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INTO THE WILD Musica per le terre estreme

 

 

INTO THE WILD

Musica per le terre estreme

 

A Cura di Riccardo Gramazio

 

Il regista Sean Penn non ha dubbi: la voce più intima di McCandless avrà per sempre lo stesso timbro, lo stesso fuoco e la stessa poetica di Eddie Vedder.

A disposizione c’è già il materiale musicale del geniale Michael Brook e della chitarrista Kaki King, ma Penn ha anche assolutamente bisogno di parole cantate. Nessun dubbio…

Telefono in mano, numero composto e accordo preso.

Tutto inizia più o meno in questo modo.

La collaborazione tra il grande attore americano, per la quinta volta anche dietro la macchina da presa, e il leader dei Pearl Jam prende così forma. Beh, i due sono amici, hanno già avuto modo di incontrarsi (Dead Man Walking di Tim Robbins del 1995), ma scrivere e comporre a comando, a maggior ragione per accompagnare una pellicola di questo tipo, non è affatto semplice. Già, bisogna immergersi a pieno nelle immagini, nella filosofia, nel concetto. Una cooperazione del genere però non può fare altro che regalare emozioni purissime e brividi lungo la schiena.

Il film di cui sto scrivendo è ovviamente Into The Wild del 2007, trasposizione cinematografica del libro Nelle terre estreme del saggista Jon Krakauer. Il testo, a sua volta direttamente tratto dal diario del giovane nomade Christopher McCandless, meglio conosciuto con lo pseudonimo Alexander Supertramp, è uno strepitoso, intenso racconto di viaggio, ma soprattutto di spirituale ricerca interiore. La fuga dalla dalla civiltà è al centro dello storia, l’Alaska selvaggia la meta da raggiungere, da sfidare.

Sean Penn porta vicenda e morale sullo schermo, affidando il cuore di questo incredibile personaggio al talento dell’attore Emile Hirsch, premiato con il National Board of Review Award for Best Breakthrough Performance del 2007.

Tutto è a dir poco spettacolare. Un film importante, un’attenta analisi sul complesso rapporto tra uomo e natura, tra materialismo e, forse, edonismo.

Eppure, il rinnegamento della società ha comunque un prezzo salato da pagare…

Ma il vero fiore all’occhiello è proprio la colonna sonora ufficiale, Music from the Motion Picture: Into the Wild, di fatto il primo lavoro solista di Eddie Vedder. Diciamolo pure, nessuno avrebbe potuto far di meglio. Anestetizzate le vene da puro rocker, il grande cantante di Alive tira fuori la sua anima da folksinger. Il risultato è una pepita. Undici brani, quasi tutti brevi ed essenziali come promemoria su fogliettini adesivi. Evasione, libertà, incorporeità, ma anche solitudine e amarezza. Sintetizzando, mezz’ora circa di perfetta e profondissima riflessione.

Tra le tracce più importanti sicuramente l’iniziale Setting Forth, Society, scritta da Jerry Hannan (qui anche chitarrista) e la cover di Hard Sun, composizione del canadese Indio, all’anagrafe Gordon Peterson.

Il Golden Globe 2008 per la miglior canzone originale arriva però grazie alla bellissima, intensa e delicata Guaranteed.

Eddie Vedder entra nel corpo, nella mente, nello spirito del protagonista, regalando un brano meraviglioso, capace ancora oggi di spaccarmi in quattro, in cinque, addirittura in sei pezzi. Sì, devo ammetterlo…

Qui riporto i commoventi versi di chiusura:

 

Leave it to me as I find a way to be
Consider me a satellite for ever orbiting
I knew all the rules but the rules did not know me
Guaranteed

 

Un grande testimonianza di vita, un grande film e un grande disco. Un documento artistico piacevolmente indimenticabile. Into The Wild è già nella storia.

 

 

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