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La magia dell’ autunno

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Chi mi ha scritto è Mario Whitehead un esperto nel settore turistico, sia come anfitrione che come viaggiatore.

Il suo blog  https://www.mariowhitehead.it/  è una miniera di informazioni, dati, emozioni, racconti. Tutto utile per chi viaggia o semplicemente vuole gustarsi qualche informazione su paesi vicini e lontani.

 

Ma torniamo alla foto, Mario mi chiede una breve lettura del suo scatto.

 

 

Credo occorra una premessa.

Fotografare è una forma di espressione umana e pertanto è giusto che sia libera, e svincolata da possibili giudizi di “esperti” par mio. Voglio dire che uno fotografa senza dover render conto a nessuno.  Il discorso si complica un pochetto quando con una foto desideriamo comunicare qualcosa a un pubblico estraneo a noi e peggio estraneo al luogo riprodotto.

Essendo la fotografia un linguaggio ha tutta una serie di regole da seguire per ottenere un risultato migliore, tecnicamente migliore e magari anche emotivamente, ma non vorrei fare il discorso troppo complesso ora.

 

Diciamo solo che esistono metodi e possibilità per ottenere risultati positivi magari con piccolo sforzo.

Passiamo alla fotografia :

è solo in apparenza scontata, un bosco in pieno autunno.

Ma guardiamola meglio…2 alberi a sinistra e due a destra sul piano medio, formati una bella divisione simmetrica, il gruppo di destra inoltre volge allo scuro e rallenta l’uscita della visione a destra, sul fondo un tappeto di alberelli facenti gruppo, ora secondo i principi Gestalt abbiamo tre insiemi simili ma con ruoli.

Temi portanti della foto :  una valanga di colori tenui , caldi a massima copertura, forse solo in alto a sin trafila un po’ di luce ma non è a impatto diretto.

La strada, è insieme al fogliame  il punto di forza, da tempi immemorabili nella pittura  la stradina che conduce  verso la linea dell’ orizzonte è fonte di emozioni dalla punta malinconica; figuriamoci se immersa nell’ autunno, lo stesso in fotografia, qui la stradina spezza e ordina tutta la selva colorata, la sua forma poi è visivamente superiore alla media, in quando è una curva dolce a armonica che giuda l’occhio in maniera più delicata di una retta, anzi forma quasi una doppia curva , una figura grafica che per i palati estetici è oro, in quanto oltre a comunicare una tranquillità separa le aree della foto, qui isola il masso in primo piano.

 

Per cui la foto è riuscita, un piccolo accorgimento tecnico:

come vedete la svolta è sinistra, semanticamente è un errore comunicativo in quanto si entra in scena da sinistra per uscire verso destra, nel linguaggio solito almeno.

Mi son permesso di rifletterla specularmente e provate a notare la differenza, se girando a sinistra impatta contro gli alberi e fatichiamo un po’ a immaginarla oltre il bordo, se vira a destra esce in piena naturalezza e pensare a un piacevole cammino in discesa risulta più facile.

Ho provato anche una versione in bianco e nero, non me ne vogliano i puristi, io fotografo a colori per cui son maldestro, è un semplice tentativo di viraggio.

In verità ho fatto altri tentativi ma nessuno convincente. Credo sia il soggetto che non si presti a un viraggio, voglio dire, nessun risultato è riuscito a sopperire la magia di quei colori con altri elementi. Come dicono gli artisti del bianco e nero, occorre pensare in bianco e nero per trovare il soggetto adatto per una foto.

Per cui secondo me assai meglio tenerla a colori.

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