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Diamo i numeri alla Juve

A stagione conclusa la Juventus conquista un (disperato) posto in Champions League, la vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa. Tra rivelazioni, flop e conferme, ecco i miei voti per l’intero anno calcistico.

Wojchiech Szczesny 5.5: una stagione un po’ sottotono rispetto a come eravamo abituati, con qualche errore di troppo. Tuttavia mantiene sempre la calma e non combina grossi guai. Le sue prestazioni si addicono al posto raggiunto dalla Juventus, ma per lo scudetto sarebbe servito qualcosa in più.

Gianluigi Buffon 7: sempre ottimo quando viene chiamato in causa. A 43 anni e 104 giorni è il portiere più vecchio della storia della Serie A a parare un rigore. Non si smentisce mai, ha sempre mantenuto il livello degno del suo nome.

Carlo Pinsoglio s. v.: ironia della sorte che un minuto dopo che fa il suo esordio (nell’ultima di campionato), Faraoni del Verona segna contro il Napoli regalandoci il sorpasso e quindi la qualificazione in Champions.

Giorgio Chiellini 6.5: continua ad essere uno dei migliori centrali al mondo, quando scende in campo. La qualità resta, ma purtroppo l’età si fa sentire e il nostro capitano non è in grado di garantire una stagione in campo. Gli infortuni pesano sulla sua votazione.

Leonardo Bonucci 6: stagione senza grossi errori o momenti bui, ma senza neanche brillare. Fa il suo lavoro.

Alex Sandro 6.5: dobbiamo dimenticarci il giocatore che abbiamo visto i primi due anni. Alex Sandro è cambiato totalmente. In fase difensiva (quasi) sempre ordinato ed efficiente, in fase offensiva qualche prestazione discreta, ma niente più.

Gianluca Frabotta 6.5: analisi che dipende molto dalla sua situazione ed età. Molto giovane, passa dall’under 23 alla prima squadra e viene spesso chiamato in causa da Pirlo. Le pressioni sono tante, ma gli scivolano via, fa sempre quel che sa fare. Molto bravo in fase offensiva, più di qualche errore in quella difensiva, ma è al primo anno in una grande squadra.

Merih Demiral 6: il voto sarebbe stato più alto se fosse stato meno irruente. La qualità c’è e non si discute, ma troppo spesso regala falli inutili. A furia di intervenire sporco sugli avversari, prima o poi l’errore ti pesa: vedi Porto.

Matthijs De Ligt 8: il miglior difensore della stagione. Imponente, leader, efficacissimo ed ha ancora 22 anni. Gli 80 milioni sono stati spesi benissimo

Danilo 7: rivelazione con Pirlo in panchina. Sembrava un terzino mediocre, ma con il cambio allenatore è diventato uno degli uomini più importanti nel fulcro del gioco bianconero, capace di fare il terzino (destro e sinistro), il centrale e se serve anche il playmaker.

Radu Dragusin s. v.: le poche volte che scende in campo sembra ordinato, ma non è abbastanza per giudicare una stagione.

Juan Cuadrado 7.5: uno dei giocatori che hanno tenuto in alto il nome Juventus. Ha sempre inciso sul risultato, con goal, assist e giocate che solo lui sa fare. Quando c’è lui sulla fascia destra chiunque soffrirebbe.

Rodrigo Bentancur 5: una stagione sottotono, probabilmente per il ruolo in primis. Lo ha anche detto Allegri: non può stare davanti alla difesa. Riesce nel suo compito, ovvero di recuperare palloni, ma non è un buon regista, certo, se ne sarebbe dovuto trovare uno. E’ anche bersaglio di pressioni mediatiche, soprattutto per il regalo fatto al Porto in Champions.

Dejan Kulusevski 6.5: sarebbe stato di meno se non per il finale di stagione. Sarebbe stato di più se non avesse avuto 20 anni. Anche lui per esigenza è stato provato in molti ruoli, fallendo spesso nelle prestazioni. Il salto dal Parma alla Juve si sente, la qualità rimane, lo ha dimostrato nelle ultime uscite. E’ un acquisto per il futuro, si spera cresca l’anno prossimo.

Aaron Ramsey 4.5: comincia bene da trequartista, si perde poi molto presto. Non si intende con i compagni, non riesce ad eccellere.

Adrien Rabiot 5.5: molte buone prestazioni ma manca una cosa fondamentale: la continuità. E’ sempre un’incognita, quando lo schieri non sai se sarà il migliore in campo o il peggiore, in una squadra come la Juventus è indispensabile.

Hamza Rafia s.v.: entra in Coppa Italia, segna e ci permette di passare il turno, ma è solo una partita.

Arthur Melo 6: anche lui sembrava indispensabile per il centrocampo. Dopo un infortunio che lo ha tenuto fuori non poco, quando si riprende, Pirlo gli preferisce Rabiot e Bentancur, in forma verso il finale di stagione. Ordinato nel gioco, ma non è neanche lui il regista che la Juve cerca.

Weston McKennie 5.5: inizio buonissimo, tant’è che la Juve decide subito di riscattarlo. Come non detto, subito dopo il riscatto sembra che qualcuno abbia fatto un incantesimo su di lui. Non fornisce più le prestazioni che forniva prima.

Federico Bernardeschi 4: l’ho sempre sostenuto ma non si può difendere l’indifendibile. La qualità non gli manca, ma sente enormemente le pressioni esterne, cosa che alla Juventus devi imparare a fare. Ennesima stagione deludente.

Federico Chiesa 8: primo anno alla Juve dalla Fiorentina, oserei dire il migliore della stagione. Fa sempre la differenza, spesso i bianconeri si aggrappano alle sue giocate. Non male per un 23enne.

Paulo Dybala 6.5: quasi tutto l’anno infortunato, ma la Juve sente la sua mancanza. Ha sempre lasciato il segno nelle poche partite che ha effettuato. Solo qualche prestazione non all’altezza al rientro dal covid.

Alvaro Morata 6.5: inizio di stagione fantastico, poi si addormenta. Si nota la mancanza della Juve di un vero centravanti, ruolo che Morata non riesce a ricoprire bene. Nonostante l’abbassamento di qualità delle prestazioni, dà sempre il suo contributo alla causa.

Cristiano Ronaldo 6.5: non una delle sue migliori stagioni (ed ha vinto il titolo di capocannoniere). Spesso si nasconde in partita, altre volte regala il risultato senza prestazione, altre volte ancora entrambi. Purtroppo non è riuscito a lasciare il segno quando più serviva: in Champions League.

Andrea Pirlo 6: è la prima stagione da allenatore in assoluto, tant’è che viene ingaggiato quando ancora deve fornire la tesi per ottenere il patentino. Propone un buon calcio, sembra gestire bene la situazione, poi si perde in molti errori (ovvi per l’inesperienza). Rimangono comunque i segni del grande allenatore: la crescita di Danilo, la fase difensiva migliorata nel finale di stagione e in Coppa Italia contro l’Inter, alcuni cambi azzeccati, la preparazione di molte partite rivelatesi giuste. E’ ormai ufficiale l’esonero a favore del ritorno di Allegri, ma alla lunga ritengo che diventerà un maestro anche come allenatore. Troppo criticato: la maggior parte delle partite che abbiamo perso sono a causa di errori individuali.

 

Giovanni Giglio

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