Sarebbe stata una giornata di calcio intensa, senza gli episodi allucinanti di Milano. Ma i problemi partono da più lontano, partono da dichiarazioni come quelle di alcuni presidenti, tra cui Aurelio De Laurentiis, che ha gettato ombre sulla designazione di Mazzoleni per la gara di San Siro, mettendo in dubbio la serietà dell’ arbitro stesso e del designatore.
D’ altra parte ormai il calcio è più business che sport, se ne può parlare ma anche sparlare, fermo restando che nessuno vuole perdere e tutti pensano di avere le loro ragioni. La verità è che in pochi sanno fare squadre competitive e preferiscono tacere, dando spazio a coloro che non sanno e si atteggiano a vittime del sistema. Purtroppo parlar male di tutto e di tutti spesso porta a conclusioni estreme perché non tutte le teste ragionano alla stessa maniera.
Aveva ragione Massimiliano Allegri con la sua reprimenda televisiva dopo Atalanta-Juventus, poche ore prima dei fatti di Milano. Ha messo tutti sull’ avviso che certe dichiarazioni, oltre a mettere pressione sull’ arbitro, arrivano ai tifosi, per cui non ci si deve lamentare se poi succedono incidenti prima e dopo la gara. Sul campo, poi, le recepiscono e le fanno proprie anche i giocatori che, al minimo batter ciglio dell’ arbitro, si sentono defraudati di qualcosa.
SCUSE RISIBILI
L’esempio più lampante sono Koulibaly e Insigne, due giocatori la cui correttezza è stata sempre esemplare, e che, al posto di usare violenza in campo, hanno sempre cercato di illuminare il gioco con le loro gesta da campioni. Domenica hanno però perso la testa e non ci vengano a raccontare che il giocatore senegalese sia stato infastidito dai cori razzisti (ai quali, purtroppo per lui e per tutti, dovrebbe essere abituato da grande professionista qual è): è una giustificazione che non regge. Koulibaly era infastidito dall’ aver subito una “giusta” ammonizione per il fallo commesso su Politano, che lui riteneva “ingiusta” per i motivi sopra scritti e riferibili alle frasi del proprio presidente. Per non parlare poi dei calci da tergo di Insigne a Keita.
Per questo motivo il Napoli ha perso una partita che non meritava di perdere e chi ha scatenato tanto rumore per proteggere la propria squadra forse capirà di aver solo trovato il modo migliore per danneggiarla.
Dal canto suo, probabilmente Allegri ha sbottato perché teme che questo sia un sistema per destabilizzare la sua Juventus da tanto tempo vincente, magari ha paura di questo fumus che già con Calciopoli distrusse quella realtà imbattibile. Ricorda in proposito, Max, che dopo la gara Juve-Roma vinta dai bianconeri 1-0 nessuno ha menzionato la mancata ammonizione di Nzonzi che avrebbe portato alla sua espulsione, e il gol di Douglas Costa annullato. Al contrario si sarebbero riempite pagine di giornali per elencare i favoritismi eventuali fatti ai bianconeri. Ricordate la mancata seconda ammonizione per Pjanic in Inter-Juve nel passato campionato? Un fatto rimasto nelle cronache per mesi.
Il dramma è che neppure il Santo Natale è riuscito a modificare questo andazzo, non ci resta che sperare nell’ anno nuovo. Purtroppo questa è l’ Italia, dove chi sa emergere per meriti propri deve essere azzerato: non è una legge ma una convinzione che la mediocrità generale sia più utile di una sola eccellenza.
Auguri…
(Luciano Moggi)