Ho ascoltato: Niente non rimane niente
Artista: Salvatore Maria Ruisi
recensione di Carlo Amedeo Coletta
Che periodo strano stiamo vivendo? Chi avrebbe dovuto e potuto dirci che, di punto in bianco, la storia dell’umanità civile, per come la conosciamo, avrebbe avuto un buco di quasidue anni? Dai, nessuno. Roba che neppure ti sogni di raccontare, un giorno, ai nipotini. E come sempre, la natura dlel’uomo, vive e ha vissuto questi periodi così particolari sul carrello delle montagne russe, con emozioni e sensazioni talmente altalenanti da renderci tutti bipolari. Un giorno stracolmi di ottimismo e speranza, una sera impastati di malinconia e sospetti sul presente e sul futuro. Una mattina pervasi dall’entusiasmo e dalla voglia di creare, un pomeriggio sgonfiati sul divano a guardare un film catastrofico su Netflix, pregustando già l’imminente, inevitabile, ineluttabile futuro. Poi vai agli europei e dopo cinquant’anni vinci. Poi vai alle olimpiadi e ti ritrovi a urlare di gioia perchè hai contemporaneamente l’uomo più veloce del mondo e quello che salta più in alto. Roba mai vista! Ci sarebbe da chiedersi che cosa mettano nei vaccini in Italia, a questo punto! Roba buona!
Bè, in mezzo a questo continuo sali-scendi di emozioni, se davvero non si vuole rimanere tritati come in un uragano, occorre mettere ordine. Almeno un pò, ecco. Servirebbero parole buone, parole belle, frasi cariche di significato e musiche ammiccanti. Soprattutto equilibrate. E non è facile trovare il giusto connubio. L’equilibrio è un’arte, non è roba da raffazzonati come me. E per fortuna! Così, mentre penso e pensavo tutte queste cose, all’improvviso, l’equilibrio è arrivato. Senza far rumore, perchè le sue armonie sono come una musica che arriva da lontano, entrando nella testa senza dover bussare o chiedere permesso. Senza urlare, perchè la voce di Salvatore Maria Ruisi è forte, chiara e mai fuori posto. E’ una voce marcata, riconoscibile ma allo stesso tempo delicata perchè accarezza le parole che pronuncia, le cura e poi, solo dopo, le canta con quanto fiato….no, non abbia in gola, sarebbe fuori posto…. le canta con quanto fiato serva, nè più nè meno. Così, a Gocce, sicuramente con il suo braccio sulle nostre spalle ma senza spingere, ci porta a vedere il mondo con occhi più distaccati di quelli che abbiamo noi sulle montagne russe, sgranati per le emozioni e rinsecchiti dall’aria sulla faccia. E dico “a Gocce” e non “in Gocce” non solo perchè non è un farmaco ma perchè questo brano, appunto Gocce, ci porta in un luogo indefinito, uno a noi familiare però. Possiamo scegliere noi quale sia. C’è sicuramente un vetro e fuori piove. E piovono Gocce di mondo. Ogni goccia un’immagine, una goccia di qualcosa.
Salvatore Maria Ruisi ci mostra ciò che ci circonda, ricordandoci, anzi no, lasciandoci scoprire quale sia il vero colore delle cose, il vero profumo dell’aria, il vero riflesso della nostra mente. E’ una specie di caleidoscopio mentale.
Se con il brano Gocce, Salvatore si diverte a distillare succo di realtà, instillandone veloci immagini nella nostra testa, già con Mondo Capovolto ci lascia in mezzo ai frutti delle inevitabili riflessioni che le sue parole portano in noi.
Ah, vuole farci credere persino che, alla fine, niente, non rimane niente ma sappiate che è solo un bluff. Un trucco di un abile giocatore che tiene le parole in mano come fossero carte, usandone adesso una adesso l’altra per giocare con noi, noi squilibrati dalla vita che abbiamo la fortuna di ascoltarlo, imbattendoci in una musica che sembra arrivare da lontano, dal mare, e che invece è già qua.
Mettete un attimo in pausa. Cosa? Ciò che volete. Il lavoro, lo stress, gli impegni. Ciò che state facendo adesso, insomma. Pausa. Cercate “Niente non rimane niente” di Salvatore Maria RUISI e fate andare lui al vostro posto. Almeno per un pò. Tempo di recuperare l’equilibrio e ripartire. E se sentite un urlo sulla strada, tranquilli, è quella parte di voi che inutilmente continua a correre senza equilibrio. Lasciate andare, di quello niente, non rimane niente!
A presto allora e, buon ascolto