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Inno alla Gioia

Tolleranza zedda, quello che Heriberto non disse.

Doveva essere gioia e gioia è stata. La vecchia signora passeggia all’old Trafford attorno ai fantasmi delle glorie dei diavoli rossi.

Il primo vero, grande vincitore è stato il popolo bianconero, guidato dai cori di quelli brutti, sporchi, cattivi, si prendono la scena e fanno sentire alto l’inno alla gioia bianconera.

I “mafiosetti” “figli di troia” come li chiama qualcuno con la puzza sotto il naso, si prendono la più bella rivincita dopo essere stati espulsi dallo stadium, non a caso, nel giorno della prima battuta d’arresto del nuovo corso juventino.

È una dama che gioca con tutte le pedine negli spazi giusti, una dama che raccoglie pochissimo in termini di gol, una dama che stava per ricevere un colpo al cuore da uno dei suoi figli prediletti “in prestito” ai rossi di Manchester.

Allegramente si rientra a casa sapendo che c’è da lavorare ancora tanto per evitare di cadere pure in una gara stradominata.

Tre dita sono la risposta cartonata del sofferente Mou a un popolo che lo sfotte dagli spalti.

Il meno celebrato dei bianconeri si esalta e si prende la scena diventando uomo assist dopo una strabiliante invenzione de Limmenso. Un meraviglioso Cuadrado che prova a mandare in gol anche Lui, Apollo, fermato dalla più bella parata della partita.

La testa di Scesnicoso è sempre concentrata e stavolta pure fortunata nel rimpallare fuori il palo colpito dal polpo alla diavola.

È festa, è gioia è Juventus.

(Heriberto Herrera)

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