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DON PRUSÔT E IL DELITTO ALLA BOCCIOFILA Giuseppe Grinza

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Articolo di Carla Murialdo

È stata una piacevole scoperta, ambientato in un paesino piemontese; il protagonista don Giuseppe Cordero soprannominato don Prusôt per via della sua passione culinaria e in particolare delle pere, in dialetto Prusot, cotte nel vino. Amante della tranquillità, ma molto spesso viene chiamato a sbrogliare matasse. Lo scrittore ha creato questo personaggio, un misto tra Camilleri, Guareschi con i suoi don Camillo e Peppone, Vitali con quell’aria scanzonata e giocata sugli equivoci, ma il tutto
trasferito in Piemonte. Della stessa serie ci sono altre due storie tutte divertenti e ironiche. L’unico neo (visto che l’ho ascoltato su audibile) è il lettore, occorrerebbe trovarne uno che conosca un po’ il dialetto, già dal titolo letto alla francese, ma sbagliata completamente la pronuncia, sicuramente perde un po il ritmo della storia. Giuseppe Grinza ha aspettato di arrivare alla pensione per incominciare a scrivere, sicuramente ci riserverà ancora molte storie. Pravorino agli albori degli anni Cinquanta è un tranquillo paese della pianura piemontese. Don Giuseppe Cordero, detto don Prusôt, è il prevosto della comunità, amico dei facili equilibri, delle quiete digestioni e del sonno sereno dei giusti, don Prusôt detesta i cambiamenti, soprattutto quelli repentini. Un’idea del vescovo lo mette in conflitto con il presidente della locale bocciofila sita su terreno parrocchiale. La pace è finita, cominciano le rogne. E anche ai carabinieri vengono segnalati strani avvenimenti, nel susseguirsi di situazioni esilaranti e in parte tragicomiche, complicate dal pettegolezzo delle affiliate al Club delle Pie Pepie, riuscirà l’infallibile fiuto del maresciallo Contini a sbrogliare la matassa?

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