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La Masca – Laura Rizzoglio

 

 

Articolo di Carla Murialdo

 

È una mia prerogativa cercare e leggere libri gialli ambientati in Piemonte e ancora meglio se ambientati nella mia zona. Per chi è nato nel basso Piemonte la “masca” è stata una figura molto presente negli anni passati. Una credenza che si è dissolta negli ultimi decenni. Questo romanzo porta a galla ricordi e sensazioni della mia infanzia; la scrittrice dimostra di conoscere bene sia la zona che l’argomento e narra una storia dal taglio esoterico. Una famiglia in miseria, un figlio morto in guerra, la disperazione portano a dare la colpa di ogni male a un anziana che vive da sola con l’unica colpa di vivere in solitudine e di essere additata di stregoneria. Quando poi viene trovata una ragazzina assassinata è facile incolpare la masca e innescare una catena d’odio. La storia è piacevole si divora velocemente. Unico neo: manca la traduzione delle frasi dialettali e questo, secondo me, preclude la lettura a un pubblico più vasto.

I Tre Pini, uno scorcio di Langa del Dopoguerra, una borgata in cui tutti si conoscono tra di loro e dove ancora aleggia il ricordo dei racconti popolari su masche, mascon e maledissiun. Il ritrovamento del cadavere di una ragazzina getta un senso d’impotente terrore su tutta la comunità e mentre gli adulti cercano di fare luce su una cattiveria fin troppo umana, Lorenzo, Laura e la loro banda di amici decidono invece di affrontare la masca, l’anziana tacciata come strega, nel tentativo di avere giustizia per la loro sfortunata compagna di classe, portando alla luce verità scomode e impensabili

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