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GUELFI O GHIBELLINI ?

Parlando di calcio e usando una metafora storica, mi viene in mente la lotta fra le due fazioni nella politica italiana del basso medioevo che contrappose guelfi e ghibellini, dopo la morte di Enrico V.
Perché questo sembriamo oggi, noi tifosi bianconeri.
Chi sia l’Impero, chi il Papato, poco importa. A mia memoria, e seguo la Juve dal 1970, non ricordo una tale scissione all’interno della nostra tifoseria.
Non serve molto a capire il perché, o quantomeno, cosa abbia scatenato tutto questo.
Il 2006 è per me l’anno zero della Juve, l’anno che consacrava la nazionale campione del mondo, con una nutrita fetta di nostri giocatori fra le sue fila, e il tentativo di distruggerci. Dico tentativo perché oggi posso parlare di una Juve che, dopo “FARSOPOLI”, da otto anni è regina assoluta in campionato e, piaccia o no, in Europa abbiamo mancato il bersaglio almeno due volte. Oserei dire che non sono riusciti nel loro intento.
Non voglio soffermarmi su “calciopoli”, così l’hanno chiamata gli addetti ai lavori, sappiamo bene come sia andata. Resta il fatto che oggi siamo una tifoseria spaccata in due.
Senza tergiversare: da una parte i Contiani, legati ad Antonio da tanta riconoscenza per aver portato di nuovo la nostra Signora sul tetto d’Italia e critici verso la società rea, a detta loro, di non aver assecondato le richieste di mercato dell’ex capitano che, in modo alquanto discutibile, abbandonava la squadra il primo giorno del ritiro, dopo tre campionati vinti e aver ridato dignità alla Signora. Questa parte di tifoseria è sempre stata critica, per usare un eufemismo, nei confronti del livornese, sin dall’arrivo, risultati a prescindere.
Dall’altra gli estimatori di Allegri che, nonostante la delusione per le mancate vittorie in Champions League, sono rimasti accanto al mister che, sono fatti e non opinioni, in questi cinque anni ha vinto 11 trofei.
Oggi l’annuncio ufficiale: il livornese lascia la Juve. Dopo giorni di dubbi e ogni sorta di previsione da parte dei soliti noti, la società e il suo ormai “ex” allenatore si salutano.
Inizia così il toto-allenatore.
Chiaro che in tanti sperano nel ritorno del figliol prodigo. Nomi a parte, chi arriverà avrà una grossissima responsabilità: vincere più di quanto abbia fatto Max Allegri.
E non sarà facile.
I nomi che si susseguono sono tanti, da Sarri a De Zerbi, new entry da stasera.
Aspettando la fumata bianca, gli altri giocheranno la fine di questo campionato che per noi è finito a Pasqua.
Giampiero Boniperti era solito dire: “Alla Juve vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”.
Credo che almeno su questo, Guelfi, Ghibellini e bianconeri tutti, siano d’accordo.

(Nicoletta Borusso)

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