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J-TACTICS – Tutti gli uomini del presidente (S03 E11)

Giovedì 10 dicembre sul nostro canale sulla piattaforma di SPREAKER, alle ore 22.00, andrà in onda la nostra trasmissione.

“Tutti gli uomini del presidente” (All the President’s Men), è un film del 1976 diretto da Alan J. Pakula e interpretato da Dustin Hoffman e Robert Redford.

Basato sull’omonimo saggio scritto dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, ripercorre l’inchiesta del Washington Post che nel 1972 portò allo scandalo Watergate e alle dimissioni di Richard Nixon da Presidente degli Stati Uniti.

La sera del 17 giugno 1972, cinque uomini vengono fermati mentre si trovano all’interno della sede del Partito Democratico, in uno dei palazzi del complesso residenziale Watergate a Washington.

Il giorno successivo Bob Woodward un giovane cronista del Washington Post, si trova in tribunale per seguire l’udienza e durante l’interrogatorio scopre che uno degli effrattori lavora per la CIA.

Sospettando che l’episodio sia collegato alla campagna elettorale per la rielezione di Richard Nixon alla carica di Presidente degli Stati Uniti comincia ad indagare negli ambienti governativi.

Anche Carl Bernstein, un altro cronista del quotidiano di Washington, si interessa all’argomento.

I due iniziano una complicata indagine, resa ancora più difficoltosa dall’omertà che circonda l’argomento, gli indizi sembrano portare direttamente alla Casa Bianca.

Pezzo dopo pezzo, Woodward e Bernstein scoprono che il CREEP è in realtà una potente organizzazione che utilizza lo spionaggio e la corruzione, con implicazioni della CIA e dell’FBI, al fine di sabotare la campagna elettorale del Partito Democratico.

Il 9 maggio 1974, l’inchiesta del Washington Post porta all’apertura della procedura di impeachment nei confronti di Nixon che, esattamente tre mesi dopo, presenta le dimissioni.

Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il delicato momento che l’intera dirigenza e la società juventina sta vivendo in questi ultimi mesi e le recrudescenze di vicende che si trascinano dalla scorsa stagione.

Pare non ci sia pace per chi nella Juventus siede nella cd. stanza dei bottoni ed ha (ed avrà? ci chiediamo noi) il compito di condurla nelle sempre acque agitate del mondo del calcio.

L’oramai celeberrimo duo Paratici-Nedved che già nella scorsa estate giocò d’azzardo spingendo per l’allontanamento del tecnico pluri scudettato Allegri per far posto a colui, che nella rivoluzione tecnico-tattica immaginata dai due dirigenti, avrebbe dovuto condurre la squadra bianconera verso una nuova era, Maurizio Sarri.

Un azzardo appunto, come quando al casinò si sfida la sorte puntando tutte le proprie fiches sul numero che si è convinti uscirà.

Non si può certo dire che quella puntata al tavolo da gioco sia andata bene.

Dopo appena un solo campionato il tecnico toscano viene di fatto esautorato dal presidente Agnelli, dopo uno scudetto vinto, ma anche una Coppa Italia ed una Supercoppa perse miseramente a cui si aggiunse poi nel pieno dell’estate la bruciante eliminazione agli ottavi di Champions League ad opera dei carneadi del Lione.

Il presidente parlò in sintesi di una sorta di “incompatibilità ambientale” per il tecnico fortemente voluto l’estate prima dai suoi dirigenti.

In definitiva l’uomo sbagliato nel posto sbagliato.

Volendo essere onesti Andrea Agnelli mal digerì il congedo forzato del tecnico Allegri divenuto, nel corso dei 5 anni trascorsi sulla panchina bianconera, anche suo buon amico e probabilmente ancor meno volentieri digerì l’ingaggio di un tecnico come Sarri che in più occasioni si era dimostrato sopra le righe ed abbastanza anticonformista.

La Juve intesa come società tutto può essere fuorché anticonformista appunto, il presidente tuttavia si volle fidare, per citare il titolo della pellicola da cui trae spunto l’odierna puntata di J-TACTICS, dei “suoi uomini”.

Non a caso, nella conferenza stampa di commiato di Allegri, il presidente fece intendere che il cambio avveniva sulla base delle decisioni di coloro i quali lui aveva delegato per dirigere la squadra.

Non è un mistero infatti che sia Paratici che Nedved spinsero fortemente per il cambio in panchina sostenendo che il tecnico livornese non fosse in grado di valorizzare, per usare le parole dello stesso Pavel, “una rosa difficilmente migliorabile”.

Agnelli dovette quindi intervenire in prima persona e rimediare dopo l’esonero di Sarri chiamando sulla panchina dei campioni d’Italia, un altro suo uomo, Andrea Pirlo.

Secondo molti poi la dirigenza bianconera non sarebbe esente da colpe per una squadra progressivamente invecchiata e mal rivitalizzata per effetto di sessioni di mercato incomplete o che hanno portato alla corte di madama giocatori che non si sono rivelati all’altezza, si pensi ad esempio alla coppia di centrocampisti Ramsey-Rabiot, acquistati a parametro zero ma ricompensati con ingaggi rivelatisi pesantissimi alla luce di un contributo a dir poco mediocre fino ad oggi.

Altri azzardi quindi in sede di campagna acquisti che probabilmente non avranno soddisfatto il massimo dirigente bianconero.

Se la scorsa stagione non ha fatto dormire sonni tranquilli al presidente probabilmente neanche quella iniziata da qualche mese lo sta facendo dormire tra due guanciali.

L’estate juventina è stata agitata dal cd. “caso Suarez”, che ha visto la società zebrata imbarcarsi in una trattativa rivelatasi a livello burocratico complicatissima.

L’uruguaiano avrebbe dovuto essere la punta che riempie l’area di rigore che tanto è mancata nell’anno targato Sarri, il “puntero come si direbbe in Spagna.

Probabilmente quindi il profilo giusto a livello tecnico e tattico ma, potremmo dire, sicuramente non a livello burocratico in quanto sprovvisto di passaporto comunitario.

La maledetta burocrazia per effetto della quale Luis non risultava più tesserabile in quanto la vecchia signora aveva qualche settimana prima esaurito gli slot a disposizione per l’ingaggio di extracomunitari con l’acquisto dello statunitense McKennie.

Un bel pasticcio al quale si è cercato di porre forse troppo frettolosamente rimedio attraverso un esame di lingua italiana, il cui superamento da qualche anno è divenuta condizione imprescindibile per l’ottenimento della cittadinanza per un extracomunitario.

Suarez si reca all’università degli stranieri di Perugia superando effettivamente l’esame necessario per l’ottenimento della cittadinanza che avrebbe eventualmente permesso alla Juventus di tesserarlo come giocatore “comunitario”.

Prova d’esame che attira però l’attenzione della procura della città umbra in quanto secondo i magistrati l’esito sarebbe stato pilotato affinché il giocatore potesse, pur non avendo le necessarie conoscenze, superare senza problemi la prova di conoscenza della lingua alla quale era sottoposto.

Secondo l’accusa quindi la Juventus aveva scoperto le indagini in corso di svolgimento sull’Università per stranieri di Perugia e per questa ragione avrebbe abbandonato la pista di mercato legata a Luis Suarez, non solo, secondo la tesi accusatoria dei pm della Procura umbra, il club bianconero avrebbe ostacolato l’indagine, come testimonierebbero anche le dichiarazioni dei legali della Juventus in quel periodo.

Riassumendo, il test è stato considerato una ‘farsa’, il calciatore conosceva le domande ed è quindi stata conseguentemente aperta un’indagine e tra gli indagati risulta anche Fabio Paratici.

Prima del derby contro il Torino il dirigente piacentino ai microfoni di Sky Sport si difende: “Ho chiesto un’informazione a una persona che conosco da tantissimo tempo, fare domande non è un reato. Sono amico di Paola De Micheli, siamo della stessa città e lei ha già chiarito. Rifarei tutto? Assolutamente sì”.

Una vicenda che con il passar delle settimane si è fatta via via più intricata allungando ombre sull’operato della Juventus e dei suoi dirigenti, in una stagione che vede i campioni d’Italia protagonisti di una serie di risultati altalenanti mettendo sul banco degli imputati i giocatori, il tecnico Pirlo ed ovviamente i dirigenti, insomma tutti, o meglio, “Tutti gli uomini del presidente”.

Naturalmente non mancherà, come da tradizione del nostro podcast un’analisi approfondita ed esauriente delle recenti sfide in cui è stata impegnata la vecchia signora, in campionato con i cugini del Torino che hanno visto i bianconeri trionfare all’ultimo respiro e la dirompente vittoria al Nou Camp contro il Barcellona travolto 3-0 che frutta il primo posto nel girone agli uomini di Pirlo.

Saranno nostri graditi ospiti gli amici Dario Ghiringhelli, fine intenditore di calcio, appassionato dei colori bianconeri e soprattutto speaker di Radio Bianconera e Fabiola Graziano con la sua consueta rubrica sul fantacalcio.
Ed ovviamente come sempre vi terranno compagnia gli insuperabili ragazzi della redazione di J-TACTICS e di Megliodiniente.com
Sarà un’altra puntata scoppiettante e ricca di contenuti, come sempre!
Non perdetevi il meglio! Non mancate!
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(Francesco Musina)

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