – One Last Drive
Recensione
a cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)
Gran bel lavoro, questo One Last Drive dei Barbed Wire, band romana che abbiamo avuto il piacere di intervistare recentemente. Di cosa parliamo, però? Difficile riassumerlo in poche righe perché c’è molto in queste dodici tracce. I ragazzi regalano sonorità emo core vicine alla terza ondata dell’espressione, anni 2000, per intenderci. Tuttavia impreziosiscono e non poco il disco con la propria personale forma compositiva ed esecutiva. Non mancano, per esempio, immersioni nella new wave, nel punk più stretto o nell’indie rock. Lo ripeto, che bel lavoro!
La voce di Andrea Boiani racconta benissimo la nostalgia generale, muovendosi libera su linee melodiche mai banali e ben costruite. Per non parlare poi dello splendido lavoro alle chitarre, assolutamente ricercato e descritto a più riprese proprio dal vocalist. Il ragazzio è in gamba, altroché, un talento da tenere d’occhio, così come i suoi compagni.
Da sottolineare inoltre la capacità dei Barbed Wire di saper gestire alla grande, in maniera più che naturale, sia i momenti soft che quelli esplosivi, di saper alternare morbidezza e ira. Spesso e volentieri i ragazzi sembrano offrire spunti riflessivi soltanto per tenerci buoni prima di fotterci, di spararci in faccia la potenza dei loro ritornelli tosti, orecchiabilissimi e accattivanti. Che dire, pezzi come Rotting Feelings o Mind Abuse, molto belli, sono momenti chiave ed esempi perfetti. E qui, giusto dirlo, le abilità del produttore Lorenzo Carlini, tra le mura del Blue Ocean Recording Studio, si sentono di brutto.
Subito dentro, invece, con l’esplosiva e ispiratissima Along Your Spine, un vero pugno nello stomaco, o con Just A Moment, che già immagino live e con la gente sotto il palco. One Last Drive è un disco bellissimo, uno dei migliori del circuito indie. Da ascoltare e da far sentire a tutti. Se in futuro non sentirete parlare dei Barbed Wire, beh, non sarà colpa mia…
