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LO STATO DELLE COSE Intervista ad Armando Cacciato

A cura di Riccardo Gramazio_Ricky Rage

Dopo aver ascoltato, posso soltanto confermare: le cose stanno così, nel bene e nel male. Poco bene e tanto male, a dire il vero. Il cantautore siciliano Armando Cacciato entra deciso nel vivo delle questioni, si muove all’interno della nostra complessa e pericolosa società, analizzandone ogni metro e scrivendo poi ciò che pensa e ciò che prova. Lo Sato Delle Cose, appunto, il nuovo disco di un artista che conosce bene il mestiere. La sua sensibilità, di conseguenza, abbraccia questa serie di canzoni incredibilmente agrodolci, questa raccolta di versi in musica che vogliamo e che dobbiamo presentare. Questo e molto altro nell’intervista rilasciata per MDN…

Ciao, Armando, benvenuto a casa nostra. Lo Stato Delle Cose è il titolo del tuo nuovo lavoro. Quanto sei soddisfatto e, soprattutto, cosa c’è dentro?

Ciao, grazie per la sensibilità che state avendo nel raccogliere le mie sensazioni. Il mio nuovo album ha avuto una gestazione (mai termine fu più appropriato) durata circa un anno e mezzo. Dentro ci sono tante, ma tante cose, alcune delle quali nate addirittura vent’anni fa! C’è il male di vivere, la gioia di vivere, il tempo che passa e che lascia, inesorabilmente, cicatrici indelebili. C’è tanto amore. C’è voglia di riscatto. In poche parole, ci sono io. Ma ci sei anche tu. É uno specchio (della società)…

Tanti argomenti importanti, persino scottanti, tutti trattati in maniera intensa e ben ponderata. La tua musica però ha saputo rendere paradossalmente più morbido e più accessibile il tutto. Beh, complimenti, non è mai facile trovare equilibri simili. Ti convincono questi miei pensieri?

I tuoi pensieri mi lusingano. É bello scoprire di arrivare alle persone, ai critici, ai giornalisti nel modo esatto in cui avevo immaginato. Vero, ho cercato di essere assertivo nelle mie argomentazioni. Del resto, questo disco, è un viaggio. Ogni tappa va a scandagliare qualcosa di profondo. Di intimo, di condivisibile, di inaccessibile…

Il disco può essere considerato in qualche modo un concept?

Vedo che siamo in totale sintonia! Nella domanda precedente stavo per scriverlo. Di fatto, nonostante ci siano brani scritti in un decennio (eccezion fatta per Sogno Dimensionale, la più “anziana”) è venuto fuori un puzzle perfetto. Si parte con Aspetto, dove si può ascoltare una vita che sta per proiettarsi al mondo e si conclude con Il vento Caldo dell’Estate (cover di Alice). Un brano che parla di una fine… di un amore. Che probabilmente è un principio.

Dodici pezzi, diverse idee musicali, ma anche in questo caso una linea generale ben definita. Come e quando hai trovato la giusta strada?

Il processo è stato fisiologico. Inizialmente, in verità, mi ero messo in mente di realizzare un album ambient. Così nacquero le prime bozze di Aspetto e successivamente In Viaggio, di fatto i brani più strumentali. Il sound che desideravo doveva trarre ispirazione dal rock e dall’elettronica a cavallo tra il ‘78 e l’83 (Radio Nostalgia ne è un esempio). Grazie al mio arrangiatore, Pierangelo Carvello, sono riuscito a sottolineare maggiormente questa linea di pensiero.

In studio e come sono andate le cose?

Ho lavorato appunto con Pierangelo Carvello, musicista e arrangiatore eccezionale che ha saputo enfatizzare le idee e gli arrangiamenti dei brani che, nel corso di questi mesi di lavoro, gli ho portato in studio.

Dopo lintroduzione, se vogliamo psichedelica ed evocativa, affidata alla già nominata Aspetto, una bella serie di brani diretti, orecchiabilissimi, ma mai banali. Radio Nostalgia, per esempio, o Un Astronauta. Parliamo di questi pezzi. Il primo contiene tra laltro la frase cardine…

Esattamente. Radio Nostalgia, attraverso una scrittura che rievoca un certo pop “eighties, cerca di dipingere una critica nei confronti della società odierna fatta di ingiustizie, disagi e imbecillità. Il messaggio è quello di trovare uno spiraglio di pace e di luce in unepoca caratterizzata dalla sola apparenza e di combattere insieme per cambiare il nostro domani, che “oggi fa un pò male.
Un Astronauta ci porta in una nuova prospettiva, nella quale possiamo guardare con disincanto a ciò che ci circonda e alle sue sfaccettature. Gli stronzi, gli alieni (ovvero persone ossessionate dalla routine); possiamo finalmente liberare i nostri pensieri dagli “ostacoli della realtà”.

La quinta traccia In Viaggio affronta invece le tematiche relative ai cambiamenti climatici. Vai, a ruota libera…

Eh già! Vado a ruota libera anche nel brano! Stiamo vivendo la transizione ecologica, alla quale dovremmo partecipare tutti, indistintamente, per le sorti del pianeta. Tristemente si constata che l’uomo non si rende conto che sta uccidendo se stesso e, ahimè, gli altri esseri viventi sul pianeta. La natura, divinamente, risorgerà. Noi, fortunatamente o fottutamente, no.

Già, che ci sono e dato che lo citi. Il maestro Battiato quanto è importante per te. La sua influenza si fa sentire un poovunque.

Cito Battiato, che citava a sua volta i Nomadi e Alan Sorrenti, ma come avrai notato, ho cambiato le parole. “Chi vi credete che noi siamo per i TATUAGGI che portiamo, NON siamo delle lucciole, ma STIAMO nelle tenebre”. In grassetto le parole che ho cambiato. Mentre prima la ribellione aveva dei valori, oggi si è trasgressivi solo per apparire. Di riflesso, nel buio che ci circonda…

Per non farsi mancare niente anche la tua versione di Bella Ciao…

In questi anni di guerra è come se il tempo si fosse fermato… oppure, ancora peggio, fosse rimasto lì. Per questo il fiore del partigiano” deve essere ripiantato. La libertà non deve morire. A prescindere dalle ideologie, a prescindere dai contesti storici, a prescindere dalla geografia. Resistere alla guerra, oggi e sempre.

Ogni canzone meriterebbe analisi approfondite, chissà, magari ci ritorneremo su in futuro. Un ultimo estratto però, Come John. Quanto è importante per te questa composizione e perchè?

Nel testo di Come John metto a confronto due figure accomunate dal loro essere vittime della follia omicida di altri uomini: il parallelo è tr John Lennon, vittima di un mitomane a New York e Stefano Saetta, figlio del magistrato Antonino Saetta, uccisi dalla mafia in Sicilia. A unire le due figure, però, c’è anche la musica: da una parte un uomo famoso, dallaltra un semplice ragazzo. Il primo venne ucciso da un mitomane ossessionato dalla sua celebrità, il secondo, la cui unica colpa era quella di essere figlio di un grande magistrato, venne ucciso da sicari, mafiosi e senza scrupolo.

Nella storia del brano immagino queste due anime che si intersecano, restituendo, in forma di idea, gli ideali di amore e di giustizia che hanno spesso impreziosito le liriche del compianto Lennon.

Ripercorriamo insieme la tua storia. Leggendo la bio, ho letto persino il nome del mitico Albini. Sticazzi!

Eh già! Ho studiato con Steve Albini nel corso Mix With The Masters, nel 2015. Come saprai sono anche un produttore musicale. Negli studi La Fabrique (in Francia) eravamo quindici sound engineer provenienti da ogni parte del mondo. É stato fantastico lavorare in analogico con uno dei più grandi produttori rock di sempre (Nirvana, Foo Fighters,Tori Amos, Page & Plant).

Attività live?

Abbiamo presentato il disco, in anteprima, il 26 Aprile all’Agricantus a Palermo. Successivamente il 1º Maggio alla prestigiosa Festa in Cantina, organizzata dalla CVA a Canicattì (AG), il mio paese. Il 19 Maggio suoneremo a Frosinone, insieme al mio amico cantautore Salvatore La Carrubba, in occasione di un evento di beneficenza. Saremo accompagnati da Roberto Puccio alla chitarra e Peppe Sferrazza al basso. Con noi altri ospiti prestigiosi quali Luigi Turinese, Luigi Mariano e l’esordiente Mad Eleine. Si prospetta un tour che partirà da ottobre e che ci vedrà suonare con la mia band (Fabrizio Angotti alla chitarra, Sebastiano Valenza alla batteria, Piero Gioè al basso) in diversi teatri regionali e nazionali.

Progetti futuri?

A parte il tour sto pensando di realizzare un nuovo album, in stile più cantautorale. A Dicembre 2022 è infatti uscito un mio singolo, Il Professore, volutamente non incluso ne Lo Stato delle Cose. Si partirà da li.

Saluta i nostri lettori, allegando tutti i tuoi link di riferimento.

Grazie per aver letto le mie risposte. Grazie alla redazione per avermi concesso questo spazio, importante per far conoscere il mio nuovo lavoro. Grazie anche e soprattutto per il tempo che dedicherete all’ascolto dei miei brani. Potete trovarmi dappertutto e scegliere la piattaforma digitale che preferite. Cercatemi su Google:

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