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Morte accidentale di un amministratore di condominio Giuseppina Torregrossa

 

Articolo di Carla Murialdo

 

La Sicilia è sicuramente terra di scrittori, dopo Camilleri il mio preferito, c’è un nuovo filone di donne gialliste. Giuseppina Torregrossa è sicuramente più famosa per altri generi ma io la preferisco nel genere giallo. Alla morte, apparentemente accidentale, dell’amministratore di un condominio abitato da persone altolocate, si nasconde una umanità fatta tutta di donne e ognuna di esse risulta in qualche misura legata alla vittima. Dal commissariato mandano ad indagare Mario Fagioli, ispettore a fine carriera, annoiato e indolente, sperando che chiuda velocemente il caso, ma il gladiatore come da sempre è stato soprannominato, invece vuole cercare la verità e non sempre la verità è la soluzione giusta. Stanchi di super ispettori pieni di problemi, semi alcolizzati e arroganti Fagioli rappresenta l’uomo qualunque. Solo, un po’ succube di una madre mancata da poco, incapace di gestire una casa: uno normale. Le donne del condominio, per lo più vedove sono preoccupate di salvare le apparenze. Di quel che è accaduto l’importante è che non se ne parli, anche se tutti sanno. Personaggio di spicco è il portiere, venuto dall’est e ben integrato nell’ambiente, frequenta tutti gli appartamenti e sa tutto di tutti, ma fa finta di non vedere niente. L’unico appunto che devo fare, avendo ascoltato con Audible, è che quando non si conoscono i dialetti e le loro cadenze sarebbe meglio una pronuncia normale: un portiere dell’est con l’accento africano è terribilmente irritante. Da leggere anche il secondo della serie “Chiedi al portiere” ambientato sempre nello stesso quartiere e con il “gladiatore”. Consigliatissimo

Michele Noci è un anziano amministratore di condominio. Per vivere non ha mai avuto bisogno di lavorare, e tuttavia ha deciso di occuparsi dello stabile in cui risiede per proteggerlo dall’incuria dei suoi predecessori. L’edificio, costruito negli anni Settanta, è pretenzioso; all’epoca gli appartamenti erano stati acquistati da persone di potere, commercianti abbienti, ricchi professionisti, ma la recente crisi economica ha messo a dura prova le finanze di molti condomini, e la nomina di Michele come amministratore sembrava poter essere d’aiuto: certo, l’uomo era nervoso, senza alcun titolo di studio e un po’ grossolano, ma finalmente qualcuno avrebbe garantito una gestione oculata, ché risparmiare sarebbe stato anche nel suo interesse. Le spese condominiali, tuttavia, non accennano a diminuire, ma nessuno ha il coraggio di chiedere spiegazioni. Nel nuovo melting pot di malattie dismetaboliche e intrighi amorosi che da alcuni anni anima il condominio, i rapporti interpersonali si fanno tesi: esplodono litigi, e i vicini – ormai perlopiù anziani e incattiviti – smettono di salutarsi, finché, alla vigilia di Natale, il cadavere dell’amministratore viene ritrovato riverso al piano terra di una delle palazzine. Sembra trattarsi di un incidente: l’ispettore Mario Fagioli detto il Gladiatore, chiamato sul posto, viene così invitato ad archiviare il caso come “morte accidentale”. Incuriosito dalle donne intraviste sulla tromba delle scale – mogli devote, vedove agguerrite, amanti impenitenti – il poliziotto decide però di non volgere lo sguardo altrove, e inizia a fare domande, rendendosi presto conto di trovarsi di fronte a una situazione ben più complessa: rispolverati i ferri del proprio mestiere, a soli due anni dalla pensione, decide così di andare contro tutto e tutti, per scoprire cosa si celi dietro quella morte solo in apparenza fortuita.

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