MDN

INTIMO BISOGNO D’ARTE Intervista al cantautore Darman

a cura di Riccardo Gramazio (Ricky Rage)

Un disco imperdibile, davvero. Dario Mangiacasale, in arte Darman, propone Necessità Interiore un disco intenso, potente e spirituale. Con maestria il cantautore calabrese di nascita e torinese d’adozione omaggia tutte le forme d’arte, entrando con prepotenza nel cuore della bellezza, della creatività. Ciò che colpisce è la voglia di lasciarsi letteralmente violentare dall’ispirazione, dall’ispirazione vera, quella più rossa. Ciò che accade, beh, è incredibilmente naturale oltre che pregevole. Non mancano riferimenti alla grande pittura, momenti di protesta e nemmeno metafore tratte dalla filosofia induista. Insomma Darman non ci ha pensato su e con il supporto di grandi professionisti ci regala un album importante, destinato a tanti. La sua necessità, forse la nostra necessità interiore…

Ciao e benvenuto su MDN. Bene, chi è Darman?

Ciao Ricky e grazie per l’invito. Per approcciarmi alla tua intervista, comincerei col dire che Darman è il viaggio immaginifico all’interno della mente di un essere umano totalmente devoto alla bellezza che ci circonda, che trova la sua sublime sintesi nell’arte musicale.

Il tuo disco, Necessità Interiore, oltre a essere oggettivamente un gran bel lavoro, presenta davvero moltissime sfumature. Parliamo di un album Indie, dal sound deciso e dal sapore internazionale. Tuttavia i brani strizzano l’occhio anche alla scuola rock di casa. Insomma, c’è tanto. Cosa ha ispirato la scrittura?

Innanzitutto grazie per reputarlo un lavoro fatto bene. Necessità Interiore è un disco estremamente spontaneo, puro, per certi versi intransigente. Ho cercato, durante il suo concepimento (anche se è il minimo comune denominatore del mio modo di approcciarmi all’arte), di badare all’ispirazione pura, a ciò che ha innescato il concepimento artistico. In questo percorso, a bussare alla porta della scintilla ispirazionale è stata soprattutto l’arte, intesa soprattutto come arte pittorica, è stata la Luce che illumina la mente dell’artista, è stata la commistione sinestesica tra gli svariati modi di approcciarsi alla fantasia che regna in ognuno di noi. In tutto questo, c’ho buttato dentro anche aspre critiche sociali, come in Pubblicità Riflesso, Mayday e Quotidianità Distorta, oltre che ricordi personali, come nel caso di Tangibile.

Oltre alle chitarre e alla potenza generale è possibile cogliere aspetti psichedelici piuttosto interessanti. La tua proposta è realmente un inno alla creatività, appare libera ed estranea agli schemi. Non hai badato a spese, emotivamente parlando…

Vedi, sono stato profetico, ho anticipato la tua domanda parlando di questo concetto nelle due risposte precedenti (giuro che sto rispondendo di getto, leggendo le domande una per volta). Come dicevo poc’anzi, ciò che ha sempre accomunato i miei lavori è la devozione totale all’ispirazione pura e intransigente e sapere che tutto questo traspare a chi fruisce della mia arte non può che rendermi felice.

Come ti sei mosso in studio e quanto tempo ha richiesto Necessità Interiore?

Prima hai accennato a un sound deciso e dal sapore internazionale e mi fa piacere che tu abbia fatto cenno a questo aspetto. Necessità Interiore, infatti, ha un animo profondamente internazionale, essendo stato prodotto per due terzi in Germania. Le registrazioni e l’editing le ho realizzate nel mio studio di fiducia, al Not Brushing Dolls studio del guru Christian Lisi a Castel San Pietro Terme. Per quanto concerne il mixing e il mastering, ho cambiato registro rispetto a Four-Leaved Shamrock e Segale Cornuta. Li ho realizzati assieme a due professionisti tedeschi, freschi di collaborazione con una delle band più influenti del panorama alternative rock mondiale, i Black Rebel Motorcycle Club (Dirk Feistel dello Studio X Berlin per il mixing e Kai Blankenberg dello Skyline Tonfabrik di Dusseldorf per il mastering). E’ stato un onore per me lavorare e misurarmi con gente di questo calibro e in un contesto internazionale, che ha sicuramente dato una marcia in più ai brani e all’intero album.

Parliamo dei testi di questo album. Troviamo denuncia, certo, ma anche attenzione poetica e grande sensibilità. Sbaglio o il disco rappresenta anche il tuo viaggio spirituale? Insomma, introspezione e intimità sembrano dominare la scena, quasi a dispetto della ruvidezza sonora…

Ciascun brano rappresenta per me un punto di contatto tra i vari archetipi che compongono la mia personalità, perciò c’è sicuramente dello spirituale in ciascuna nota e ciascuna parola delle mie canzoni.

Parlami del tuo rapporto con la creatività, musica a parte. Hai studiato Kandinskji, canti di Picasso e del ritratto di Dora Maar. La tua è devozione, è passione, è ricerca…

Amo visceralmente tutti i tipi di arte, soprattutto quel tipo di arte nella quale sono una schiappa. Per il disegno o per la danza, per esempio, sono davvero negato. Quando osservo un quadro o un essere umano danzare, per me si apre un mondo di misticismo e di incredulità, visto che io non sarei mai in grado di fare nulla di analogo.

Ardhanarishvara: di fatto persino un’immersione nel culto indù. Shiva e Parvati, virilità e femminilità perfettamente legati. Ecco, spiegami un po’ questa traccia…

Ardhanarishvara ha diverse chiavi di lettura, come d’altronde tutti i miei brani. Quello più visibile è certamente l’incontro tra donna e uomo in tutte le sue sfaccettature, soprattutto spiritica. Poi, di riflesso, c’è anche un altro significato, che è quello principale e cioè il conoscimento di tutti gli archetipi che albergano nella mente di un essere umano, che comprendono sia lati maschili che femminili. Il riconoscerli e accoglierli fa sì che si possa compiere il passaggio verso un percorso di introspezione molto più profondo e illuminato, regalando a sé stessi e agli altri ciò che siamo nella nostra interezza e peculiarità.

Una pezzo del disco che ami in maniera particolare? Domanda difficile, lo so.

Tangibile, ma il perché non lo dico (ride n.d.a.)

Cambiando argomento. Situazione della musica in Italia? A prescindere dal disastro Covid, chiaramente…

Cambiando argomento?

Possibili soluzioni?

Abolire i confini e allargare gli orizzonti e i punti di osservazione.

I dischi che hanno segnato la tua vita?

Starei qui a scrivere per ore, citando soprattutto dischi di band e artisti americani o inglesi. Vado controcorrente e cito un disco italiano che ho consumato per anni e che ho amato dal punto di vista del sound, molto internazionale per rimanere in tema, pur essendo italianissimo. Buon Compleanno Elvis di Ligabue.

Sei al lavoro per la realizzazione di nuove cose?

Sì, giorno e notte, anche se non faccio spoiler.

Qualcosa che non ti ho chiesto e che devi assolutamente dire?

Ti faccio io una domanda, il tuo brano preferito di Necessità Interiore?

Rispondo. Ardhanarishvara è qualcosa di davvero particolare. Ma il disco è pieno di spunti che meritano di essere approfonditi…

https://www.facebook.com/darman.it

https://www.youtube.com/watch?v=x-G20ioHUoo

 

 

Leave a Reply

Area Riservata